InfoAut

Un anno di lotte in Bahrain


Nel frattempo sotto al monumento della Perla un nuovo tentativo di sgombero fallisce miseramente, mentre il movimento si prepara a cingere d’assedio i palazzi reali ed i grattacieli del quartiere finanziario di Manama: l’invasione del 14 marzo delle forze armate di Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti e di corpi mercenari stranieri al soldo del regime colpisce brutalmente questo movimento rivoluzionario, senza però riuscire a placarne la conflittualità. Il presidio viene smantellato, il monumento della Perla abbattuto e la spianata sigillata, presidiata e ribattezzata “Rotonda del Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC)”. E’ proprio quest’ultimo blocco regionale, che raccoglie il fronte delle monarchie reazionarie della penisola arabica, a conquistarsi con l’occupazione del Bahrain un ruolo di primo piano nel contenimento delle rivolte scoppiate in maghreb e medio oriente. Dalla repressione dei moti interni, al sostegno ad altre monarchie arabe come Giordania e Marocco alla strisciante (e tutta ancora da giocare) “normalizzazione” dell’Egitto e della Tunisia post-rivoluzionari a colpi di finanziamenti ai partiti islamisti conservatori moderati, ed al loro imbellettamento su Al Jazeera.

Tuttavia il danno all’immagine internazionale del regno insulare è irreparabile, essendo questa ormai associata alle violenze degli altri autocrati arabi dalle denunce del Bahrain Centre for Human Rights dell’attivista Nabeel Rajab e dal complesso della twittersfera locale. Dalla sospensione dello stato d’emergenza (ma non della legge marziale) dal primo giugno 2011 in poi, il faccia a faccia tra rivoluzionari e forze del regime continuerà serrato giorno dopo giorno, nei funerali, nei presidi e nei cortei e notte dopo notte nella guerriglia urbana e nelle barricate della periferia diffusa. Si arriva così all’autunno; nel quale, a seguito di nuovi massacri tra la popolazione civile e delle oltraggianti conclusioni della Commissione per la Riconciliazione Nazionale, pesantemente ipotecata dalle ingerenze reali, si intensifica il livello di conflitto sociale, con nuove sollevazioni anche nei paesi limitrofi.

Il Bahrain di oggi è un paese cambiato, persino rispetto all’eccezionalità che rappresentava un anno fa rispetto agli altri paesi del Golfo. Il quotidiano fronteggiamento di una repressione di stampo medioevale ha fatto sedimentare nel corpo sociale (oltreché nel movimento) bahrainita un’ampia gamma di pratiche conflittuali, ormai familiari nella loro quotidianità: l’incendio del commissariato di Sitra come il corteo di attrito, le barricate nella cintura sciita come gli attacchi di Anonymous ai siti governativi ed a quelli dei mercanti di morte che riforniscono l’arsenale di Manama. Resta pur sempre l’ombra delle potenze straniere – con Stati Uniti, Gran Bretagna, GCC da una parte e l’Iran dall’altra – a porre una pesante ipoteca sul futuro delle mobilitazioni. Ma al contempo si ritorna ancora una volta alla spianata della perla che da un lato, anche urbanisticamente, sigilla la capitale dalle molteplici turbolenze esterne, dall’altro dischiude l’orizzonte di un futuro di determinazione e lotta.

“Nel giorno di san valentino non scordate i giovani del Bahrain in protesta per la nostra grande storia d’amore: con la libertà, la giustizia e la dignità”



Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

anniversarioBahrainrivoluzione

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Li hanno uccisi senza che muovessero un muscolo”: Esecuzioni sommarie, fame e sfollamenti forzati da parte dell’esercito israeliano nel Nord di Gaza

La squadra sul campo dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha documentato strazianti episodi di uccisioni sommarie ed esecuzioni extragiudiziali di civili da parte di soldati israeliani, eseguite senza alcuna giustificazione. Fonte: English version Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 17 novembre 2024Immagine di copertina: Il fumo si alza da un edificio residenziale dopo un attacco israeliano a Beit […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Nuova Zelanda: migliaia di indigeni Maori assediano il Parlamento

Dopo poco più di una settimana, la marcia lanciata dal popolo Maori in difesa dei propri diritti è arrivata a Wellington.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Basta armi a Israele: manifestazione regionale a Torino

Nella giornata di sabato 5000 persone provenienti da tutto il Piemonte si sono radunate a Torino per dare vita ad un ricco e partecipato corteo regionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Libano: la Francia (forse) libererà Georges Abdallah, militante comunista incarcerato dal 1987

Originario di Kobayat, nel nord del Libano, militante del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina prima e tra i fondatori delle Fazioni Armate Rivoluzionarie Libanesi dopo l’invasione israeliana del Libano

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Occupata la Leonardo spa dall’Intifada Studentesca a Torino

Ieri come Intifada studentesca abbiamo occupato la sede della Leonardo Spa! In 50 siamo entratə all’interno dello stabilimento mentre altre 50 persone bloccavano l’ingresso.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La coreografia pro-Palestina degli ultras del PSG è diventata un vero e proprio caso politico

Riprendiamo l’articolo di Calcio e Rivoluzione, che mette in luce il caso politico nato intorno alla coreografia pro-Palestina messa in scena dagli ultras del PSG durante una partita di Champions League. Questo episodio ha scatenato reazioni accese da parte delle autorità francesi e aperto un dibattito sul rapporto tra politica e sport, evidenziando come certi […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Netanyahu si nasconde in un bunker sotterraneo per paura degli attacchi dei droni

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe lavorato da una “camera blindata sotterranea” per paura di subire attacchi drone di rappresaglia da parte dei movimenti di resistenza regionali.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La vergognosa narrazione occidentale mostra nuovamente il significato di informazione di guerra

Venerdì 9 novembre i militari dell’IDF (ricordiamo che in Israele è presente la leva obbligatoria) e tifosi del Macabi Tel Aviv hanno strappato e bruciato bandiere palestinesi dai balconi olandesi, insultato e aggredito persone e giornalisti, inneggiato alla morte degli arabi e dei bambini palestinesi per ore nel centro cittadino e fischiato il minuto di silenzio ai morti di Valencia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Amerika Trump again

Fin dalle prime ore dall’inizio dello spoglio, la vittoria elettorale di Trump si stagliava netta, ben oltre le previsioni di chi scommetteva sulla sua rielezione, macinando stato in bilico dopo stato in bilico, mentre Fox News si sbilanciava a dichiarare la vittoria in anticipo su tutte le testate nazionali del mainstream media a stelle e strisce. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Basta armi a Israele! Contro l’Occidente genocida, colonizzatore e guerrafondaio! Resistenza fino alla vittoria!

Di seguito pubblichiamo l’appello per la manifestazione regionale di sabato 16 novembre che si terrà a Torino.

Immagine di copertina per il post
Culture

Quando il polemos si fa prassi

Majakovsky aveva paura che «una corona» avrebbe potuto «nascondere la sua fronte così umana e geniale e così vera» e «che processioni e mausolei» avrebbero offuscato la «semplicità di Lenin».

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Lenin Reloaded

Cento anni dalla sua scomparsa. E la figura di Lenin continua a sfuggire a qualsiasi incasellamento, seguita a creare disturbo e inquietudine.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’attualità della rivoluzione. Il Lenin del giovane Lukács

A cent’anni dalla morte del grande rivoluzionario, un estratto di un testo inedito di Mario Tronti sul Lenin del giovane Lukács. Il saggio completo farà parte di «Che fare con Lenin? Appunti sull’attualità della rivoluzione»

Immagine di copertina per il post
Culture

Guerra e rivoluzione nell’immaginario cinematografico contemporaneo

Un film che gronda letteralmente sangue, fango, violenza, paura, fame, orrore e merda. Sia fisica, quest’ultima, che ideologica. Ma che non sa sottrarsi alla vita politica della Germania odierna.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

IRAN: “NEL FINE SETTIMANA 200 CITTA’ IN RIVOLTA, OTTO MILIONI IN STRADA, 90 MORTI A SANANDAJ”. INTERVISTA A UN MEMBRO DELLA RESISTENZA IRANIANA

Domenica 9 ottobre è stato il 24° giorno di proteste contro il regime in tutto l’Iran. Scontri e manifestazioni si sono svolte , secondo i dati diffusi dalla Resisteza Iraniana, in almeno 200 citta’ di tutte le 31 provincie e hanno visto scendere in strada almeno 8 milioni di persone. I manifestanti hanno intensificato le […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Tunisia resiste.

Le rivolte continuano: 600 arresti in tutto il paese, manifestazioni contro il governo e la richiesta di rilascio degli arrestati attaccati dalla polizia nella capitale e nella città di Sousse.  Nella notte tra il 17 e il 18 gennaio i disordini continuano e si moltiplicano in tutto il paese, dal nord (Bizerte, Tunisi, Sousse) all’ovest […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

La rivoluzione “nera” che mise da subito in discussione la “grande” rivoluzione

di Sandro Moiso per Carmilla  Jeremy D. Popkin, Haiti. Storia di una rivoluzione, Einaudi, Torino 2020 C’è stato almeno un periodo della Storia in cui gli schiavi africani deportati sul continente americano hanno fatto davvero paura: ai loro padroni bianchi e al mondo occidentale che si andava organizzando intorno al modo di produzione capitalistico. Il […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

“Le carceri sono sempre state la seconda residenza dei rivoluzionari”.

Intervista ad Adnan Selçuk Mızraklı, sindaco dell’area metropolitana di Diyarbakir, attualmente detenuto.  Il 31 marzo 2019 il dottor Adnan Selçuk Mızraklı è stato eletto sindaco dell’area metropolitana di Diyarbakir, (Amed per i curdi), una città di poco più di 1.700.000 abitanti. La maggioranza assoluta da lui ottenuta, il 62% dei voti, non gli impedito la destituzione […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il regista curdo Kutbettin Cebe condannato al carcere per un documentario sul Rojava.

Il regista curdo Kutbettin Cebe è stato condannato a oltre 2 anni di carcere per “propaganda terroristica” sulla base del suo documentario “Roza – La terra dei due fiumi” sulla rivoluzione di Rojava.   Il regista curdo Kutbettin Cebe, 32 anni,  è stato condannato da un tribunale di Balıkesir con l’accusa di “fare propaganda per un’organizzazione […]

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Ciao Valter, comunista e rivoluzionario.

Con immensa tristezza apprendiamo della morte del compagno Valter Ferrarato stroncato da una malattia bastarda. Chi ha attraversato le lotte degli ultimi anni a Torino non può non aver conosciuto Valter. Come compagne e compagni vogliamo soprattutto ricordare la sua immensa generosità e il suo odio fermo contro ogni ingiustizia. Valter era un comunista e […]