InfoAut
Immagine di copertina per il post

Come l’Eni truffa la Basilicata e i lucani

È sotto gli occhi di tutti, invece, come la scelta petrolifera non solo stia mostrando tutta la sua inefficacia rispetto alla soluzione dei problemi economici e sociali delle aree interessate, ma risulta anche essere un enorme freno per altre prospettive di sviluppo, tutte praticabili, che a partire dalla difesa dell’ambiente e della biodiversità puntano ad una programmazione dello sviluppo in armonia con le peculiarità locali. Parliamo di circa mille chilometri quadrati di aree, date in concessione per l’estrazione del petrolio. Numero destinato ad aumentare, infatti, ci sono altri mille chilometri quadrati dedicati ad attività di ricerca e le richieste di nuovi permessi, in corso di valutazione al ministero dello Sviluppo economico, riguardanti quasi tremila chilometri quadrati.

Aree sempre più vaste del territorio lucano sono a rischio per la richiesta da parte delle compagnie petrolifere di realizzare attività di estrazione di idrocarburi, suscitando allarme nelle popolazioni ed, anche, nelle amministratori locali che, diversamente da ciò che è avvenuto in passato, oggi considerano la tutela dell’ambiente e del territorio come elemento assolutamente imprescindibile. Sono in discussione il futuro di intere aree territoriali della Basilicata e lo stesso concetto di sviluppo che prima era incentrato sullo sfruttamento delle risorse petrolifere del territorio. L’oggetto di discussione è ora la realizzazione del pozzo “Pergola 1” (per ora, solo pozzo di esplorazione) e delle condotte di collegamento all’area “Innesto 3”, in contrada Santa Maria, nel Comune di Marsico Nuovo (in provincia di Potenza).

Questo pozzo nascerebbe in una zona ricca di sorgenti di acqua (bacino idrico del Sele) e a poche centinaia di metri dalla contrada San Vito, dove c’è un insediamento abitato. Il relativo oleodotto di collegamento dovrà passare in zone di notevole interesse, sia dal punto di vista delle risorse idriche, che dal punto di vista naturalistico, nonché zone ad alto rischio idrogeologico. Senza tralasciare che è, ormai noto e scientificamente provato, che le estrazioni petrolifere sono attività industriali tra le più pericolose riguardo a possibili danni al suolo, al sottosuolo, alle sorgenti e alla salute umana.

Ma gli interessi dell’Eni sono enormi. Infatti, significherebbe produrre quarantamila barili al giorno. E poi, Pergola 1 si trova al confine sulla Val d’Agri e questo permetterebbe di aprire un varco verso i monti della Maddalena, quindi verso il vallo di Diano (in Campania), dove già sono in corso richieste specifiche da parte dei petrolieri.

Di qui parte il duro braccio di ferro tra forze politiche, cittadini ed Eni. Lo scorso 17 marzo, il presidente della giunta regionale Pittella, i due assessori regionali Berlinguer e Liberali, il sindaco Vita e il responsabile dell’Eni Gheller, sono stati contestati dai cittadini proprio per la questione del pozzo Pergola 1. Chiamati per un dibattito pubblico a Marsico Nuovo, hanno deciso di abbandonare l’aula dell’incontro, perché accolti da fischi e insulti.

Pare, quindi, che la popolazione lucana abbia iniziato a ribellarsi ad anni di giochi di potere e diritti acquisiti da parte delle compagnie petrolifere. Si è costituito un comitato, con possibilità di firmare una petizione, che vuole impedire la realizzazione del pozzo, ma tante altre sono state le manifestazioni sul territorio, come per esempio la catena umana per impedire l’inizio delle trivellazioni.

Oltre quindici anni di attività petrolifera in Val d’Agri hanno avuto come conseguenza numerosi e gravi danni, tra cui incidenti legati all’attività del centro oli di Viggiano o lungo gli oleodotti (fuoriuscita di greggio dall’oleodotto a Bernalda (in provincia di Matera), emissioni maleodoranti, dovute soprattutto ai composti solforati, inquinamento acustico molto frequente).

Smetteranno di trivellare? Sulla bilancia, ancora una volta, gli interessi politici e dello Stato e la salute dei cittadini. La Basilicata è ormai martoriata dai pozzi, inquinata nel profondo. La proposta delle associazioni ambientaliste, impegnate per salvare il popolo lucano, è quella di prevenire i disastri ambientali, smascherare chi, per anni, ha giocato con la salute promettendo posi di lavoro e sviluppo.

Da Pop Off

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Ponte sullo Stretto: la Corte dei Conti boccia Salvini

La Corte dei Conti ha inflitto un duro colpo al progetto del ponte sullo Stretto, evidenziando buchi e falle enormi nel procedimento che avrebbe dovuto rilanciarne la realizzazione.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Inaugurazione del Salone dell’Auto a Torino: la protesta silenziosa delle Red Rebels di Extinction Rebellion

La cerimonia di inaugurazione del Salone dell’Auto 2025 è stata disturbata da Extinction Rebellion, con la presenza muta e solenne delle Red Rebels. Una critica al modello di mobilità e sviluppo che ogni anno viene riproposto nel centro di Torino e una denuncia della presenza di aziende coinvolte nelle operazioni di Israele a Gaza e in Cisgiordania.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Campeggio studentesco No Tav: giorni di lotta, formazione e resistenza in Val di Susa

Si è concluso sabato al presidio di Venaus il campeggio studentesco che, per diversi giorni, ha visto la partecipazione di decine di studenti e studentesse provenienti da tutta Italia.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Bolivia: I popoli indigeni paralizzano nei propri territori il progetto governativo di coltivazione della palma da olio

Il progetto governativo per coltivare la palma da olio o africana (Elaeis guineensis) è rimasto sospeso in certi territori dell’Amazzonia boliviana.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

E’ iniziato il campeggio studentesco al presidio di Venaus

Prende avvio il campeggio studentesco No Tav nello storico presidio di Venaus. Questa mattina si è tenuta l’assemblea contro la guerra, il riarmo e contro il genocidio in Palestina, occasione per discutere a partire dalle scuole itinerari di attivazione contro la guerra e per mobilitarsi sui territori in vista del corteo nazionale dell’8 novembre a Roma, lanciato questo luglio durante il Festival Alta Felicità.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

La truffa del Ponte continua

Alla vigilia della trasmissione del dossier alla Corte dei Conti, annunciata da Salvini come tappa decisiva dopo l’approvazione del CIPESS, denunciamo ancora una volta l’enorme operazione di propaganda e saccheggio che si nasconde dietro la parola “ponte”.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Le grandi opere, ovvero i giocattoli di Salvini

Non lo chiamavano “Trinità” ma “bimbominkia” e anche “cialtrone” e “incapace”.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Stati Uniti: ambiente e terre pubbliche sotto attacco

La tavolata della ventina di rappresentanti delle Big Oil (le grandi aziende energetiche statunitensi), svoltasi presso la tenuta trumpiana in Florida nell’aprile del 2024, è ormai passata all’incasso

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Messina: in 10mila al corteo No Ponte

Sapevamo che sarebbe stato un corteo imponente. Non immaginavamo tanto.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

TAV tra milioni, polizia e teatrini: la farsa continua in Prefettura

Mentre si cerca di presentare una Valle pacificata, l’apparato politico-industriale a sostegno dell’opera Tav Torino-Lione si riorganizza attraverso l’ennesimo incontro in Prefettura, volto a rafforzare il controllo poliziesco del territorio e a ottenere nuovi finanziamenti pubblici.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Comunicato delle realtà palestinesi italiane

Roma, 4 ottobre 2025, un milione in piazza per la Palestina libera e la sua Resistenza.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Alcune riflessioni a caldo su “Blocchiamo tutto”

E’ quasi impossibile fare un bilancio organico di queste giornate incredibili. Il movimento “Blocchiamo tutto” ha rappresentato una vera discontinuità politica e sociale nella storia italiana.

Immagine di copertina per il post
Culture

Al mio popolo

Lo scorso 25 settembre è deceduta a Cuba Assata Shakur, importante membro delle Pantere Nere prima, della Black Liberation Army poi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Hamas accetta parte dell’accordo. Trump chiede a Israele il cessate il fuoco

Hamas ha risposto al piano del presidente Usa Donald Trump sul futuro di Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: 473 i componenti della Global Sumud Flotilla rapiti. Continua il viaggio della Thousand Madleens to Gaza

Sono 473 i componenti degli equipaggi della Global Sumud Flotilla rapiti in acque internazionali dalle forze occupanti dell’esercito israeliano dopo l’assalto alle imbarcazioni iniziato la sera di mercoledì 1 ottobre 2025 a meno di 70 miglia da Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Argentina: Feroce repressione sui pensionati davanti al Congresso ha fatto 20 feriti

I manifestanti stavano sul marciapiede quando le forze di sicurezza federali sono passate all’attacco. Denunciano l’uso di un nuovo gas irritante, più potente di quelli precedenti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bloccando tutto – E’ sciopero generale

Oltre 100 manifestazioni in tutta Italia. Nonostante le intimidazioni del governo le piazze si sono riempite ovunque. Superati ampiamente i numeri del 22 ottobre in molte città.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Giorni di protesta in Marocco

Dal 25 settembre sono in corso una serie di mobilitazioni nelle città più grandi del Marocco, da Tangeri fino ad Agadir.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Comunicato di solidarietà all3 compagn3 fermate il 22 settembre a Milano: Ettore e Mina liber3 subito!

Ripubblichiamo il comunicato di solidarietà nei confronti di Ettore e Mina, ora agli arresti domiciliari a Milano scritto e pubblicato dal coordinamento cittadino Torino per Gaza

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bloccata la Global Sumud Flottila: aggiornamenti dalle piazze di tutta Italia

Dalle 20.30 di ieri sera circa è iniziato l’abbordaggio da parte delle navi militari dell’IDF nei confronti delle imbarcazioni della Global Sumud Flottilla.