InfoAut
Immagine di copertina per il post

Itamar Ben Gvir mette al bando la bandiera palestinese

Il nuovo Ministro della Sicurezza Nazionale israeliano ha vietato l’esposizione dei colori della bandiera palestinese negli spazi pubblici. È l’ultimo tentativo israeliano di cancellare l’identità palestinese.

Fonte: English version
Di Mariam Barghouti – 9 gennaio 2023

Immagine di copertina: Il politico di destra Itamar Ben Gvir alla Porta di Damasco nella Città Vecchia di Gerusalemme, giugno 2021. (Foto: Yonatan Sindel/Flash90)

Lunedì 9 gennaio il Ministro della Sicurezza Nazionale israeliano, Itamar Ben Gvir, ha vietato l’esposizione della bandiera palestinese in tutti gli spazi pubblici.

Questo ordine fa parte di una recente serie di crescenti attacchi contro i palestinesi da parte del nuovo governo israeliano di estrema destra.

Il ministro israeliano ha scritto sul suo profilo Twitter personale di aver “ordinato alla polizia israeliana di far rispettare il divieto di esporre qualsiasi bandiera dell’OLP che mostri l’identificazione con un’organizzazione terroristica dagli spazi pubblici e di fermare qualsiasi incitamento contro lo Stato di Israele. Combatteremo il terrorismo e l’incoraggiamento al terrorismo con tutte le nostre forze!”

Per i palestinesi, questo è solo l’ultimo passo nell’esecuzione da parte di Israele della sua Legge sullo Stato-Nazione Ebraico, che crea un quadro giuridico per consolidare il suprematismo ebraico in Palestina.

Una politica di cancellazione

Nel giugno dello scorso anno, la Knesset (Parlamento) ha approvato con successo una nuova legge che vieterebbe la bandiera palestinese nelle istituzioni finanziate da Israele. Il deputato israeliano di destra, Eli Cohen, ha giustificato la mossa etichettando la bandiera palestinese come una “bandiera nemica”.

Sebbene il bando della bandiera palestinese non sia un tentativo recente, l’intervento di un’intera forza di polizia contro un atto che comporta l’esposizione di un pezzo di stoffa non ha precedenti.

L’ultima mossa di Ben Gvir è una grave recrudescenza nell’uso dell’impunità israeliana per cancellare la visibilità palestinese, in particolare dopo la Rivolta dell’Unità del 2021, che ha visto la mobilitazione collettiva dei palestinesi attraverso le barriere geografiche e socio-culturali imposte dalle pratiche di Apartheid israeliane.

Nel marzo 2022, le autorità israeliane hanno lanciato ufficialmente l’Operazione Frangiflutti, che includeva l’assegnazione di 180 milioni di Shekel (48.330 euro) alla polizia israeliana. Il 2022 è stato l’anno più mortale per i palestinesi in Cisgiordania e ha caratterizzato la più ampia resistenza armata e disarmata contro il colonialismo israeliano dalla Seconda Intifada.

La recente criminalizzazione dei colori della bandiera palestinese è una continuazione di questo recente assalto israeliano. Ed è una forma di cancellazione contro il popolo palestinese.

“È una cancellazione e una forma di criminalizzazione di ogni atto di resistenza e identità palestinese”, ha detto Linda Tabar, professoressa palestinese di relazioni internazionali all’Università del Sussex.

Da Nazareth, Tabar ha riflettuto sulla recente recrudescenza alla luce di ciò che significa per i palestinesi con cittadinanza israeliana all’interno dello Stato israeliano. “È un ennesimo tentativo di negare l’esistenza palestinese”, ha detto Tabar, “ci stanno soffocando”.

Uno Stato colonizzatore

“C’è uno Stato fascista al potere”, ha detto l’attivista di Gerusalemme Jalal Abu Khater, riflettendo sul recente atto di palese aggressione ai palestinesi da parte del nuovo governo israeliano “Ed è simboleggiato dall’arrivo di Ben-Gvir come ministro”.

Itamar Ben-Gvir, 46 anni, è salito alla ribalta negli ultimi due anni dopo l’intensificarsi degli attacchi contro i palestinesi nel quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme, nel maggio del 2021, durante l’assalto della polizia e dei coloni contro i palestinesi soprannominato Operazione Guardiano delle Mura.

Prima di allora, non era una figura significativa all’interno del movimento dei coloni, ma piuttosto era un volto familiare all’interno del sistema criminale israeliano. Quando l’attuale ministro aveva 18 anni, l’esercito israeliano rifiutò il suo arruolamento, ritenendolo troppo pericoloso.

Quanto detto nelle dichiarazioni di Ben-Gvir è evidenziato anche nel riferimento alla bandiera palestinese come “bandiera dell’OLP”, che associa la bandiera nazionale palestinese all’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, fondata nel 1964 e attualmente presieduta da Mahmoud Abbas, attuale Presidente dell’Autorità Palestinese e uno dei co-fondatori del Partito Fatah.

L’OLP è anche la controparte istituzionale degli Accordi di Oslo, firmati nel 1993-1994 da Yitzhak Rabin e Yasser Arafat. Ben-Gvir aveva rubato l’emblema della Cadillac dall’auto di Rabin settimane prima che il Primo Ministro venisse assassinato durante una manifestazione a sostegno degli Accordi di Oslo.

“Chiamarla bandiera dell’OLP è anche un tentativo di delegittimare qualsiasi accordo raggiunto a Oslo. Nella Prima Intifada non era permesso portare una bandiera”, ha detto il professor Tabar. In questo senso, Ben-Gvir prefigura uno Stato israeliano governato dal dominio dei coloni.

“La legge è uno strumento così coercitivo nelle loro mani che la usano per legalizzare la repressione e la violenza, e l’oppressione coloniale dei coloni”, ha spiegato Tabar. “La legge è solo uno strumento per aiutarli in questo processo”.

Mariam Barghouti è la corrispondente palestinese di Mondoweiss.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

Ben Gvircoloniisraelepalestina

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Guerra alla guerra

Un appello per la costruzione di un percorso contro la guerra, il riarmo e il genocidio in Palestina Facciamo appello a tutti e tutte coloro che sentono la necessità di sviluppare un percorso largo e partecipato contro la guerra, contro il riarmo dell’Europa e il genocidio in Palestina. A tutt coloro che già si mobilitano […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Haaretz: soldati israeliani sparano deliberatamente contro richiedenti aiuti disarmati vicino ai siti di distribuzione sostenuti dagli USA a Gaza

“È un campo di sterminio“, ha detto un soldato. “Dove ero di stanza, venivano uccise da una a cinque persone ogni giorno. Vengono trattate come una forza ostile”

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Vertice Nato: servili o complici?

Entro il 2035 la spesa militare dei 32 paesi della Nato dovrà raggiungere il 5% del PIL.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Russia formalmente sostiene l’Iran, ma mantiene un difficile equilibrio nello scacchiere mediorietale.

Con l’Iran la Russia ha un accordo strategico che però non prevede l’assistenza militare reciproca formalizzato nel Trattato di partenariato strategico del gennaio 2025, in realtà  è un accorod molto più all’insegna del pragmatismo e degli interessi reciproci anche perchè Mosca continua ad avere buone relazioni con Israele non fosse altro perchè un sesto circa della popolazione israeliana è costituito da russi di origine più o meno ebraica.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Roma: bilancio delle due manifestazioni nazionali di sabato 21 giugno contro guerra, riarmo e genocidio

Sabato 21 giugno, a Roma, si sono svolte due manifestazioni nazionali contro la guerra, il riarmo e il genocidio a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia: le loro armi, i loro profitti, i nostri morti

Più di 4.000 persone hanno manifestato e portato avanti delle azioni contro l’Air Show di Parigi, il commercio della morte e a sostegno della Palestina.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gli USA bombardano l’Iran, ogni maschera è caduta

Ieri notte gli USA hanno bombardato tre siti nucleari in Iran, quello di Fordo, di Isfahan e di Natanz ufficializzando di fatto l’entrata in guerra al fianco di Israele.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: media e organizzazioni documenteranno con una Missione di Osservazione la persecuzione politica a Eloxochitlán

Si tratta della prima missione di osservazione a Eloxochitlán che sorge “come una risposta urgente” alla violenza politica e giudiziaria contro la popolazione

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Difendere Anan, Alì e Mansour significa difendere la resistenza del popolo palestinese

Udienze ed iniziative all’Aquila Il 25, 26, 27 giugno si terranno al tribunale dell’Aquila tre udienze consecutive del processo ad Anan, Alì e Mansour, tre palestinesi accusati di proselitismo e finanziamento del terrorismo, contemporaneamente si terranno alcune giornate di mobilitazione. La corte ha intenzione di arrivare alla sentenza entro il 10 luglio. Le iniziative proposte […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

l’Occidente che uccide:retoriche vuote per giustificare l’ingiustificabile.

L’idea che si possa “difendere la civiltà” a suon di bombe e crimini di guerra è il paradosso fondativo del progetto coloniale. E oggi è il cuore della propaganda bellica israeliana, e di chi la sostiene in Occidente.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Montichiari: cancellato il volo con i missili in transito.

Vittoria per lavoratrici e lavoratori. Revocato lo sciopero.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Chi importa in Europa il gas di Israele?

Le guerre di Israele si nutrono anche di gas: quello estratto dai giacimenti offshore di Tamar, Leviathan, Karish e Tanin (questi ultimi contesi con il Libano), e in previsione anche di quello sottratto ai palestinesi nei mari di fronte a Gaza. di Collettivo Gastivists, da ECOR Network Come è noto, nell’autunno 2023 il Ministero dell’Energia […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Una resa dei conti coloniale: come la guerra di Israele contro l’Iran riapre vecchie ferite

Riprendiamo di seguito questo articolo di Soumaya Ghannoushi, apparso su Effimera. Condividiamo in gran parte quanto scritto nel testo e nell’introduzione di Effimera, ci teniamo a sottolineare per quanto riguarda il nostro punto di vista che sicuramente quello del multipolarismo rappresenta un orizzonte del desiderio tra le masse del sud del mondo (ed anche qui […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Ma quale “imperialismo iraniano”?

Per un attimo ci siamo illusi/e che di fronte a fatti di questa portata la priorità fosse quella di capire come opporsi, dal nostro lato di mondo, al caos sistemico che Israele, con l’appoggio degli Stati Uniti, sta portando sulla regione.