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Michels démission: i Gilet Jaunes in piazza a Bruxelles, scontri con la polizia

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Da questa mattina circa un migliaio di persone si è radunata nei pressi della stazione di Art-Loi, a Bruxelles, ed è partita in corteo selvaggio al grido di Michels démission.

Al centro della mobilitazione le dimissioni del governo belga Michels che, da tempo, si è reso protagonista di numerosi provvedimenti che hanno determinato un generale aumento del carovita ed hanno colpito i migranti, il mondo del lavoro, il sistema previdenziale.I manifestanti hanno lanciato pietre e sassi alla polizia, che sta rispondendo con idranti e gas lacrimogeni. Le forze dell’ordine non riescono però a disperdere i manifestanti che, determinati, si dirigono in questi minuti verso il centro città. 

Dall’inizio della settimana i belgi fanno eco a quanto avviene in Francia. La mobilitazione di oggi, lanciata dal coordinamento Gilet Jaunes belga, arriva dopo diversi blocchi nei giorni scorsi ai depositi petroliferi in Vallonia, la regione meridionale, francofona e più povera del Belgio, soprattutto al confine francese. Tra il 21 e il 22 novembre sono stati bloccati numerosi depositi petroliferi, tra cui due di grandi dimensioni a Feuly, dove 400 persone si sono scontrate con la polizia, e a sud di Bruxelles. Il governo belga ha subito puntato il dito contro la violenza e ha criminalizzato il movimento definendo inaccettabili le violenze. Michels ha dichiarato di voler reprimere anche con la forza, se necessario, il movimento, e ha indicato la presenza di estremisti e ultras infiltrati nelle mobilitazioni.

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Anche in Belgio, come in Francia, la composizione dei Gilet Jaunes è estremamente eterogenea e variegata. Ma, come scrivono i compagni dal Belgio, nonostante la complessità di un movimento la cui confusione rappresenta probabilmente il miglior specchio della società odierna, la mobilitazione messa in atto dai Gilet Jaunes merita un occhio di riguardo anche in terra belga. Sapersi rapportare ad un fenomeno del genere, imparare ad analizzarlo, comprenderlo, attraversarlo e, se possibile, influenzarlo, rappresenta una strada obbligata per chi vuole sfidare il presente.

 

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