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Turchia: i curdi bocciano il pacchetto leggi di Erdogan

Militanti del PKK, ma anche alcuni politici turchi, hanno dichiarato che le leggi previste dal pacchetto di Erdogan sono del tutto insufficienti per porre fine al conflitto che dura da diversi decenni. Le richieste minime da parte dei curdi erano la modifica delle leggi elettorali, del codice penale, il diritto all’istruzione in lingua curda, il riequilibrio dei diritti delle minoranze etniche e un livello di autonomia regionale. Le leggi proposte da Erdogan prevedono l’insegnamento in lingua curda esclusivamente nelle scuole private, le campagne elettorali potranno essere in lingua curda, anche se ci sono diverse clausole per limitare l’entrata in parlamento dei partiti pro-curdi. Inoltre, le città potranno riprendere il nome curdo e sui cartelli stradali ci saranno anche le indicazioni adeguate all’alfabeto curdo. Dunque, si tratta di un pacchetto-farsa, il quale non soddisfa minimamente le richieste del popolo curdo, ma anzi, se ne prende gioco. Il leader del PKK, Abdullah Ocalan, renderà pubblica la sua decisione a metà ottobre, ma alcuni militanti non escludono la ripresa del conflitto armato, visto il poco interesse e poco impegno da parte del governo di Erdogan per il processo di pace.

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