InfoAut
Immagine di copertina per il post

Il nuovo sorvegliante

||||

Chi occupava la Casa Bianca il 15 aprile 1961, quando gli Stati Uniti tentarono di invadere Cuba?

Chi comandò “la più importante delle operazioni segrete di tutta la storia degli Stati Uniti”, come la definiva Cuba Debate?

Chi incoraggiò la CIA a mettere in moto “una forza mercenaria organizzata, finanziata e armata dal governo degli Stati Uniti, proveniente dal Guatemala e dalla Florida?”

“La verità è che nessun altro presidente ha dato tanta importanza alla CIA come Kennedy, avrebbe constato l’ex direttore della CIA William Colby nelle sue Memorie” (https://bit.ly/2JShRtp).

Fallita l’invasione nei combattimenti nelle sabbie di Playa Girón, grazie all’impegno e al sangue di migliaia di cubani, il clan Kennedy si dedicò a preparare nuove invasioni dell’isola rivoluzionaria, stabilendo a Miami la stazione della CIA più grande e importante del mondo.

Potremmo continuare a parlare di John Kennedy a proposito, per esempio, della “crisi dei missili” sovietici a Cuba, o della scalata nella presenza militare statunitense in Vietnam. Nei quasi tre anni in cui occupò la presidenza, si registrò un aumento esponenziale degli USA nel paese asiatico, passando da varie centinaia a 16 mila uomini, lanciando una guerra che anni dopo avrebbe toccato il suo apogeo. Kennedy fu anche il creatore del Corpo di Pace per accogliere volontari disposti ad “aiutare” i paesi del terzo mondo.

John Kennedy passava per essere un uomo moderno, giovane, un’icona delle aspirazioni della gioventù statunitense dell’epoca, ma anche della minoranza nera. Era democratico e questo partito è sempre stato identificato come progressista, chiaramente al lato dei repubblicani.

Quanto detto precedentemente, per collocare al posto giusto il futuro presidente Joe Biden.

Raccomando la lettura di un rapporto della rivista digitale Rampant, di sinistra socialista, che comincia ricordando che “Joe Biden non è solo un leale soldato del neoliberalismo, è stato l’architetto di gran parte dell’infernale panorama politico di oggi (https://bit.ly/2IjrtwR).

Nel decennio del 1970, Biden “guidò la lotta contro l’eliminazione della segregazione nelle scuole”, essendo “l’unico membro del Comitato Giudiziario del Senato che bloccò due persone nere designate per il Dipartimento di Giustizia”.

Secondo la pubblicazione, “Biden votò contro l’abolizione dell’anacronistico e antidemocratico Collegio Elettorale, una reliquia della schiavitù, che insediò in modo antidemocratico tanto Bush come Trump”.

Nel decennio del 1980, Biden si distinse per le sue campagne contro il diritto all’aborto e fu “uno degli architetti originali della disastrosa guerra contro le Droghe”. Difese i segregazionisti e suprematisti bianchi, appoggiò le riforme impositive reazionarie di Reagan per favorire i ricchi, mentre “sostenne i tagli nella sicurezza sociale”.

Nel decennio del 1990, Biden “si oppose all’uguaglianza dei diritti per la comunità LGBTQ”,  fu un disegnatore del Plan Colombia, appoggiò la deregolazione del sistema finanziario che facilitò la brutale concentrazione di ricchezza e, secondo vari media, molestò delle donne.

Nei 2000 votò a favore dell’USA Patriot Act, appoggiò la guerra in Iraq, appoggiò l’apartheid e la pulizia etnica in Palestina. Si oppone al servizio di salute Medicare per tutti gli statunitensi, alla legalizzazione della marijuana e appoggia le sanzioni al Venezuela.

I dati sono lì, e chiunque è libero di accettarli o rifiutarli, anche se credo che non ammettano discussione.

Pensare che Biden sia migliore del fascista di Trump, è sempre un’opzione che ci aiuta, inoltre, a sentirci meglio. Qualcosa forse necessario in questi momenti di pandemia e militarizzazione crescenti.

Ma è un’opzione totalmente lontana dalla realtà. Di Barack Obama si è detto qualcosa di simile a quello che si diceva di Kennedy, per il semplice fatto che invece di latrare, come Trump, sorride, ed è afrodiscendente. Sotto la presidenza di Obama furono ideati i golpe contro Fernando Lugo in Paraguay e Manuel Zelaya in Honduras, fu fatta esplodere la “primavera araba”, furono effettuati i bombardamenti israeliani sulla fascia di Gaza con più di 400 bambini morti e 2.400 feriti e gli USA appoggiarono attivamente l’abbattimento del presidente Mohamed Morsi, il primo capo di stato egiziano sorto da elezioni. Mancano Libia, Siria e la brutale guerra in Yemen, tra le altre aggressioni.

Mi sorprende quanto sia facile ingannarci di fronte al cumulo di prove. Se giudichiamo Trump come fascista, che diremmo di Biden? E di Obama?

Mentre continuiamo a credere che sia sufficiente cambiare prepotenti, continueremo ad essere prigionieri degli amministratori di un’azienda agricola, questi non cambiano a meno di espellerli, recuperando la tenuta agricola.

di Raúl Zibechi, 9 novembre 2020

Desinformémonos

Da Comitato Carlos Fonseca

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

BIDENlatinoamericaUsazibechi

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Porti, ferrovie e nuove basi: così il governo Meloni sta militarizzando l’Italia

Il governo accelera sulle infrastrutture militari: nuovi porti, ferrovie e basi in tutta Italia, mentre cresce la protesta contro il traffico di armi

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’11 settembre No al summit della guerra a Roma!

È stato annunciato dal Sole 24 Ore il primo “Defence Summit”, appuntamento programmato dal giornale di Confindustria per l’11 settembre a Roma.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Vicenza – Corteo 13 settembre: “No more bases”

Il corteo è stato organizzato in occasione dell'”Italia-America Friendship Festival” organizzato dall’amministrazione e dalla National Italian American Foundation (NIAF) in occasione dei per i 70 anni di presenza delle basi militari in città.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

To Kill a War Machine. Un documentario su Palestine Action

Palestine Action è un collettivo che da anni porta avanti una campagna di sabotaggi ed iniziative in solidarietà con il popolo palestinese. Di recente il collettivo è stato dichiarato organizzazione terroristica da parte dello stato britannico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Appello per un campeggio No Base territoriale: 5-6-7 Settembre al presidio di Pace “Tre Pini” San Piero a Grado

Mentre crescono le connessioni tra le nostre lotte, sentiamo l’urgenza di continuare ad organizzarci insieme in un nuovo campeggio al Presidio di pace “Tre Pini”, per trasformare il diffuso rifiuto della base militare e della guerra in opposizione concreta.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Si prepara a partire verso Gaza la Global Sumud Flotilla, con il pensiero a Vittorio Arrigoni

Decine di barche con centinaia di persone a bordo, provenienti da 44 Paesi, salperanno da diversi porti del Mediterraneo tra agosto e settembre per raggiungere insieme la Striscia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Strage di giornalisti a Gaza: Anas Al-Sharif e Mohammed Qreiqea assassinati da Israele

Questa notte i giornalisti Anas Al-Sharif e Mohammed Qreiqea sono stati assassinati da Israele in un attacco con drone che ha colpito una tenda di giornalisti davanti all’ospedale Al-Shifa nella città di Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Genova: armamenti e mezzi cingolati al porto. Procura apre inchiesta, presidio dei portuali

La Procura di Genova ha aperto un fascicolo per atti relativi alla nave Bahri Yanbu, il cargo saudita su cui sono stati trovati armamenti e mezzi militari cingolati.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Guerra alla guerra”: dopo l’assemblea nazionale in Val di Susa inizia un percorso di mobilitazione sui territori verso e oltre l’8 novembre a Roma

Riportiamo di seguito gli interventi introduttivi dell’assemblea nazionale tenutasi domenica 27 luglio durante il Festival Alta Felicità in modo da sottolineare le caratteristiche del percorso di mobilitazione contro guerra, riarmo e genocidio in Palestina proposto in tale occasione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

No Muos: spropositato dispositivo di polizia contro chi si oppone a Muos e guerra

Ci teniamo a raccontare cosa è successo il giorno della manifestazione per rendere noto a tutti/e come in Contrada Ulmo si vive in uno stato di polizia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Georges Ibrahim Abdallah uscirà di prigione il 25 luglio, dopo 41 anni di reclusione

Abbiamo tradotto questo testo apparso su ContreAttaque in seguito alla notizia della decisione di fare uscire dal carcere Georges Ibrahim Abdallah dopo 41 anni di reclusione ingiusta, simbolo della persecuzione e dell’attacco da parte di Stati Uniti e Israele in primis e, di conseguenza della totale complicità di uno Stato europeo come la Francia, nei confronti di un militante anti-imperialista, rivoluzionario marxista libanese.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Raffaele Sciortino – L’imperialismo nell’era Trump. Usa, Cina e le catene del caos globale

Che cos’è l’imperialismo oggi, nell’era di Trump? da Kamo Modena Non è una domanda scontata, né una mera speculazione teorica; al contrario, siamo convinti che sia un nodo fondamentale, tanto per chi vuole comprendere il mondo, quanto per chi mira a trasformarlo – partendo, ancora una volta, da dove si è, da dove si è […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Los Angeles, o la fine dell’assimilazione

“Non è nostro compito inventare strategie che potrebbero permettere al Partito dell’Ordine di respingere il diluvio. Il nostro compito è piuttosto quello di individuare quali compiti necessari ci vengono assegnati giorno per giorno, quali forze di creatività, determinazione e solidarietà vengono chiamate in causa, e quali forme di azione appaiono ora ovvie a tutti.”

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Fuoco e ghiaccio: lezioni dalla battaglia di Los Angeles

Traduciamo questo articolo anonimo dal sito ill will. Il testo è del 14 giugno, quindi scritto nei giorni caldi delle rivolte. Ci sembra importante cercare di seguire il dibattito interno al movimento che si sta dando negli Usa, per provare a restituire la complessità delle questioni che esso mette sul tappeto.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Panama: Quasi 200 detenuti e un morto dopo una brutale repressione

l governo di José Raúl Mulino impone lo stato d’emergenza, sospende i diritti costituzionali e silenzia le proteste sociali.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Costruita per Dominare

Pubblichiamo la traduzione del seguente articolo: Palantir sta progettando l’infrastruttura della repressione — e ci sta dicendo il perché. Una nuova campagna di reclutamento è apparsa nei campus delle università d’élite statunitensi nell’aprile scorso. In scuole come Cornell e UPenn, manifesti alle fermate degli autobus, su uno sfondo nero austero, lanciavano un cupo avvertimento: “È […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gli USA bombardano l’Iran, ogni maschera è caduta

Ieri notte gli USA hanno bombardato tre siti nucleari in Iran, quello di Fordo, di Isfahan e di Natanz ufficializzando di fatto l’entrata in guerra al fianco di Israele.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Una resa dei conti coloniale: come la guerra di Israele contro l’Iran riapre vecchie ferite

Riprendiamo di seguito questo articolo di Soumaya Ghannoushi, apparso su Effimera. Condividiamo in gran parte quanto scritto nel testo e nell’introduzione di Effimera, ci teniamo a sottolineare per quanto riguarda il nostro punto di vista che sicuramente quello del multipolarismo rappresenta un orizzonte del desiderio tra le masse del sud del mondo (ed anche qui […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’ombra di Sigonella sui bombardamenti israeliani all’Iran

Passa immancabilmente dalla base siciliana di Sigonella parte del sostegno delle forze armate USA alla guerra di Israele contro l’Iran.  di Antonio Mazzeo, da Pagine Esteri Secondo il sito specializzato ItaMilRadar che monitorizza il traffico aereo militare nel Mediterraneo, nei giorni 13, 15 e 16 giugno sono state documentate lunghe missioni nello spazio aereo prossimo ad Israele, […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Fuck ICE! Note sulla rivolta.

Da giorni Los Angeles è sotto assedio, una vera e propria invasione poliziesca contro i lavoratori migranti ha scatenato un’odata di proteste e resistenza popolare.