Decreto Clima: caramelle alla spina contro la catastrofe ambientale
Mentre la Germania di Angela Merkel approva un pacchetto per il clima da 50 miliardi di euro in Italia il governo giallo-salmone vara un decreto legge composto da poco più di due titoli e quattro spicci.
Il Decreto Clima (DECRETO-LEGGE MISURE URGENTI PER IL RISPETTO DEGLI OBBLIGHI PREVISTI DALLA DIRETTIVA 2008/50/CE PER LA QUALITÀ DELL’ARIA) ci racconta di un governo che di fronte alla crisi ambientale non riesce a fare altro che mettere in campo alcuni provvedimenti che ci fanno domandare se qualuno al ministero ci ha provato veramente a scrivere questi articoli.
Uno dei primi interventi concreti che si possono trovare nel testo cade sotto un titolo altisonante: “Misure per incentivare la mobilità sostenibile nelle aree metropolitane“. Ma oltre il titolo si trova l’ennesimo bonus rottamazione. Al contrario dei suoi predecessori però assume una forma leggermente diversa. Per la prima volta si rompe il legame tra la rottamazione di un veicolo e l’acquisto di un nuovo modello, infatti l’incentivo viene emesso sotto forma di un “buono mobilità” spendibile in trasporto pubblico locale. Tutto bene quindi, fuori le vecchie macchine inquinanti e dentro bus, bike sharing e metro. Sì, ma non per tutti, questo “buono” è disponibile solo ai residenti in comuni “interessati dalle procedure di infrazione comunitaria n. 2014/2147” ovvero le città hanno sforato i limiti per le polveri sottili. Quindi sarà possibile che in una metropoli trafficata come Roma questi “buoni” non si vedranno mai perché non è abbastanza inquinata.
Andando avanti nella lettura del testo si conferma un decreto che prova in modo maldestro a risolvere problemi estremamente complessi. Ed è così che soluzioni (comunque controverse) si riducono a barzellette. È il caso dell’economia circolare e dei “green corner” ovvero dei contributi economici a fondo perduto ai “commercianti che attrezzano spazi dedicati alla vendita ai consumatori di prodotti sfusi o alla spina“. Essendo questi contributi erogati sulla base di quello che viene speso e non dei beni effettivamente venduti, nei prossimi mesi vedremo la gara dei supermercati per accaparrarsi in tutta fretta questi fondi approntando un distributore di caramelle sfuse.
Leggendo gli undici articoli di questo testo immaginiamo con orrore la portata dei decreti attuativi che dovranno concretizzare questo collage di titoli. Ma quello che è peggio non è il contenuto del testo, ma le sue mancanze. L’incapacità di indicare i veri colpevoli. Caramelle sfuse contro cento aziende nel mondo che producono il 71% delle emissioni di gas ad effetto serra nell’atmosfera del pianeta. Perché “la vera tragedia della crisi climatica è che sette miliardi e mezzo di persone pagheranno il prezzo – sotto forma di un pianeta distrutto – in modo che un paio di dozzine di aziende che hanno interessi ad inquinare possano fare profitti da record“. Tra queste troviamo Eni e altre grandi aziende in cui i governi potrebbero intervenire direttamente, ma alle quali viene concesso di lavare la propria immagine pubblica con ridicole conversioni verdi.
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