Roma: iniziative contro il vertice Italia-Israele
Nonostante il poco preavviso col quale il vertice è stato spostato dalla sede iniziale (Torino) a Roma, oggi nella capitale sono state fatte alcune iniziative di contestazione all’incontro, per ribadire la solidarietà col popolo palestinese e respingere qualsiasi collaborazione con Israele.
Dopo l’occupazione della sede romana di Agi di venerdì scorso, quest’oggi nelle zone adiacenti al vertice e alle probabili vie di passaggio di Nethanyau sono stati calati degli striscioni in solidarietà alla popolazione palestinese (vedi fotogallery).
Contestata, inoltre, l’industria Telespazio, legata al gruppo Finmeccanica e in prima linea nel trarre profitto dalla produzione bellica usata poi quotidianamente contro il popolo palestinese.
Di seguito il comunicato diffuso dalle realtà romane che hanno organizzato le iniziative di quest’oggi:
2 DICEMBRE 2013 – NESSUN VERTICE SULLE NOSTRE TESTE!
Oggi si tiene a Roma un vertice tra il “nostro” capo di governo Letta e Nethanyau, primo ministro israeliano.
L’Italia è il quarto partner commerciale nel mondo di Israele, il secondo in Europa, col quale ha stretto numerosi accordi di cooperazione, commercio e ricerca in vari campi tra cui esportazioni di gas israeliano, produzione di energie rinnovabili, comparto aereospaziale, sicurezza informatica, Expo 2015 di Milano, agricoltura innovativa, ricerca biomedica e compravendita di sistemi di sorveglianza di produzione israeliana (usati nella costruzione del muro dell’Apartheid e destinati ad essere installati sulle coste delle grandi isole e del meridione itaòiano contro i migranti).
A trarre mggiore profitto dalla situazione palestinese sono le industrie che speculano sulla morte delle persone, prima su tutte il “fiore all’occhiello” dell’industria italiana Finmeccanica (primo produttore di armi in Italia) di cui fa parte Telespazio che oggi abbiamo contestato, senza dimenticarci di tutte le altre “degne compari” concentrate nel quadrante nord-est (Vitrociset, Alenia, Selex, solo per citarne alcune).
La Palestina infatti è un “laboratorio” a cielo aperto in cui si sperimentano tecniche e tecnologie di oppressione, in cui le aziende belliche studiano l’efficacia delle loro nuove creazioni: aerei drone senza pilota usati per bombardare e controllare i palestinesi e telecamere di ultima generazione per controllarli; il tutto con l’aperto consenso della comunità internazionale che legittima e appoggia l’operato di Israele.
Un esempio che ben dimostra la stretta connessione tra i 2 governi, le industrie belliche e non per ultima l’università è stata la conferenza tenutasi a La Sapienza sul tema della guerra cibernetica (cyber-war), organizzata dai centri di ricerca de La Sapienza e dell’università di Firenze in collaborazione con partner privati come Vitrociset, Finmeccanica e Maglan (quest’ultima società israeliana di difesa ed informazione leader nel settore della cyber-guerra), a cui erano invitate le più alt cariche dell’esercito italiano e vari ministri.
Nel periodo in cui chiede sacrifici da fame alle classi sociali più disagiate, il governo delle larghe intese, come i precedenti, continua nella politica di cooperazione con Israele, soprattutto in campo militare: ne sono dimostrazione le recenti esercitazioni militari congiunte tra Italia, Israele, U.S.A. e Grecia e l’acquisto dei tristemente noti F-35.
COMPLICI E SOLIDALI CON LA POPOLAZIONE PALESTINESE
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