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Israele alza barricate alla frontiera con il Libano

Le fattorie di Shebaa sono da decenni al centro di un’accesa controversia territoriale tra Libano, Siria e Israele. Incluse dalle mappe nel territorio siriano sia durante il mandato francese, sia dai confini armistiziali stabiliti tra Siria e Israele nel 1949 dopo la prima guerra arabo-israeliana, vengono rivendicate dal Libano essendo i terreni di fatto di proprietà di cittadini libanesi per lo più residenti nell’attiguo villaggio di Shebaa. Per porre fine alla controversia, Siria e Libano istituiranno negli anni ’50 una commissione congiunta per stabilire a chi debba spettare la giurisdizione, concludendo in favore del Paese dei Cedri. I due stati però non ufficializzeranno mai il verdetto della commissione ragion per cui, quando Israele invaderà il Golan durante la Guerra dei Sei giorni, i territori delle fattorie risulteranno formalmente sotto il controllo siriano. La questione si riaccende nella primavera del 2000, quando le forze dell’UNIFIL sono chiamate a tracciare confini condivisi tra Libano e Israele, per determinare i termini di soddisfazione del ritiro delle truppe dal Libano meridionale imposto allo Stato Ebraico al termine dell’operazione “Pace in Galilea”. La Linea Blu che ne seguirà, basandosi sulle cartografie ufficiali, non includerà le fattorie di Shebaa, le quali continueranno ad essere rivendicate dal Libano come territorio indebitamente occupato dall’esercito israeliano. Seguiranno scontri periodici tra esercito israeliano e miliziani di Hezbollah per il controllo dell’area, che termineranno solo nell’estate del 2006, con la fine della Guerra di Luglio.
Lo scorso 30 Aprile l’esercito israeliano, in accordo con le truppe dell’UNIFIL, ha avviato la costruzione di un muro lungo circa due chilometri e alto fino a sette metri lungo la Linea Blu all’altezza del villaggio di Kfar Kila, per proteggere l’antistante colonia di Metulla da possibili “incursioni nemiche”. L’area delle fattorie di Shebaa interessata ieri dalle operazioni di scavo, per quanto prossima alla zona di costruzione del muro, non rientra nel cantiere concordato in primavera tra Israele e le truppe dell’UNIFIL. C’è quindi da chiedersi quale sia l’intento sotteso a tali manovre, anche alla luce delle nuove tensioni tra Israele ed Hezbollah a seguito della ricognizione del drone Ayoub sulla centrale nucleare israeliana di Dimona lo scorso 7 Ottobre.
Dopo il 7 Ottobre, le violazioni dello spazio aereo libanese da parte dell’esercito israeliano sono diventate sempre più frequenti, con interessanti picchi di intensità in concomitanza di avvenimenti regionali particolarmente delicati per lo stato ebraico. Il giorno dopo l’annuncio del governo iraniano lo scorso 29 Ottobre di essere entrato in possesso dei dati riservati carpiti dal drone Ayoub, i cieli del Libano meridionale, dalla Beqaa a Tiro e Sidone, roccaforte indiscussa del Partito di Dio, sono stati interessati da esercitazioni di attacco aereo a media altezza da parte dell’aviazione israeliana nell’arco dell’intera giornata. Allo stesso modo, le manovre di ieri nell’area delle fattorie di Shebaa, arrivano all’indomani della penetrazione di tre carrarmati Siriani nell’area smilitarizzata del Golan nell’ambito di un’operazione contro le forze ribelli, e in concomitanza con l’annuncio da parte dello Stato Ebraico di nuovi insediamenti in Cisgiordania.
Che Israele si stia dunque servendo del Libano per lanciare messaggi ai suoi più acerrimi avversari?

da NenaNews

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