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G7 Ambiente, partecipato corteo a Bologna tra greenwashing e militarizzazione

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In una città attraversata in ogni suo angolo da due ondate convergenti di greenwashing e militarizzazione, è sceso in piazza oggi il corteo dei movimenti contro il g7 dell’Ambiente.

Dopo che nei giorni precedenti diversi momenti di contestazione ai lavori del meeting e ai soggetti che vi avrebbero preso parte avevano attraversato la città, oggi 11 giugno è stata la giornata del corteo principale contro l’arrivo dei responsabili delle politiche ambientali delle sette potenze del mondo occidentale.

I grandi devastatori riassumono così i grandi successi di questo meeting: “siamo d’accordo su tutto, tranne che sul clima”, ha dichiarato Galletti, probabilmente ancora confuso dal dibattito sull’effettuare o meno la cena di gala in centro, che ha monopolizzato il discorso e la gestione dell’ordine pubblico negli scorsi giorni. Il risultato è stata la blindatura della città, invasa da camionette, elicotteri, agenti dispiegati ovunque, che non ha però scoraggiato le tante persone che non hanno rinunciato a scendere in piazza.

Mentre al Savoia Hotel, nel quartiere Pilastro, i 7 rappresentanti dei paesi più inquinatori e devastatori dei territori blateravano di “futuro sostenibile” e rilanciavano il “green business”, centinaia e centinaia di persone hanno ribadito l’insostenibilità di un modello di sviluppo capitalistico che sta facendo danni immani al pianeta e alle sue popolazioni, rifiutando sia le opzioni negazioniste dei cambiamenti climatici alla Trump sia quelle fintamente attente alla questione come quella italiana, la cui delegazione è rappresentata dal nuclearista convinto Galletti.

Il corteo si è mosso da parco 11 settembre intorno alle 16,30, dirigendosi su via Marconi e via Indipendenza, per poi muoversi in retromarcia su via Righi e arrivando in piazza della Montagnola, per poi concludersi su piazza San Francesco. Ampia la partecipazione, soprattutto nello spezzone antagonista e del diritto all’abitare, dove richiamato anche dalle bandiere notav e stopsfratti si è riunita un ampio settore del mondo studentesco giovanile che ha costituito un blocco unico con gli occupanti di case.

Nei giorni precedenti invece c’era stata la contestazione del CUA al ministro Galletti mentre interveniva a San Giovanni in Monte, ma anche una serie di altre iniziative hanno preso vita in città, tra dibattiti, seminari, critical mass e momenti di riappropriazione di strade e piazze.

In questi giorni Bologna va sottolineato come Bologna sia stata teatro di intensa attività di monitoraggio e repressione preventiva contro chi voleva raggiungere da fuori le iniziative previste, e sei inaccettabili fogli di via sono stati comminati su basi preventive, un pò come successo già in vista degli eventi di Roma e Taormina, all’interno di una dinamica che richiede sempre più una risposta decisa che la metta in discussione.

Ancora più inaccettabile è il fermo e il sequestro di decine di attivisti bolognesi della Rete Eat the Rich avvenuto nelle prime ore del mattino, trattenuti poi per tutto il giorno nelle stanze della Questura. Alle 19.30 è stato chiamato un presidio in piazza Malpighi per comunicare alla città quanto avvenuto.

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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