Messico, ancora scomparsi i 20 studenti dopo l’attacco dei granatieri
Altri 13 sono detenuti e 8 sono stati ricoverati nell’Ospedale Generale di Chilpancingo, Dr. Raymundo Abarca Alarcón. Dalla Normale informano che almeno 4 di loro presentano un quadro grave.
L’attacco
Circa 250 normalisti su 7 autobus erano giunti nel pomeriggio nella città di Chilpancingo. L’attacco è avvenuto quando stavano tornando verso la Normale Isidro Burgos, lungo la strada che unisce questa città a Tixtla del Guerrero.
“I federali ci stavano inseguendo, negli autobus ci stavano sentendo male. Senza nessuna parola o ordine hanno attaccato i due autobus che stavano più indietro, hanno rotto i finestrini e hanno gettato dentro i gas lacrimogeni. Una pattuglia ha colpito una porta affinché non si aprisse e non potessero scendere” racconta Ángel Suárez, uno degli studenti che era presente all’attacco.
I cinque autobus che erano avanti hanno raggiunto il casello di Tixla, durante l’attacco ai due che erano indietro. “Al casello, pattuglie di federali bloccavano il passo. Un paio di ragazzi si sono avvicinati per sistemare con quelli del casello, ma hanno caricato le cartucce e ci hanno puntato contro, non hanno sparato, non sono giunti a concretizzare”.
I circa cento studenti che viaggiavano nei cinque autobus avanti, vedendo il dispiegamento che ha comportato circa 600 effettivi tra agenti della polizia federale, statale, granatieri ed Esercito, sono fuggiti sui due lati della strada.
“In quel momento abbiamo scelto di fuggire verso le colline. Gli antisommossa ci hanno seguito per circa cinquanta metri, ma non erano agili a causa dell’equipaggiamento. Abbiamo camminato per circa tre ore fino alla Scuola. Alcuni erano feriti, feriti in testa, gli mancava l’aria, si sentivano già male dagli autobus. Mi è toccato vedere un ragazzo che hanno afferrato, gli hanno tolto i vestiti e lo hanno colpito, ammanettato al suolo. Hanno anche sparato proiettili di gomma”.
Angel racconta che ci sono gruppi di genitori di normalisti che stanno cercando gli studenti mancanti, così come di varie organizzazioni che si sono unite nella ricerca nei dintorni dei monti di Tepoltzin. Nella Normale si lavorerà tutta la notte controllando liste e confermando le informazioni dei vari ospedali della zona.
“Nella scuola siamo tranquilli ma in allerta per qualsiasi situazione che potrà crearsi. Siamo stati attaccati in modo brutale, senza pietà, selvaggiamente. È stato indegno vedere questa situazione ma continueremo ad andare avanti. Anche se abbiamo dei compagni feriti, se la situazione che stiamo passando ora è difficile, continueremo. Invece di spegnere il movimento questo fa sì che ci dia più forza”.
12 novembre 2015, Desinformémonos di Fran Richart/Eliana Gilet
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