La Striscia di Gaza ancora sotto attacco
Nella giornata in cui si svolgevano le celebrazioni per le molte vittime di appena tre anni fa, in quella terra che ancora soffre delle distruzioni e dei bombardamenti israeliani di allora, un nuovo attacco aereo è andato a colpire la Striscia di Gaza. Il raid aereo, che ha colpito l’area di Jabaliya, segue a poca distanza un’altra offensiva militare che nella giornata di ieri ha ferito gravemente un tredicenne, nei pressi del luogo dell’attacco di quest’oggi.
Nell’attacco di oggi un palestinese è stato ucciso ed almeno altri due sono stati feriti. La vittima è Abdallah Telbani; ancora poche sono le certezze sull’accaduto, le autorità israeliane affermano che la vittima sarebbe stato un membro della Jihad, organizzazione islamica della resistenza palestinese. Secondo i comandanti israeliani la cellula di cui Abdallah faceva parte non avrebbe rispettato la tregua imposta da Hamas; un cessate il fuoco da molti contestato e tutt’altro che rispettato dai soldati israeliani.
Anche sulle dinamiche del bombardamento di quest’oggi non c’è ad ora nessuna chiarezza; mentre Hamas in un comunicato afferma che un aereo da guerra israeliano ha bombardato la Striscia durante un’incursione, gli ufficiali israeliani si limitano a confermare l’attacco affermando che la vittima faceva parte di “una squadra legata alle recenti azioni terroristiche che provengono dalla Striscia”.
Mentre non si fermano i lanci di colpi di mortaio da parte delle fazioni palestinesi che hanno deciso di non abbandonare le armi, il governo israeliano, lo stesso che definisce terroristici gli attacchi delle fazioni palestinesi, continua in tutti i territori palestinesi a portare avanti le pratiche coloniali, uccidendo, espropriando territori, costruendo barriere, arrestando e reprimendo.
L’attacco di quest’oggi giunge in momento in cui il governo israeliano, mentre cerca di far la bella faccia con l’occidente liberando 1000 palestinesi, ne imprigiona altri 3000 nel solo 2011; quello stesso regime, da molti definito “democratico”, che continua a mantenere l’assedio nella Striscia di Gaza rendendola la più grande “prigione a cielo aperto”. Una prigione si, un luogo perennemente martoriato in cui l’attacco di quest’oggi ha provocato solo l’ennesima vittima, ma una terra in cui i palestinesi non accettano di sottomettersi; una terra che continua a resistere.
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