Paesi Baschi, è morto il prigioniero politico Iosu Uribetxebarria
Iosu, ex militante di ETA, aveva 60 anni ed era stato arrestato nel 1997 con l’accusa di avere ucciso tre Guardia Civil e avere contribuito al rapimento del funzionario delle carceri José Antonio Ortega Lara; per queste accuse era stato condannato a 178 e 32 anni di carcere, non senza prima essere lungamente torturato dalle forze dell’ordine spagnole provando sulla propria pelle le atrocità del sistema penitenziario più repressivo d’Europa.
Nel 2005, mentre Iosu si trovava in carcere, gli era stato diagnosticato un cancro, ma nonostante le ripetute richieste la Giustizia spagnola non gli aveva concesso un permesso per curarsi fino all’agosto 2012, quando venne trasferito dal carcere di León all’ospedale Donostia. La settimana dopo iniziò uno sciopero della fame – che sarebbe poi durato quindici giorni – per chiedere la sua liberazione e “un trattamento decente”, ritenendo inaccettabile che, oltre a lui, altri quattordici detenuti gravemente malati si trovassero in carcere in quello stesso momento.
Ci furono allora manifestazioni e gesti di solidarietà per il prigioniero originario di Arrasate, e anche grazie a questa campagna di sensibilizzazione popolare il 30 agosto 2012 l’Audiencia Nacional accolse la richiesta di rilasciare Iosu per “motivi umanitari”, concedendogli la libertà vigilata.
Nell’aprile di quest’anno, un giudice ha decretato che venisse applicata la misura degli arresti domiciliari per Iosu, misura che è stata revocata soltanto due mesi e mezzo più tardi nonostante la situazione clinica fosse disperata. Ancora la scorsa settimana era arrivata una nuova condanna a 29 anni per l’ex etarra, a dimostrazione di quanto sia ancora oggi infame e vendicativa la politica carceraria dello stato spagnolo.
Solo qualche ora prima che Iosu morisse, la portavoce della autodefinitasi Associazione Vittime del Terrorismo (che riunisce nostalgici del regime franchista e nazionalisti spagnoli) ha definito “vergognoso” il fatto che un prigioniero politico fosse da “due anni e mezzo in congedo della sua famiglia”.
I famigliari hanno invece sottolineato come, nonostante la sofferenza provocata da una gravissima malattia, Iosu “è stato incarcerato sia in ospedale che in casa, accentuando così la sua sofferenza”.
Oggi, alle ore 19.00, si terrà un raduno nella piazza di Arrasate per chiedere la fine della dispersione e l’immediato rilascio dei prigionieri politici gravemente malati. Il funerale civile si terrà domani, sabato, alle ore 12.00 nel parco Aldai di Arrasate.
Agur eta Ohore Iosu, che la terra ti sia lieve.
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