InfoAut
Immagine di copertina per il post

Israele vuole cacciarci in silenzio

Masafer Yatta è diventata una prigione.

di Chiara Cruciati (*)

PALESTINA. Il caso delle comunità palestinesi alla Camera dei Deputati: a rischio sgombero 12 villaggi e 1.800 persone nel sud della Cisgiordania occupata.
Parlano gli abitanti: «Cosa faremo se ci cacciano? Saremo profughi che muoiono nei vostri mari»

Piove su Roma quando la conferenza stampa indetta da Assopace Palestina alla Camera dei Deputati termina. I tre ospiti, il sindaco di Masafer Yatta, Nidal Younes, il preside della scuola Haitham Abu Subha e l’attivista Eid Hazelin escono, c’è un treno da prendere verso un nuovo incontro.

Un tour promosso da Luisa Morgantini, anima di Assopace, per portare in Italia la storia di un pezzo di Cisgiordania meridionale, dagli anni Ottanta decimata dalla decisione dell’occupazione militare israeliana di farne una zona di addestramento, la famigerata Firing Zone 918. Da allora le terre si sono ristrette, confiscate, la popolazione massimizzata in spazi minimi. Restano 12 villaggi, dove vivono 1.800 persone.

ORA RISCHIANO lo sgombero: a maggio scorso la Corte suprema israeliana ha dato il via libera alla cacciata delle famiglie, aprendo a quello che poco prima in conferenza stampa Francesca Albanese, la relatrice speciale dell’Onu per i Territori palestinesi occupati, definiva «la più grande operazione di sfollamento di palestinesi dal 1967», l’anno in cui iniziò l’occupazione di Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme est.

Il tutto in chiara violazione «del diritto internazionale, dello Statuto di Roma e della Carta delle Nazioni unite» che vietano il trasferimento di popolazione nativa da un territorio illegalmente occupato.

Un’operazione non semplice, nonostante il via libera della Corte, ci spiega Eid Hazelin: «L’esercito cerca di costringere le persone ad andarsene da sole, immagini di un’espulsione forzata potrebbero provocare critiche della comunità internazionale. Per questo ci rende la vita impossibile: ha chiuso le strade tra i villaggi rendendo impossibile muoversi liberamente, portare al pascolo gli animali o raggiungere le terre da coltivare. E ha demolito alcune case».

DEMOLITE così tante volte che oggi non sono che baracche di lamiera e tende, ricorda Laura Boldrini (Pd) che lo scorso anno visitò Masafer Yatta. Con i colleghi presenti in conferenza stampa, Stefania Ascari (5S), Nicola Fratoianni (Si) e Arturo Scotto (Pd), annuncia «una lettera all’ambasciatore israeliano per condannare l’espulsione delle comunità palestinesi e un’interrogazione al governo per chiedere quale sia la sua posizione».
Fratoianni aggiunge un terzo punto: «Va detto al governo italiano di riconoscere lo Stato di Palestina…e va riportato in parlamento il dibattito sulla questione palestinese, in senso politico prima che umanitario».

Nidal Younes, il sindaco di Masafer Yatta, sa bene quanta urgenza c’è: «Nel 1999 ci fu la prima grande espulsione, ci spostarono a chilometri di distanza dalle nostre case. Non può succedere di nuovo. È una pulizia lenta ma etnica continua. Chiedi dove andremo se ci cacceranno ancora? Saremo altri profughi che moriranno nei vostri mari». Intanto, le demolizioni continuano, anche di opere costruite con i soldi della cooperazione internazionale.

IN MACERIE anche la scuola, quella di cui Haitham Abu Subha è preside: «È una struttura molto semplice, come le case in cui i bambini vivono. Senza acqua corrente né elettricità. I bambini subiscono una grande violenza psicologica. Masafer Yatta è una prigione a cielo aperto».
Nessun servizio, in regime di occupazione militare dovrebbe essere il potere occupante a fornirli, ma Israele non lo ha fatto mai.

«Il riconoscimento di un atto illegale – chiosa Albanese – non lo corregge ma rende l’Italia complice e svilisce la funzione del diritto internazionale». Dalle parti di Masafer Yatta non ne resta traccia.

(*) Tratto da Il Manifesto.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

israeleMASAFER YATTApalestinasgombero

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cina: dallo SCO alla parata militare a Pechino

Riprendiamo due interviste da Radio Onda Rossa e Radio Blackout che fanno il punto della situazione dopo i due eventi che hanno visto protagonista Pechino.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Sulle macerie e sulle coste – Dal colonialismo genocidario israeliano alla villeggiatura in Sardegna

I fatti, più o meno, li conosciamo. La popolazione palestinese sta subendo un genocidio da parte dello stato di Israele, appoggiato da complici occidentali.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Renoize 2025, Narco-stato e fascismo criminale in Messico

Un’analisi di contesto e poi specifica sulla “governance criminale” che si perpetua anche sotto i governi progressisti, con numeri drammatici di vittime negli ultimi anni.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: colpita dal cielo a Tunisi la “Family Boat”, imbarcazione della Global Sumud Flotilla

Un drone ha attaccato e colpito la Family Boat, una delle principali imbarcazioni della Global Sumud Flotilla.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: Livorno sa da che parte stare

Da tempo non si vedeva una manifestazione così partecipata a Livorno.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: comandante dell’FPLP ucciso dall’esercito israeliano a Gaza

Il Fronte Popolare di Liberazione della Palestina (FPLP) e la sua ala militare, le Brigate Abu Ali Mustafa, hanno annunciato la morte del comandante dello Stato Maggiore delle Brigate, Dawoud Ahmed Abbas Khalaf.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Occupata la stazione di Pisa in sostegno alla Global Sumud Flottila

Riprendiamo i comunicati di Studentx per la Palestina – Pisa sull’iniziativa svoltasi ieri in solidarietà alla partenza della Global Sumud Flottila che ha visto la partecipazione di migliaia di persone e l’occupazione dei binari della stazione di Pisa.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Global Sumud Flottilla: a Catania in migliaia in corteo. In Palestina il genocidio prosegue

Ieri sera in 15mila a Catania e oltre un migliaio a Siracusa, per augurare “buon vento” alla Global Sumud Flotilla.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La solidarietà con la Palestina blocca la Vuelta a Bilbao

Ieri 3 settembre, dopo giorni di proteste contro la partecipazione della squadra israeliana alla Vuelta, in varie località, la mobilitazione a Bilbao su appello dell’Iniziativa Gernika-Palestina è stata tale da obbligare gli organizzatori ad annullare i risultati della tappa..

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

No alla fiera militare-navale SeaFuture 2025 a La Spezia

Ripubblichiamo il comunicato stampa di Riconvertiamo SeaFuture e del Coordinamento Restiamo Umani di La Spezia che ha lanciato una manifestazione il 27 settembre in occasione della fiera navale – militare “SeaFuture”.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

La società della resistenza e la liberazione degli oppressi. La lunga storia di Hezbollah

Appena il governo di Beirut ha deciso il disarmo di Hezbollah, immediatamente nella capitale sono scoppiate proteste e cortei, non solo opera del partito sciita, ma di molti altri partiti e semplici cittadini.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Appello all’azione! Prigionieri politici palestinesi in sciopero della fame dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti

Abbiamo tradotto questo appello in solidarietà ai prigionieri politici Casey Goonan, attivista per la Palestina americano, e T. Hoxha, attivista inglese di Palestine Action in sciopero della fame dal sito del collettivo Samidoun: Palestinian Prisoner Solidarity Network

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Quarticciolo: 26 e 27 settembre “Alza la voce, alza la testa!” Due giorni di festival per un cambiamento radicale

A Quarticciolo il 26 e il 27 settembre si terrà una due giorni di festival per un “cambiamento radicale”, ancora una volta la realtà romana alza la voce e alza la testa per portare i propri contenuti, le proprie istanze di lotta per una vita dignitosa, per un quartiere sicuro. A partire da questi temi […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

E’ iniziato il campeggio studentesco al presidio di Venaus

Prende avvio il campeggio studentesco No Tav nello storico presidio di Venaus. Questa mattina si è tenuta l’assemblea contro la guerra, il riarmo e contro il genocidio in Palestina, occasione per discutere a partire dalle scuole itinerari di attivazione contro la guerra e per mobilitarsi sui territori in vista del corteo nazionale dell’8 novembre a Roma, lanciato questo luglio durante il Festival Alta Felicità.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

In Piemonte è nato il Coordinamento Regionale per la Palestina!

Ripubblichiamo di seguito la piattaforma lanciata da Torino per Gaza e da molte altre realtà che dà avvio al progetto di Coordinamento Regionale piemontese per la Palestina e che chiama a due appuntamenti per le prossime settimane: sono previste iniziative diffuse sul territorio piemontese il 13 settembre e una grande manifestazione regionale a Torino il 20 settembre.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Killers are not welcome: Tel Aviv – Olbia: soldati in vacanza, bambini sotto le macerie

Ripubblichiamo il comunicato uscito in seguito all’iniziativa tenutasi all’aeroporto di Olbia ieri durante la quale moltissime persone hanno preso parte a un’iniziativa in solidarietà alla Palestina con l’obiettivo di bloccare l’arrivo dei voli di provenienza Tel Aviv.