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Venerdì nero per il Chile

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Questo venerdì 2 ottobre, migliaia di persone si sono radunate nella metropoli del Cile, intorno a Plaza Dignidad, nel cuore di Santiago, con l’obiettivo di rappresentare la loro dissidenza contro le politiche antipopolari e antisociali del regime del presidente dell’estrema destra Sebastián Piñera.

Nel contesto di questa mobilitazione contro il regime di Piñera, un ragazzo di 16 anni è stato brutalmente spinto da un ufficiale delle Forze speciali dei Carabineros da un ponte nel fiume Mapocho, l’unico affluente della capitale del Paese andino.

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Secondo le informazioni dei manifestanti che si trovavano nella zona, a causa della repressione delle Forze Speciali dei Carabineros, gran parte della mobilitazione ha dovuto spostarsi a nord della città, dove si trova il fiume Mapocho, l’unico affluente di Santiago che va dalla montagna al mare. Sul ponte Pío Nono che attraversa il fiume, un forte contingente di personale in uniforme è stato fatto avanzare mentre i giovani sono fuggiti. È stato in quel momento, intorno alle 19.45 (ora locale), che un agente di polizia ha spinto criminalmente dal ponte nel fiume il sedicenne Antony Alexis Araya.

Fortunatamente, subito dopo una caduta di diversi metri, dimostranti e soccorritori sono andati ad assistere il ragazzo che giaceva a faccia in giù e privo di sensi vicino al letto del fiume. A causa delle sue condizioni, ha dovuto essere rianimato da specialisti e poi trasferito alla Clinica Santa Maria. Lì rimane in condizioni serie ma stabili, mentre si effettuano vari esami per accertare eventuali danni interni. Finora non si sa quali misure legali saranno adottate contro il poliziotto, in quello che è stato un chiaro tentativo di omicidio.

I testimoni dicono che il giovane è caduto sulla testa, quindi avrebbe subito un colpo di forte impatto. Secondo le fonti sul campo, il minorenne sta attualmente ricevendo cure mediche private.

Le proteste si svolgono a meno di un mese dal plebiscito che deciderà se è necessaria una nuova costituzione.

Nonostante il sedicenne sia rimasto ferito nel fiume, i moschettoni hanno continuato con la repressione delle proteste, ostacolando il lavoro di soccorso dei vigili del fuoco.

Il minore è stato rianimato dai soccorritori mentre era privo di sensi quando è stato tirato fuori dal fiume. Un’altra azione impunita della polizia, protetta da una classe politica corrotta e da un governo che dovrà rispondere dei crimini commessi. In questo nuovo attacco repressivo del governo. Il Grande Fronte, il Partito socialista, la Democrazia cristiana, il PPD e tutta quella classe politica che ha “negoziato” un accordo di pace, mentre i cileni venivano assassinati nelle strade, “salveranno” ancora una volta Piñera. Approveranno ancora una volta leggi per imprigionare la protesta. Per ora, con il loro comodo silenzio, sono già complici di gravi violazioni dei diritti umani.

 

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