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Zad – NDDL: è resistenza contro la seconda tranche di sgomberi di Macron

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Nuovo attacco delle istituzioni francesi agli Zadistes, gli uomini e le donne che – dopo aver combattuto, vincendo la battaglia, contro la decisione di costruire un nuovo aeroporto nelle terre di Notre Dame-des-Landes – negli ultimi mesi stanno difendendo il loro diritto alla gestione comunitaria ed anticapitalista del territorio.

Dopo gli attacchi dello scorso aprile, da ieri è di nuovo alta la tensione nella zona, descritta nella retorica governativa come una zona di “non diritto” dove la legalità deve essere immediatamente ripristinata, nonostante la legittimità della protesta sia stata di fatto riconosciuta dall’abbandono da parte del governo, lo scorso gennaio, del progetto di costruzione dell’aeroporto.

La polizia francese ha circondato sin da ieri mattina, 17 maggio, alle prime luci dell’alba gli accessi ai territori della Zad, per procedere poi, grazie a tre blindati e circa 1700 uomini, ad effettare la seconda ondata di sgomberi.

Ruspe, bulldozer, robocop armati di tutto punto sono stati impiegati contro un esperimento di autogestione del territorio che ha attirato l’attenzione dei movimenti di tutto il mondo, e per questo motivo costituisce una intollerabile spina nel fianco del governo di Parigi.

La polizia ha iniziato attaccando le storiche casette della Chateigne, simbolo della storica resistenza del 2012, mentre i manifestanti davano fuoco a nuove barricate difensive. A fine giornata il bilancio sarà la distruzione della zona della Chateigne, la demolizione delle casette nel bosco di Rohanne, i primi attacchi ad esperienze abitative collettive di tipo innovativo come la Vosgerie o la Datcha.

Oggi 18 maggio sono ricominciati i confronti tra polizia e manifestanti, con nuove barricate erette all’incrocio della Saulce. Decine di camion della Gendarmerie hanno preso sin dalla mattina posizione a la Freusiere, presso Saint-Jean-du-Tertre, zona ovest della Zad, mentre elicotteri sorvolano la zona per monitorare i movimenti dei manifestanti.

La maggioranza dei territori non è infatti stata ancora riconquistata dallo Stato, per quanto addetti stampa della polizia e giornali compiacenti cerchino di far passare questo messaggio per fiaccare la resistenza dentro e fuori la Zad.

Una delle tattiche della polizia è quella di dividere i manifestanti tra gli attivisti/militanti che devono lasciare la zona e gli agricoltori “legittimi” per i quali è previsto un percorso di regolarizzazione di alcuni progetti agricoli Ma questi trucchetti non stanno riuscendo a scalfire la tenuta collettiva degli Zadistes, che ormai si riconoscono in corpo collettivo a difesa del progetto complessivo di autogestione del territorio. Per sabato è stata convocata una nuova manifestazione a Nantes contro le operazioni di evacuazione e a sostegno dell’esperienza della Zad.

 

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