
Perù: destituzione veloce di Dina Boluarte. Ragioni, scandali e un rimpiazzo poco raccomandabile
Con un brusco finale di cui è stata la prima presidente, il Perù scrive un nuovo capitolo di una lunga agitazione politica che il paese vive dal 2016. José Jerí, uomo di destra, sarà il settimo presidente in nove anni. In strada la gente grida: “Andatevene tutti”.
Il Congresso del Perù ha destituito in modo espresso la presidente, Dina Boluarte, senza che nessuno all’inizio del giorno lo potesse sospettare né prevedere. Ora assume la guida ad interim dello stato il capo del legislativo, il politico di destra José Jerí, che si è trasformato nel settimo presidente del Perù in appena nove anni.
A sei mesi dalle prossime elezioni, previste per aprile 2026, alle prime ore di giovedì, nessun partito aveva manifestato l’intenzione di cacciare dal potere la Boluarte dopo quasi tre anni in carica. Nonostante ciò, in poche ore, ci sono state quattro mozioni, conosciute nel paese come “vacanza per permanente incapacità morale”, che sono andate avanti grazie ai 122 voti dei partiti conservatori che fino a giovedì scorso appoggiavano la ex presidente. In quelle, è stata dichiarata la sua “permanente incapacità morale” ad affrontare la crescente insicurezza cittadina e il culmine del crimine organizzato.
Con la caduta finale della Boluarte, il Perù ha scritto in poche ore un nuovo capitolo di una lungaagitazione politica che il paese vive dal 2016, dove nessun presidente ha potuto completare un mandato completo e tutti sono finiti destituiti da un Parlamento all’opposizione che non potevano dominare. Analizziamo le ragioni che sono dietro a questa destituzione, i suoi scandali e che cosa succederà a partire da ora.
Presidente alla mercé della destra
La Boluarte si insediò alla Presidenza del Perù nel dicembre del 2022. Succedeva nella carica a Pedro Castillo (2021-2022) dopo il fallito tentativo di auto colpo di stato di cui fu protagonista il governante di sinistra che cercava di evitare un’eventuale destituzione da parte dello stesso Congresso dopo che erano venuti alla luce numerosi indizi di una presunta corruzione nella sua amministrazione. Si trasformava così, inoltre, nella prima donna presidente del paese.
Da quel momento, la Boluarte, che era giunta al Governo sotto le bandiera di un progetto di sinistra radicale guidato da Castillo, decise di allearsi con le forze di destra. In questo modo riuscì, invece di convocare nuove elezioni come chiedevano la massicce proteste che si succedettero nei mesi seguenti all’arresto e alla carcerazione di Castillo e che furono duramente represse con più di 50 morti, a cercare di completare il mandato fino al 28 luglio 2026.
Da allora fino a questo giovedì, la Boluarte era riuscita a salvarsi da sei precedenti mozioni dall’essere destituita grazie al sostegno della destra che controlla il legislativo peruviano e che aveva fatto duramente pressione su Castillo durante il suo mandato.
La sua enorme impopolarità
Nella misura in cui si avvicinavano le elezioni del 2026, l’enorme impopolarità della Boluarte ha iniziato ad essere un ostacolo per i partiti che la sostenevano. Così, poco a poco hanno incominciato a criticarla per la sua gestione e a tornarsene momentaneamente all’opposizione per dopo tornare nella loro iniziale posizione di sostegno.
Il motivo dietro a questo progressivo allontanamento sono i bassi tassi di accettazione su cui contava la Boluarte. Concretamente, giungeva appena al 3% di accettazione tra la popolazione peruviana. I più di 50 morti nelle proteste per l’arresto e la carcerazione di Castillo hanno fatto svanire tutta la popolarità che poteva avere una politica che, fino alle elezioni del 2021, aveva basato la propria carriera politica nell’essere stata candidata a sindaca del suo municipio.
Anche se è una cosa certa che il Congresso supera appena il 5%, venendo percepiti ambedue i poteri come una classe politica mercantilistica interessata a governare e legiferare per sé stessa, lontana dagli interessi della popolazione.
Fino a undici indagini aperte contro di lei
Ai più di 50 morti per le proteste, la Boluarte affronta almeno undici indagini da parte della Procura per gravi delitti contro i diritti umani e per una presunta corruzione. Il procuratore generale ad interim, Tomás Gálvez, ha anticipato che questo venerdì solleciterà un giudice affinché proibisca alla Boluarte di uscire dal territorio nazionale.
Tra questi ci sono casi come il Rolexgate,per aver probabilmente ricevuto degli orologi di lusso e altri sontuosi regali in cambio di favori. La stavano indagando anche per non aver informato della sua temporanea incapacità essendosi sottoposta ad una serie di chirurgie estetiche e di aver falsificato la propria firma durante il periodo in cui era convalescente. E il Pubblico Ministero l’ha posta sotto i riflettori per aver favorito la fuga di Vladimir Cerrón, il dirigente di Perú Libre.
Nonostante queste indagine aperte, le forze che dominano il Congresso l’hanno sempre protetta dalle denunce della Procura e anche il Tribunale Costituzione è giunto ad emettere una contestata sentenza che limita le possibilità del Pubblico Ministero di indagare la capa di stato.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso: la crisi di insicurezza
La goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha motivato l’attivazione del processo di destituzione della Boluarte è stato l’aumento della criminalità a livello nazionale e le nuove proteste registrate nelle ultime settimane nel centro della capitale Lima guidate dalla cosiddetta Generazione Z. L’attacco con armi da fuoco ad un popolare gruppo di cumbia, che ha lasciato feriti quattro dei suoi membri, ha acceso le reti sociali e ha generato il rifiuto cittadino di fronte a ciò che è considerato come l’inerzia dell’Esecutivo nel trovare delle soluzioni all’aumento della criminalità.
A questo bisogna aggiungere il massiccio sciopero nel settore degli autobus del trasporto urbano che lunedì ha paralizzato la capitale di fronte ad un’ondata di estorsioni e assassinii di conducenti.
E adesso?
Nonostante tutto questo bagaglio, tutto sembrava indicare che il patto tra la Boluarte e le forze di destra come il fujimorismo sarebbe continuato fino alle elezioni del 2026. Nonostante ciò, i partiti che la sostenevano alla Presidenza ora prescindono da lei per cercare un po’ di popolarità. La maggioranza dei dirigenti di questi partiti hanno aspirazioni presidenziali, come Keiko Fujimori, figlia ed erede politica dell’ex presidente Alberto Fujimori (1990-2000), o l’ultra conservatore sindaco di Lima Rafael López Aliaga, dirigente del partito Renovación Popular.
Per ora, l’avvocato e membro del Congresso di 38 anni José Jerí (1986) assumerà la carica fino alle prossime elezioni dopo un passaggio nel Parlamento relativamente discreto ma con la grande macchia di una denuncia per violenza sessuale all’inizio dell’anno che è stata archiviata due mesi fa. Il finora capo del legislativo e un altro uomo furono denunciati da una donna che affermò di aver subito un attacco sessuale in una riunione sociale a cui aveva partecipato il legislatore il passato 29 dicembre 2025 nel distretto di Canta, nel nordest di Lima.

Che succederà alla Boluarte?
Al di là del dubbio su chi assumerà la carica a partire dal 2026, il grande interrogativo è anche che succederà alla Boluarte. La presidente si è rifiutata di essere presente questo giovedì nell’emiciclo e durante tutta la giornata non è uscita dal Palazzo del Governo fino a quando si è consumata la destituzione.
Successivamente, si è congedata dalla carica con un messaggio alla nazione, con il quale accettava la sua destituzione, che è stato tagliato da tutti i canali televisivi che lo stavano trasmettendo, incluso il canale statale TV Perú. La mandataria è apparsa in uno dei saloni della sede della Presidenza scortata dai suoi ministri, in una allocuzione dove non appariva più la fascia a tracolla presidenziale, uno degli attributi riservati al capo o capa di stato. La Boluarte, ha cominciato il suo messaggio accettando la destituzione e, subito dopo, ha cominciato ad enumerare una serie di fatti e cifre della sua gestione. In quel momento, il messaggio non è stato più mandato in onda.
fonte: El Diario.es
10 ottobre 2025
Resumen Latinoamericano
Traduzione a cura del Comitato Carlos Fonseca
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