[video] Tunisia: la dégage mania conquista la Casbah!
Solo pochi giorni fa il premier (vecchio ministro degli interni dell’epoca Ben Ali) era stato costretto a ritirare tutti i governatori che erano stati nominati e che il movimento ha rifiutato facendo esplodere un fine settimana insurrezionale che ha coinvolto le più importanti città della Tunisia. Non era accettabile per il movimento che a tornare nei palazzi dei governatorati ci fossero uomini importanti dell’RCD (vecchio partito del tiranno di Cartagine, dato per morto di ictus dalla stampa francese da qualche giorno). Ed oggi il movimento rilancia: “Vogliamo la costituente e non un governo di transizione! Vogliamo che l’RCD sparisca definitivamente! Ghannouchi dégage! Viva la rivoluzione!”. E il corteo riconquista la Casbah! Dopo che la Carovana della Liberazione era stata sgomberata violentemente da miliziani e polizia, la Casbah, sede dei palazzi del primo ministro, non era stata più teatro di grandi manifestazioni. Presidiata da esercito e polizia stava per divenire una nuova zona off-limits della capitale. Ma il movimento anche in risposta al comunicato diffuso sabato dal ministero degli interni, che ricordava “la necessità di rispettare le disposizioni dello stato d’emergenza” rispolverando l’articolo tanto caro a Ben Ali del 26 gennaio 1978, oggi rompendo ogni divieto, è tornato a presidiare la Casbah. Senza retrocedere di un solo passo, neanche davanti alle fucilate in aria dell’esercito, la piazza ha rotto i cordoni della polizia e ha raggiunto il palazzo del primo ministro al grido di:”Ghannouchi dégage!”.
Pubblichiamo i video della manifestazione ancora in corso
Senza paura la piazza più forte delle fucilate
Se la piazza dice “Dégage”, vuol dire “Dégage”
La casbah torna al movimento
Brevi da Libia e Marocco
Dalla Libia si diffondono le notizie che fanno aumentare a dismisura il numero dei morti tra manifestanti ed iniziano lentamente a rendere chiaro lo scenario da stato di guerra provocato dalla violenza e brutalità del regime, che a quanto pare oltre all’impiego di mercenari, elicotteri, cecchini e celere armata di tutto punto non ha esitato a sparare razzi contro le folle di manifestanti che dall’est alla costa della Libia stanno facendo tremare il regime di Gheddafi.
In Marocco invece è la giornata della prima prova tecnica di movimento che inizia tra polemiche e aspri contrasti visto che gli organizzatori della giornata, legati ad una rete di social network gestiti da gruppi dell’opposizione sociale e culturale giovanile non hanno digerito l’adesione di una fazione islamista alla giornata di mobilitazione, e all’ultimo minuto sembra che i primi abbiano sciolto l’iniziativa in polemica con quella che definiscono una strumentalizzazione dell’organizzazione islamista.
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