InfoAut
Immagine di copertina per il post

Chivasso: corteo contro la discarica

Sabato 24 ottobre si manifesterà infatti contro il progetto Wastend, che oltre a un impianto di riciclo comprende una nuova discarica da 787.000 metri cubi di rifiuti al confine fra Chivasso e Montanaro, proprio davanti alle case di un abitato.

Parliamo di un luogo in cui sono già quattro le discariche per un complessivo di quattro milioni di metri cubi. Quattro “colline” che arrivano a 30 metri di altezza.

L’attività di discarica dura da oltre trent’anni e si protrarrà per altri decenni, tenendo conto che alla vita di una discarica attiva si aggiungono 30 anni di monitoraggio post chiusura.

I movimenti si oppongono alla nuova discarica perché il territorio attorno all’area è così compromesso che la Giunta Provinciale già nel 2008 e il Consiglio comunale chivassese nel 2010 stabilirono che non dovesse venirvi portato nemmeno un altro metro cubo di rifiuti in più.

Nell’area discariche in questi anni è accaduto di tutto: incendi nel 2002, 2003, 2008, 2014.

Inquinamento delle falde acquifere di ammoniaca, manganese e nichel: la bonifica se va bene finirà nel 2023, e per ora non sta affatto dando i risultati attesi, come hanno rilevato Città Metropolitana e Arpa. Una puzza a volte insopportabile.

Nel 2011 sono stati sversati in discarica rifiuti provenienti dall’area da bonificare dell’ex Sisas di Pioltello Rodano: una tipologia di materiali non compresa nell’autorizzazione, tanto che la magistratura ha avviato un processo per gestione illecita di rifiuti.

Il prezzo di mercato delle abitazioni zona è crollato: le case non valgono più nulla, sono invendibili, nessuno vuole venire ad abitare lì.

Paradossalmente il progetto Wastend è sostenuto da un sindaco che venti anni fa, come consigliere comunale dei “Verdi”, si batteva contro la discarica e portava provocatoriamente i sacchi di immondizia nella sala del consiglio comunale.

Lo stesso sindaco che oggi diffonde speranze infondate promettendo di chiudere la “Chivasso 0”, dove viene portato il rifiuto urbano del Bacino 16, quando in realtà non ha diritto di farlo perché la legge consente al gestore di tenere aperta la discarica fino a esaurimento della volumetria autorizzata e quindi per chissà quanti anni.

Chivasso e il chivassese sono sovraccarichi di pericoli ambientali: lo stabilimento chimico Rivoira, la centrale Edipower, il deposito Esso, la copertura in eternit dell’ex stabilimento Lancia. Tutti insediamenti non adatti ad un territorio posto fra il Po e il torrente Orco e che ha subito le disastrose alluvioni del 1994 e nel 2000.

Vicino a Chivasso e Montanaro ci sono altri carichi ambientali, dalla cava Borra ancora da bonificare alla discarica di Torrazza autorizzata, dalla cava Cogefa tra Rondissone e Torrazza, destinata a ricevere lo smarino della Vallesusa, al deposito nucleare di Saluggia.

Per tutte queste ragioni sabato si scenderà in piazza per chiedere la chiusura degli impianti.

 

da notav.info

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

chivassocorteotorino

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Allevatori ed agricoltori di nuovo in protesta in Belgio e Francia.

Di seguito ripotiamo due articoli che analizzano le proteste degli agricoltori che in questi giorni sono tornate ad attraversare la Francia ed il Belgio.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

L’inutilità delle mega opere per i popoli

Quando si svolsero i Giochi Olimpici di Rio de Janeiro, nel 2016, lo stato intraprese la costruzione di varie grandi opere infrastrutturali, tra le quali spiccarono le funivie in alcune favelas, oltre all’ampliamento di aeroporti e autostrade, tutto con fondi pubblici.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il Tav, I media e I voltagabbana

Nessun movimento di opposizione ha mai avuto in Italia la capacità di dare una continuità trentennale alle ragioni della propria lotta, e la recente e partecipata manifestazione dell’8 dicembre, ventennale dall’epico sgombero popolare nel 2005 del cantiere nella piana di Venaus, ne è la dimostrazione.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

8 dicembre 2025: in migliaia in marcia a vent’anni dalla ripresa di Venaus

Ieri la Val Susa è tornata a riempire le strade con la marcia popolare No Tav da Venaus a San Giuliano, una giornata intensa che segna l’8 dicembre del ventennale del 2005

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Presidio permanente di San Giuliano: dove abbattono case, noi costruiamo resistenza!

Martedì 2 dicembre, durante l’assemblea popolare, i/le giovani No Tav, hanno fatto un importante annuncio: casa Zuccotti, dopo essere stata espropriata da Telt, torna a nuova vita.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Messina: migliaia in manifestazione contro il progetto del Ponte sullo Stretto

Migliaia di persone hanno partecipato nel pomeriggio del 29 novembre 2025 alla manifestazione contro il ponte sullo Stretto a Messina.  

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Transizioni armate: riflessioni sul rapporto tra guerra, riarmo, natura e territori

Il tema della transizione energetica ed ecologica si lega a doppio filo con la corsa al riarmo e la riconversione al contrario

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

COP30: Extinction Rebellion scarica 30 tavoli davanti alla Regione Piemonte. “Tutte le occasioni mancate”

Nei giorni conclusivi della conferenza sui cambiamenti climatici che si tiene a Belém, il movimento denuncia gli impegni disattesi da Governo e Regione

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Viva Askatasuna! Torino e la deindustrializzazione

Una volta chiamavano Torino la città dell’automobile.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Aska è di chi arriva. Chiedi del 47

In questo momento più del solito, ma non è un fenomeno specifico di questi giorni, sembra esserci una gara a mettere etichette su Aska e sulle persone che fanno parte di quella proposta organizzativa.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Torino: “difendere l’Askatasuna per non far spegenere la scintilla di ribellione che Torino ha dentro”

“La grandissima manifestazione di risposta allo sgombero è stata la reazione di Torino che si è riversata nelle strade per difendere quella sua radice ribelle che non si vuole che venga cancellata.”

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Torino città partigiana: Que viva Askatasuna! 

Ripubblichiamo il comunicato uscito dal centro sociale Askatasuna in merito alla giornata di lotta di ieri. Alleghiamo anche un video racconto della giornata.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Sgombero di Askatasuna: chi fa i piani e chi fa la storia

Lo sgombero di Askatasuna non può essere trattato come un semplice atto di repressione da parte di un governo di ultradestra.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Askatasuna: uno sgombero contro la città

Negli anni, poi, Askatasunaè diventata, per l’attuale maggioranza politica (a livello locale e nazionale), una vera e propria ossessione

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Lo sgombero di Askatasuna riguarda tutti noi

L’azione violenta del governo contro il centro sociale torinese è un attacco a tutte le forme di resistenza sociale e dissenso

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Sgombero Askatasuna. Giorgio Rossetto: “Rispondere logorando l’avversario come in Val Susa”

Bisogna accettare i terreni anche quando non si sono scelti, il terreno del conflitto, della lotta, a volte anche dello scontro e l’esercizio della forza da parte dei movimenti

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Aska non è sola – Solidarietà in tutta Italia contro lo sgombero

Dallo sgombero di questa mattina sono decine i comunicati di solidarietà e prese di posizione di collettivi e realtà in tutta Italia contro l’attacco verso lo storico centro sociale torinese.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Askatasuna: “È solo l’inizio. Per voi.”

Questa mattina è avvenuto lo sgombero di Askatasuna, storico centro sociale torinese attivo da quasi tre decadi.