Palestina all’Onu: limiti e possibilità di un riconoscimento
Domani arriva il giorno tanto atteso: la Palestina – o meglio l’Autorità Nazionale Palestinese, che del popolo palestinese è una rappresentanza sempre più ristretta e contestata – formalizzerà ufficialmente la richiesta di riconoscimento e ammissione di uno Stato di Palestina in seno all’Organizzazione delle Nazioni Unite.
Ambiguità, limiti e contraddizioni che stanno dietro alla richiesta sono ben chiari a quanti seguono e supportano la secolare lotta di liberazione del popolo palestinese. Il primo e più evidente è l’interesse molto particolare della stessa leadership Anp che sul riconoscimento gioca la stessa possibilità di una propria sopravvivenza politica, sempre più messa in discussione da uno status quo fatto di aggressività israeliana (Libano 2006, Piombo Fuso, Istituzionalizzazione delle nuove colonie, ebraicizzazione forzata di tutta Gerusalemme…etc), consenso popolare per la tenuta politica di Hamas nella striscia di Gaza, distanza tra la casta-Anp e il resto della popolazione (il gigantesco apparato politico-militare di servizi di sicurezza e burocrazia stanziato a Ramallah ha anche visto un sempre più stretta collaborazione di questi con l’intelligenze israeliana e americana).
Le organizzazioni della sinistra storica hanno espresso un tiepido consenso (purché la richiesta avvenga entro la cornice dell’Olp e non dell’Anp) mentre Hamas, Jihad islamico e Fplp-Gc (fazione di Ahmed Jibril, distanza in Siria) hanno criticato un passaggio che avrebbero preferito essere frutto di un più attebto e discusso confronto con tutte le fazioni palestinesi.
Più interessante è però capire cosa pensano direttamente gli/le stessi/e palestinesi, quelli della Striscia, della West Bank e i milioni di profughi dispersi tra Libano, Giordania e Siria (e negli altri stati arabi ed europei). Stando alle testimonianze che si possono leggere sul web si oscilla tra scetticismo, distacco e speranza in un risultato che, se raggiunto, viene percepito come foriero di cambiamenti importanti. I più critici battono su un tasto fondamentale. L’eventuale, non scontato, riconoscimento leggittimerebbe, di fatto e di diritto, l’esistenza del Muro della Vergogna e la rinuncia ad una delle richieste storiche del popolo palestinese: il diritto al ritorno dei profughi. I più navigati vi leggono anche l’interesse della dirigenza Anp a continuare ad essere riconosciuta come unico soggetto interlocutore della diplomazia internazionale, a scapito della Resistenza popolare.
Altri, meno politicamente affinati, colgono però l’importanza simbolica e storica dell’eventuale passaggio. A partire dalle mutate condizioni in cui si troverà ad operare uno stato di Isarele circondato da stati arabi non più amici. In ultima istanza, tutti i palestinesi sono ben consapevoli dell’importanza che il riconoscimento comporterebbe su scala globale e regionale.
I dati della vigilia parlano di 130 stati membri disposti a riconoscere la Palestina (129 – cioé 2/3 – i necesari). Gli Stati Uniti, per voce dello stesso Obama, hanno però già fatto sapere di porre il veto al Consiglio di Sicurezza. Tra i contrari spiccano anche in Europa Italia, Germania e Olanda. Molti i previsti astenuti. Conh questi numeri, per quanto risicati, lo Stato di Palestina in seno all’Onu potrebbe domani essere una realtà.
Un passaggio che non piace per nulla allo stato d’Israele che da settimani si prepara a differenziate rispsote politiche (e militari). Da giorni continuano pressionie limitazioni sulla popolzione civile dei Territori Occupati e raid punitvi in Cisgiordania (con l’utilizzo di avanguardie coloniche) e sulla Striscia.
La proclamazione (o meno) del nuovo (non-)stato membro sarà quindi un fatto politico importante in questa fase storica caratterizzata da un medio-oriente ridefinito dalle primavere arabe, dalla guerra di Libia e dall’atteggiamento ostile di due alleati storici come Turchia ed Egitto.
Comuque vada, il futuro di Israele è sempre più messo in discussione.
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Per approfondure (su alcuni nodi qui evidenziati):
Favorevoli o contrari, i palestinesi di Gaza sperano nel riconoscimento all’Onu
Cisgiordania: i profughi palestinesi sul voto all’Onu
A proposito del riconoscimento preventivo dello Stato palestinese (di Wasim Dahmash luglio 2011)
STATO DI PALESTINA; Israele fa le prove generali (di Emma Mancini)
L’iniziativa palestinese di settembre e l’isolamento di Israele (di Michael Warschawski)
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