Svuotare la piazza. Da Barcellona sul discorso di Puigdemont
Pubblichiamo le impressioni arrivateci da uno dei compagni della redazione di InfoAut che in questi giorni è a Barcellona per seguire quanto avviene in merito alla questione dell’indipendenza catalana. Nel testo si ragiona sul discorso di Puigdemont e sulle possibili evoluzioni dello scenario prossimo venturo. Buona lettura.
La giornata di ieri in prima battuta non ha lasciato spazio alla piazza. L’intransigenza e la resistenza diffusa all’aggressione dell’apparato poliziesco spagnolo è stata tutta incanalata dall’attenzione inevitabile per le dichiarazioni ufficiali e i botta e risposta tra formazioni partitiche. Al discorso diplomatico di Puidgemont e’ seguita la risposta secca e frontale dell’ esecutivo di Rajoy, che sin dalla nottata ha dichiarato inammissibile qualsiasi forma di legittimazione dell’indipendenza.
Puigdemont ha iniziato puntando il dito contro il Governo e l’operato poliziesco nelle settimane scorse, a cui alle cariche e i feriti davanti ai seggi e non solo erano venuti prima arresti illustri della Generalitat e del mondo imprenditoriale catalano, nonché l’attacco ai server informatici che gestivano i domini .cat e l’invio ormai risalente a tre settimane di migliaia di agenti della Guardia Civil e della Policia Nacional e successivamente supportati a livello logistico da contingenti militari. Ha poi percorso la recente storia istituzionale della Catalogna, fatta di un progressivo accentuamento delle richieste di maggiore autonomia fino alla curvatura decisa pro-indipendenza che ha assunto spessore dal 2010 in poi.
Il suo discorso a primo acchito ha cercato la vicinanza del suo popolo che si aspettava la dichiarazione tranchant di indipendenza, con tutti i timori e le paure reconditi che un salto in avanti in un processo storico comporta. Dopo, apparendo quasi bipolare, è stato tutto volto a usare i riflettori mondiali puntati su di lui per sospendere l’effettività di una tale dichiarazione, rabbonendo i mercati, deprecando gli istituti bancari e finanziari che cambiando freneticamente sedi amministrative avrebbero generato paura e incertezza, assicurando che non ci sarebbe stata una contrazione dell’economia e una ricaduta negativa per i catalani. Di fatto, il suo discorso si è avvitato sull’incertezza finanziaria mal vista dall’Europa scaricandola sulla volontà del Governo Spagnolo di contrastate in tutti i modi i passaggi di autodeterminazione, siano essi pro-forma che essenziali, della Catalogna.
Il tutto per sottolineare come dal punto di vista neoliberale nel suo posizionamento Puidgemont ha cercato di far valere la sua personalità politica nell’ ergersi a livello transnazionale come possibile interlocutore con l’Europa, aumentando il peso del suo partito come unica sponda credibile per dialogare sia con la popolazione che con Bruxelles e facendo perdere ulteriormente le staffe a Madrid, che tra pezzi di vecchio apparato statale e militare legati al Partido Popular non tollererebbe mai un bypassamento del suo monopolio decisionale..sperando forse in una reazione schizofrenica e scomposta dell’esecutivo a targa PP?
Da qui la mossa della sospensione della dichiarazione per passare la palla a Madrid e Bruxelles, nella vacuità e al contempo con l’imperativo rispetto ai suoi interessi di partito di ergersi come attore credibile a livello internazionale e togliendo vigore a una piazza incerta e a tratti spiazzata dalla precipitazione politica post 1-O laddove i settori popolari ne sono risultati sminuiti nella capacità di incidere sui processi decisionali.
Da una parte si aspetta una risposta dallo stato a colpi di sanzioni e quello che uscirà in seno all’esecutivo sull’ applicazione dell’art. 155,sulla forma da concordare col PSOE. La folla di persone ieri specchiava in qualche modo l’arco istituzionale pro-indipendenza dentro al Parlament, con famiglie più moderate ed europeiste che condividevano la piazza e gli umori con operai e studenti, tanti e visibilmente di sinistra.
Un mix particolare, impensabile visto dalla società italiana, che testimonia una saldatura nella società tra ceti medi e bassi e transgenerazionale, in qualche modo incarnata e puntualmente illusa nelle sue aspirazioni di riscatto da Puidgemont: una accezione di popolo e di interessi convergenti tra composizioni di classe che potrà durare ancora a lungo a prescindere dalle reazioni dure di Madrid?
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