InfoAut
Immagine di copertina per il post

Italia in Ciad per grande esercitazione militare US Africom

Tamitah Djidingar (Photo by Bardha Azari)    venti paesi (oltre all’Italia, Belgio, Burkina Faso, Danimarca, Canada, Ciad, Estonia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Lituania, Mali, Mauritania, Norvegia, Olanda, Repubblica Ceca, Senegal, Spagna, Stati Uniti e Svezia). “Sotto la guida dello US Special Operations Command Forward – West Africa, Flintlock è un’esercitazione congiunta finalizzata a perfezionare lo scambio d’informazioni a livelli operativi e tattici nella regione del Sahara e a promuovere una più stretta collaborazione e coordinazione”, spiega il Comando di US Africom. “Quest’esercitazione punta all’interoperabilità e alla capacity-building tra le forze militari anti-terrorismo del continente africano, dell’Occidente e degli Stati Uniti d’America. Essa rafforza le istituzioni responsabili della sicurezza e sviluppa la mutua cooperazione tra le nazioni aderenti alla Trans-Sahara Counter-Terrorism Partnership (TSCTP). Flintlock consente inoltre a US Africom di sviluppare le iniziative di addestramento militare e di cooperazione regionale multinazionale”.

La scelta del Comando Usa di svolgere in Ciad la maggiore esercitazione annuale del continente africano, è stata accolta con particolare favore dal governo e dalle autorità militari locali. “Si tratta di un evento importantissimo per la storia militare del nostro paese”, ha dichiarato il generale Zakaria Ngobongue, comandante dell’esercito del Ciad. “Le forze armate nazionali svilupperanno le attività addestrative di Flintlock ‘15 con la consapevolezza di contribuire al rafforzamento delle relazioni tra i militari dei paesi partecipanti e della loro capacità ad assicurare una condizione di stabilità per la crescita e lo sviluppo della regione. Quest’esercitazione premia l’impegno e il progresso dei nostri militari, in tutti questi anni, nel dare sicurezza e stabilità al nostro popolo”.

La disponibilità del Ciad ad ospitare “Flintlock 2015” è stata particolarmente apprezzata da Washington. “L’esercitazione multinazionale è un esempio perfetto della cooperazione regionale e internazionale tra partner africani, europei e nord americani”, ha dichiarato l’ambasciatore Usa in Ciad, James A. Knight. “Flintlock ‘15 si realizza grazie al successo e alle lezioni apprese nel corso delle precedenti esercitazioni, condotte ininterrottamente dal 2005 per ridurre il peso e ogni forma di sostegno delle organizzazioni estremiste violente”.

I giochi di guerra previsti nei prossimi mesi in Ciad sono stati al centro di un affollato convegno sulla “cooperazione alla sicurezza nella regione del Sahel”, tenutosi N’Djamena a metà dicembre, a cui hanno partecipato i leader delle comunità tradizionali del paese, i responsabili delle forze armate nazionali, l’ambasciatore statunitense Knight e il generale James B. Linder, Comandante in capo del Comando Usa per le operazioni speciali in Africa. “Le minacce che provengono dalle organizzazioni estremiste necessitano di un approccio più aggressivo da parte dei paesi della regione maggiormente colpiti”, ha dichiarato Sua Maestà il Sultano Tamitah Djidingar, presidente dell’Association of Tribal Leaders, co-organizzatrice dell’evento. “I militari non devono più essere visti come l’altro e non devono essere un’entità estranea”, ha aggiunto Sua Maestà il Sultano. “La coalizione civili-militari deve essere la cortina che sbarra la strada a tutte le forme d’estremismo, al terrorismo e ai trafficanti. Con l’ospitalità di Flintlock 2015, il Ciad ha un’opportunità unica per migliorare la partnership tra le forze militari della regione e internazionali, così come quella tra la popolazione civile del paese e le sue forze armate. Noi combatteremo insieme e insieme sconfiggeremo il male comune”.

Il Ciad, uno dei paesi più poveri dell’Africa, ha visto accrescere nell’ultimo decennio il proprio ruolo di protagonista politico-militare regionale. “Le crisi in Mali e nella Repubblica Centrafricana, in particolare, hanno fornito a N’Djamena l’opportunità di candidarsi a svolgere un ruolo militare e diplomatico sempre più incisivo in questi difficili teatri”, scrive Vincenzo Gallo in un suo recente studio pubblicato dal Centro Studi Internazionale – Cesi. “Tale atteggiamento proattivo ha avuto il triplice effetto di favorire il rafforzamento delle relazioni con quei Paesi occidentali impegnati nella lotta al terrorismo in Africa, in primis Francia e Stati Uniti, di dimostrare all’opinione pubblica internazionale la volontà del N’Djamena di impiegare le ingenti risorse destinate alla difesa non solo per scopi di sicurezza interna ma anche per il mantenimento della stabilità regionale, e infine di consolidare il proprio ruolo di attore emergente in Africa”.

Le scelte politico-militari del Ciad hanno però comportato enormi sacrifici in termini di risorse economiche e vite umane. “Nell’ultimo decennio gli ingenti introiti derivanti dall’estrazione di petrolio hanno permesso al Presidente ciadiano, Idriss Deby Itno, al potere ininterrottamente dal 1990, di investire cifre considerevoli nel settore difesa”, aggiunge Vincenzo Gallo. Stando ai dati ufficiali, nel 2011 il Ciad ha destinato il 2,6% del proprio PIL alle spese militari. La sola partecipazione alle operazioni in Mali con AFISMA (African-led International Support Mission to Mali) ha comportato una spesa di 114 milioni di dollari circa, mentre più di 30 militari ciadiani hanno perso la vita in combattimento. Discutibile nelle forme e negli esiti il contributo del Ciad alle operazioni di peacekeeping dell’Unione africana nella Repubblica Centrafricana; nell’aprile 2014, il governo ha formalizzato il ritiro del contingente di 850 soldati, dopo che era stato documentato che alcuni militari ciadiani avevano aperto il fuoco in modo indiscriminato contro i civili.

Attualmente, tra i maggiori fornitori di armi al paese africano compaiono l’Ucraina, il Belgio, la Russia, Israele, la Cina e, immancabilmente l’Italia. Nel 2014 l’azienda Alenia Aermacchi (gruppo Finmeccanica) ha consegnato all’Aeronautica militare ciadiana un aereo per il trasporto tattico C-27J “Spartan”. Un altro C-27J era stato consegnato nel dicembre 2013. Per i due velivoli, il regime di N’Djamena ha sborsato più di 106 milioni di dollari; l’accordo con Alenia Aermacchi ha previsto pure la fornitura di supporto logistico, parti di ricambio, kit di protezione balistica, ricerca e soccorso.

Antonio Mazzeo da Il pane e le rose

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

AfricaarmiciaditaliaUsa

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele e Turchia premono sulla Siria del Sud-Ovest e del Nord-Est

In queste giornate di repentini cambiamenti vogliamo fare il punto con Eliana Riva, caporedattrice del giornale di informazione Pagine Esteri, rispetto a due elementi di particolare pressione sul territorio siriano, ossia Israele da un lato e la Turchia dall’altro.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kobane pronta a resistere all’imminente invasione guidata dalla Turchia

Le Forze Democratiche Siriane (SDF), martedì, hanno lanciato un duro monito contro l’imminente invasione di Kobane da parte della Turchia. Sottolineando la storica resistenza della città, le SDF hanno giurato di difenderla insieme al suo popolo, facendo appello alla solidarietà internazionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: la Turchia ammassa le truppe al confine e bombarda Kobane

Siria. La Turchia continua ad ammassare truppe al confine per invadere con le sue milizie jihadiste la città di Kobane, simbolo della lotta anti-Isis e della rivoluzione confederale del nord-est siriano. Da questo martedì 17 dicembre in corso anche bombardamenti di artiglieria sulla città.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: la sfida di una ricostruzione indipendente dagli interessi imperialisti

Abbiamo posto alcune questioni a Yussef Boussoumah, co-fondatore del Partito degli Indigeni della Repubblica insieme a Houria Bouteldja e ora voce importante all’interno del media di informazione indipendente Parole d’Honneur a partire dalla caduta del regime di Bachar Al Assad in Siria.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La fine di Assad e l’inizio del califfato all’ombra di Ankara scompongono il mosaico siriano

La repentina caduta del regime alauita degli Assad riporta alla luce le fratture della Siria postcoloniale, frutto malsano dell’accordo Sykes Picot del 1916 fra Francia e Gran Bretagna, che ha diviso in modo arbitrario i territori che appartenevano all’impero ottomano.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gli USA minacciano la Siria: via le sanzioni solo se Damasco abbandonerà Teheran

Caduta Aleppo, si combatte intorno a Hama. Ieri migliaia di miliziani di Ha’yat Tahrir al Sham (Hts) e di altre formazioni jihadiste appoggiate dalla Turchia hanno ripreso ad avanzare verso la città un tempo roccaforte dell’islamismo sunnita. Incontrano la resistenza delle forze governative che sembrano aver in parte ricompattato i ranghi dopo il crollo ad […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Oltre 800 banche europee investono 371 miliardi di euro in aziende che sostengono gli insediamenti illegali in Cisgiordania

La Coalizione Don’t Buy Into Occupation nomina 58 aziende e 822 istituti finanziari europei complici dell’illegale impresa di insediamenti colonici di Israele.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: jihadisti filo-turchi entrano ad Aleppo. Attacata anche la regione curda di Shehba

In Siria a partire dal 27 novembre, milizie jihadiste legate alla Turchia hanno lanciato un’offensiva dalla regione di Idlib e raggiungendo i quartieri occidentali di Aleppo. Come sottolinea ai nostri microfoni Jacopo Bindi, dell’Accademia della Modernità Democratica, l’Esercito nazionale siriano, responsabile di attacchi nella regione di Shehba, è strettamente legato ad Ankara. Questo gruppo, che […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Una fragile (sanguinosa) tregua

Alle 10 di questa [ieri] mattina è partita la tregua di 60 giorni (rinnovabile) tra Israele e Hezbollah, orchestrata dagli Stati Uniti e in parte dalla Francia. Una tregua fragile e sporca, che riporta la situazione ad un impossibile status quo ex ante, come se di mezzo non ci fossero stati 4000 morti (restringendo la guerra al solo Libano) e 1.200.000 sfollati su un paese di circa 6 milioni di abitanti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Entra ufficialmente in vigore il cessate il fuoco tra Libano e Israele

Riprendiamo l’articolo di InfoPal: Beirut. Il cessate il fuoco israeliano con il Libano è entrato ufficialmente in vigore mercoledì alle 4:00 del mattino (ora locale). Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato martedì sera che il suo governo ha approvato un accordo di cessate il fuoco con Hezbollah in Libano, dopo settimane di colloqui […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Cosa ci dicono le catene del valore? Dipendenza, crisi industriali e predazione finanziaria

Il dibattito politico profondo latita e ci si scanna per lo più su ciò che intimamente si desidera, invece che su ciò che concretamente succede. Per sbrogliare questa matassa forse dobbiamo fare un passo indietro e porci alcune domande su dove sta andando il capitalismo. In questo caso lo faremo con un occhio di riguardo […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Il sintomo Mangione

Si è già detto tutto e il contrario di tutto sull’identità di Luigi Mangione, il giovane americano che qualche giorno fa ha ucciso a Manhattan il CEO di United HealthCare…

Immagine di copertina per il post
Traduzioni

“A fistful of dripping hate” Intervista a Phil A. Neel (Eng version)

Trumpism, war and militancy The year 2024 has been dense with significant events. Complexity is in motion, we see it accelerating in political transformations, electoral or otherwise, in the winds of war blowing across the globe, in social and political phenomena that are increasingly difficult to interpret with traditional keys. To try to provide us […]

Immagine di copertina per il post
Formazione

Leonardo occupata: costruire una prassi per boicottare la guerra

L’Intifada ha annunciato sin dall’inizio dell’anno accademico l’intenzione di proseguire con l’azione di boicottaggio contro Israele e i suoi alleati.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il coltello alla gola – Inflazione e lotta di classe

Con l’obiettivo di provare a fare un po’ di chiarezza abbiamo tradotto questo ottimo articolo del 2022 di Phil A. Neel, geografo comunista ed autore del libro “Hinterland. America’s New Landscape of Class and Conflict”, una delle opere che più lucidamente ha analizzato il contesto in cui è maturato il trumpismo, di cui purtroppo tutt’ora manca una traduzione in italiano.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Contro Stato e dirigent3 tutto e subito all3 student3!

Scendiamo in piazza, il 15 novembre, pochi giorni prima dalla giornata dell3 student3, contro un sistema scolastico devastato da continui tagli ai fondi pubblici, dall’autoritarismo e dalla repressione che tende ad insinuarsi anche nei nostri luoghi del sapere e da una didattica che non pone al centro lo sviluppo del pensiero critico bensì una valutazione numerica.