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Occupy Bankia: no alle banche, no agli sfratti!

 

Puoi spiegarci i motivi che hanno portato alla nascita di questo presidio, e gli obiettivi che vi state ponendo?

 

Una delle tante azioni che in questo periodo si stanno facendo qui a Madrid e in Spagna è questo presidio, che da 15 giorni sta bloccando la sede centrale di Bankia, vicino a Sol. Bankia è uno dei maggiori enti ad aver ricevuto denaro pubblico per arginare la sua crisi, circa 27 miliardi di euro statali e dell’UE, finanziamenti appoggiati dalla BCE, dalla Merkel, dal Banco de Espana, così come dallo stesso governo spagnolo. La protesta è stata ispirata dall’azione di una donna che ha scelto di fare sciopero della fame qui davanti, fino ad ottenere la “daciòn en pago”, una provvedimento giuridico che determina la fine del mutuo pregresso e l’assegnazione di un alloggio.

 

In Spagna ci sono persone che da 8, 10, 15 anni continuano a pagare mutui senza avere la casa e senza che il mutuo si riduca, ma anzi a volte il mutuo stesso aumenta in maniera spropositata. Questo comporta che una persona sfrattata, che ancora non ha totalmente risolto i problemi derivati dal mutuo, si ritrovi a negoziare per un posto letto a 200,300,400 euro mentre deve ancora pagare il precedente mutuo.. Potete capire che tutto ciò è ovviamente insostenibile per il 99% delle persone colpite da questa situazione. A volte si riesce in maniera individuale ad ottenere la “daciòn”, anche se la gente spera di arrivare alla contrattazione dei cosiddetti “alquileres sociales”, gli affitti sociali che calmierano i costi complessivi a seconda delle possibilità dei richiedenti.

 

Questa situazione sta avendo molto risalto sui media? Riuscite a mobilitare su una questione così forte e quantomai di attualità per tantissimi cittadini? Come si muove il governo spagnolo sul tema?

 

Le proteste contro gli sfratti e le logiche persecutorie delle banche hanno catalizzato l’interesse non solo delle reti sociali e dei media nazionali, ma anche quello di tantissimi networks e media di tutto il globo: cileni, boliviani, venezuelani, finlandesi, italiani… Proprio oggi intanto è in corso la prima udienza del processo contro i 33 consiglieri di amministrazione di Bankia. Anche se manca all’appello l’ex-direttore che per 17 anni ha guidato le attività di Bankia, è coinvolto invece Rodrigo Rato con altri 32 consiglieri, molti dei quali intrallazzati con il PP così come con il Psoe, ma anche con sindacati. 33 persone che stanno ora deponendo le loro dichiarazioni e che rischiano intorno ai 5 anni di condanna ciascuno.

 

Sappiamo bene che questo non è un risultato molto facile da ottenere, però già delle condanne sarebbero un primo passo, nonché un esempio di fronte al governo e alle istituzioni europee di come l’unione faccia la forza di fronte agli abusi sopraelencati. A livello mediatico il governo ha cercato di calmare le acque annunciando che rimetterà in discussione la legge del 1909 che regola gli sfratti e le conseguenze di questi. Dopo un secolo di travolgimenti epocali, questa legge è rimasta ancora in vigore, e risulta incredibile perchè sancisce che uno sfrattato abbia meno diritti di fronte alla legge di un qualsiasi tipo di delinquente.

 

Quali reti si stanno muovendo in questa mobilitazione? Con quali proposte?

 

La piattaforma PAH (plataforma de los afectados por la hypoteca), per esempio, nasce molto prima dell’esplosione del 15M e grazie a quell’emersione politica ha avuto ancora maggiore visibilità. Sulla spinta delle molteplici iniziative degli indignados , tutte interconnesse tra di loro nonostante i diversi temi toccati, si è arrivati a fare notevoli passi avanti, come l’attuale campagna per la promozione di un referendum popolare riguardo alla possibilità di dilazionare il pagamento dei mutui come degli affitti sociali.

 

Tuttora gli sforzi non solo di PAH ma di molte altre piattaforme è quello di sensibilizzare il più possibile per arrivare, chissà, entro due mesi, a mezzo milione/ un milione di firme. Per ora solo qui in due settimane siamo già a 50.000, grazie alla rotazione costante durante tutto il giorno di una decina di volontari per turno. Anche questa modalità di azione ci fa capire che qualcosa si può fare, a prescindere da come andrà pure questo intento è un piccolo passo per dire a tutta la società che possiamo arrivare lontano se solo lo si vuole in tanti.

 

Pensate che solo oggi son stati evitati 3 sfratti in 3 modalità diverse anche se tutte e 3 dovute ad azioni legali. Ovviamente, col crescere del numero dei casi in cui si sta riuscendo a scongiurare numerosi sfratti, anche la controparte si sta organizzando nel tentativo di rompere qualsiasi possibilità di unire le singole vertenze. Il nodo politico essenziale è la linea che il governo ma il Parlamento in generale vuole tenere in questa fase. Ossia annunciare che farà qualcosa per modificare la situazione ma senza cambiare la legge del 1909, ben consci del fatto che il referendum a differenza dell’Italia, non hanno valore vincolante (e già sapete poi che anche dove è vincolante come da voi l’esito referendario viene annacquato nello stesso modo).

 

Non è solo il livello legale che ovviamente interessa le lotte contro mutui e sfratti. All’ordine del giorno ci sono occupazioni di edifici di proprietà delle banche e di appartamenti sfitti legati a società che a quelle banche si affidano finanziariamente. C’è in generale un contesto preoccupante perchè aldilà del problema relativo al caso Bankia ci sono decine e decine di migliaia di persone che dopo aver messo da parte risparmi per una vita possono ritrovarsi da un momento all’altro in strada.

 

Ciò è la conseguenza delle politiche del governo sotto l’egida di Bruxelles che dispongono alle banche non solo la possibilità ma l’obbligo di congelare i soldi dei contribuenti da 1000 a 90.000 euro frutto dei risparmi di una vita impedendone l’accesso ai contribuenti stessi solo perchè risparmiatori e mai investitori. Quando diciamo a tutta l’Europa che questa crisi è una grande truffa è anche soprattutto per questo: centinaia di migliaia di persone sull’orlo della rovina con i loro risparmi congelati, usati per salvare i bilanci delle banche che li massacrano!

 

Come vedete la prospettiva futura delle dispute relative al diritto alla casa?

 

Dobbiamo fermare assolutamente questa deriva prima che porti a un disastro di proporzioni incalcolabili. E’ una situazione difficilissima, ma che vede una risposta di solidarietà e mutualità di tanti e tante che portano i loro aiuti, senza intermediazioni statali, a quelli che già dormono per strada. Persone che si impegnano affinchè qualsiasi forma di alloggio sociale, cosi come le occupazioni di stabili, vengano garantite e rese possibili. E’ ovvio che questo non basta, lo testimoniano i suicidi dovuti all’impossibilità di pagare che avvengono anche qui, come in Grecia o Portogallo. Ovviamente parliamo di suicidi nella misura in cui possiamo definirli anche omicidi bianchi..capite bene di che parliamo, del ruolo dello Stato in questi processi.

 

Registriamo una inversione di tendenza quantitativa nelle campagne di lotta che stiamo portando avanti; ogni giorno sempre più persone di diverse estrazione sociale si avvicinano e vogliono contribuire. Così non è raro che persone che non appartengono alle piattaforme, non immediatamente militanti insomma, si ritrovino a organizzare occupazioni di case o a reclamare sotto gli istituti bancari. Questo avviene perchè la sensazione diffusa è che siamo ancora lontani dal toccare il fondo e la moltiplicazione di iniziative ci indica che nella gente c’è voglia di agire direttamente e concretamente contro la crisi anche perchè i media generalisti iniziano a dare più spazio a queste notizie.

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