InfoAut
Immagine di copertina per il post

Germania: Lützerath resiste nonostante l’attacco della polizia

Gli attivisti ambientali stanno ancora occupando un villaggio destinato alla distruzione di una miniera nella Germania occidentale, anche se la polizia ha lanciato l’operazione di sgombero.

Erano le 7 del mattino quando l’allarme è suonato mercoledì 11 gennaio. Il D-Day, il giorno dello sgombero, è arrivato. Nell’oscurità, figure stanche emergono dal groviglio di tende, capanne ed edifici che attraversano Lützerath. Con passo frettoloso, si recano all’ingresso del villaggio minacciato di distruzione per l’espansione di una miniera di carbone. La polizia è ovunque, in massa, circondando l’area da difendere (zad) al di là di barricate e trincee. Niente panico, ma una preoccupazione muta sta fermentando: gli attivisti, diverse centinaia, sono in inferiorità numerica rispetto ai mille agenti di polizia (il numero preciso non è stato comunicato).

Così si arrampicano sulle barricate, si arrampicano in imbracature ad alberi e treppiedi, una specie di grande struttura di legno che deve rallentare l’avanzata della polizia. Si formano catene umane, tremanti per il freddo e la pioggia battente, i gomiti serrati. Improvvisamente, l’assalto è avvenuto: migliaia di poliziotti si fanno strada. Sfondando le difese degli zadisti, le forze di polizia di tutta la Germania entrarono nello zad, poi si fermarono, un po ‘stupite di trovarsi lì, in mezzo alle capanne a più piani e alle case occupate per due anni e mezzo. A grappoli, la polizia aspetta o sgombera metodicamente i vari “barrios” (quartieri autogestiti della zad).

Sono stati lanciati una Molotov isolata e barattoli di vernice. Gli attivisti si aggrappano l’uno all’altro, alle recinzioni, agli alberi: regna la disobbedienza civile. L’obiettivo è ritardare il più possibile la deportazione, anche richiedendo il costoso e lento intervento di forze d’élite specializzate nell’escalation. Perché se la polizia domina il terreno, il grosso dell’azione si svolgerà ora tra gli alberi, mentre decine di capanne ostacoleranno il loro progresso.

Gli attivisti hanno vissuto a Lützerath per due anni e mezzo in autogestione, secondo i principi della democrazia diretta e dell’aiuto reciproco. Ora, tutto ciò che hanno costruito potrebbe scomparire a beneficio di RWE, una delle aziende più inquinanti d’Europa, che vuole espandere la miniera di carbone Garzweiler 2. È stato un accordo tra Verdi e industriali a rendere possibile l’espulsione: in cambio della distruzione di Lützerath, tutte le miniere di carbone tedesche saranno chiuse entro il 2030. Mentre la crisi energetica minaccia l’Europa, l’intervento della polizia arriva in un contesto teso. Se gli attivisti riusciranno a resistere fino alla fine di febbraio, l’intera operazione sarà abbandonata. Quindi ci aspetta una lunga maratona.

da Reporterre

Prosegue la lotta ambientalista e anche la repressione poliziesca in Germania dove si resiste alle operazioni di sgombero del borgo di Lutzerath, in Nordreno-Vestfalia. Il villaggio è presidiato da inizio settimana da attivisti per la giustizia climatica contrari al progetto del colosso energetico Rwe di smantellamento dell’area per creare la più grande miniera di carbone d’Europa.

Oggi in Germania sono giunti ambientalisti da tutta Europa per una grande manifestazione. Secondo gli organizzatori i partecipanti sono 35.000. Tra loro anche attivisati italiani. Sentiamo Sebastiano dei FFF di Venezia Ascolta o scarica

da Radio Onda d’Urto

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

carboneCRISI CLIMATICAFOSSILEgermaniaLutzerath

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Sgombero in corso del presidio di via Curtatone a difesa del bosco di Gallarate

Gallarate (VA): sgombero del presidio di via Curtatone in corso dalle 4 di questa mattina

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

3.1 Radura || Turismo Feroce

Benvenuti e benvenute alla prima puntata della terza stagione di Radura, il podcast che racconta i conflitti sociali nell’hinterland italiano.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Presidio No Tav di San Giuliano: mobilitiamoci per resistere insieme all’esproprio!

E’ la fine di ottobre del 2012: una lunga fila di persone occupa il terreno dove oggi sorge il Presidio No Tav di San Giuliano. Il clima freddo e pungente della Valsusa non ferma migliaia di attivisti e attiviste accorsi per prendere parte alla quarta edizione della campagna “Compra un posto in prima fila”.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Lotta alla speculazione energetica in Sardegna: aggiornamenti da Oristano e Selargius

La lotta alla speculazione energetica in Sardegna prosegue, comitati e presidi si oppongono alla realizzazione del mega progetto energetico Tyrrhenian Link

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Ambiente: il ciclone Boris continua a devastare l’Europa centro-orientale

Il ciclone Boris continua a devastare L’Europa centro-orientale, lasciando dietro di sé una lunga scia di distruzione.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

“Giù le mani dal Meisino”: partecipata marcia ambientalista per salvare il parco di Torino

Un folto gruppo di attiviste e attiviste per l’ambiente, amici e amiche del Meisino, si è ritrovato sabato 14 settembre in piazza Modena a Torino, per una passeggiata all’interno del parco

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

L’attivazione popolare in Sardegna contro la speculazione energetica si diffonde

Il tema della speculazione energetica e dello sfruttamento dei territori in nome di una falsa transizione ecologica è ciò che contraddistingue le numerose e diffuse mobilitazioni che sono avvenute in Sardegna negli ultimi tempi.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Mobilitazione popolare a Torino per difendere uno dei più grandi parchi della città. Sabato il corteo “Salviamo il Meisino”

Sono giorni di lotta popolare al Parco del Meisino, polmone verde a nord est di Torino, a seguito dell’avvio dei primi lavori per la costruzione di una “cittadella” dello sport nel cuore della riserva naturale sull’ansa del fiume Po.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Settimana di lotta in Val Susa dal 31 agosto al 5 settembre

Da pochi giorni si è conclusa una lunga settimana lotta, socialità, dibattiti e discussioni nella Valle che Resiste.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Mare sporco a Lamezia, una lettura in chiave ecologica

Quest’anno il mare del litorale lametino è risultato particolarmente inquinato.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Abbecedario dei Soulèvements de la Terre – Composizione

Pubblichiamo di seguito un estratto del libro “Abbecedario dei Soulèvements de la Terre. Comporre la resistenza per un mondo comune” in uscita per Orthotes Editrice, curato nella versione italiana da Claudia Terra e Giovanni Fava.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

2/5 settembre 2024: programma campeggio di Ecologia Politica Network

Manca ormai pochissimo al campeggio di Ecologia Politica Network

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Confluenza – Per il bisogno di confluire tra terre emerse

Da gocce a fiume per far salire la marea. Il manifesto di Confluenza

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Eni: basta finanziare guerre

ENI e Ithaca Energy si uniscono per produrre oltre 100mila barili di petrolio al giorno nel Mare del Nord. Peccato che la britannica Ithaca Energy sia controllata per l’89% dalla israeliana Delek Group, nella lista nera dell’ONU per operazioni nei Territori Palestinesi occupati illegalmente.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’energia come epicentro di colonizzazione, accaparramento e discriminazioni.

Proponiamo quindi il contenuto di uno dei dibattiti organizzati alle Università occupate del Politecnico di Torino e di Palazzo Nuovo, insieme a End Fossil.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Le donne africane e la difesa della terra e dei beni comuni

Due articoli tratti dalla WoMin African Alliance, scritti in occasione della Giornata della Terra (22 aprile) e della Giornata internazionale della biodiversità (22 maggio).

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Collassi localizzati, debito ecologico e politiche pubbliche

Le inondazioni nel Rio Grande do Sul, una delle zone più ricche e potenti del Brasile, hanno provocato 163 morti, più di 80 persone disperse e 640.000 persone costrette a lasciare le proprie case.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Elezioni in Germania: un’analisi del voto

Gli esiti delle elezioni europee in Germania si iscrivono in una tendenza generale di un’Europa belligerante in crisi, aprono la via alle destre più estreme, cancellano le poche illusioni rimaste rispetto alla rappresentanza.