
Francia: blocchi contro l’industria delle armi e il genocidio a Gaza
Il 18 settembre non è stato solo un giorno di sciopero, è stato anche l’occasione per bloccare le aziende che producono armi e che sono complici del genocidio a Gaza.
Non dimentichiamo che la Francia è il secondo venditore di armi al mondo, che il nuovo primo ministro è un feroce militarista ed è stato fino ad ora a capo degli eserciti, e che il piano di austerità voluto dal governo serve a finanziare il «riarmo». L’industria militare è quindi un obiettivo centrale per il movimento «Blocchiamo tutto».



Marsiglia: l’azienda Eurolinks presa di mira
A partire dalle 6 del mattino, un centinaio di persone hanno risposto all’invito a bloccare tutto e hanno fermato lo stabilimento Eurolinks di Marsiglia. Una solida barricata con pallet, pneumatici, striscioni e determinazione ostruiva l’accesso all’azienda, impedendo ai mezzi pesanti di venire a recuperare munizioni e altri prodotti. Eurolinks produce pezzi di ricambio che equipaggiano i fucili mitragliatrici. Pezzi che vengono regolarmente esportati in Israele. Altre azioni avevano già preso di mira questa azienda, e i portuali di Marsiglia si sono rifiutati di caricare i componenti esportati da Eurolinks nello Stato genocida.
Thales bloccata a Rennes
Nella città bretone, l’azienda di armi Thales è saldamente radicata. I suoi locali sono stati bloccati da un centinaio di persone. Questa multinazionale francese è specializzata nella sorveglianza ed è coinvolta in particolare nella costruzione di software di droni da combattimento utilizzati nella Striscia di Gaza. Durante questo blocco, la polizia ha attaccato e picchiato le persone che bloccavano l’ingresso dell’azienda.
Mentre il genocidio a Gaza è nella fase finale e le nostre leader vogliono precipitarci verso la guerra, questi due blocchi risuonano con grande precisione. L’industria della morte e della guerra è presente su tutto il territorio francese, in ogni dipartimento…
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