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I tribunali danno il via libera al progetto dell’A69, ma la lotta si sta organizzando

Francia: è stato lanciato un appello a concentrarsi davanti alle prefetture questo mercoledì, in vista di giorni di mobilitazione a luglio contro il cantiere della A69.

Da contre attaque articolo del 28 maggio 2025

L’intero sistema sta lavorando in concerto per imporre il progetto dell’autostrada A69 e coprire la campagna sud-occidentale francese con una striscia di asfalto. I membri eletti del Partito socialista hanno sostenuto e contribuito alla realizzazione del progetto. A loro si aggiungono i datori di lavoro della regione di Tolosa, che stanno guadagnando. Infine, il governo, con un ministro dei Trasporti che è un convinto sostenitore dell’autostrada e il sistema giudiziario, che ha appena fatto dietrofront, continuano a speculare e ad essere coinvolti.

Mercoledì 28 maggio 2025, il Tribunale amministrativo di Tolosa ha autorizzato la ripresa dei lavori sull’autostrada tra Tolosa e Castres. Tre mesi fa, tuttavia, il tribunale aveva bloccato gli stessi lavori. In seguito a questa decisione, che ha fermato la devastazione, il Ministro dei Trasporti ha presentato un ricorso d’urgenza. Per loro, l’A69 è un simbolo che deve essere portato avanti fino in fondo: “È in gioco anche la credibilità dello Stato se domani questo progetto viene fermato […] questo costituirà un precedente per tutta la Francia, è la fine dei grandi progetti”, hanno esclamato.

Il ricorso del governo è stato appena vinto e il Ministro ha annunciato che i lavori riprenderanno “a partire da metà giugno”. I giudici hanno ritenuto che le argomentazioni addotte “dalle associazioni e dai singoli cittadini che contestano le autorizzazioni ambientali non appaiono serie”. Il 27 febbraio, invece, altri giudici, quelli che hanno bloccato la costruzione, hanno parlato di mancanza di “motivi imperativi di rilevante interesse pubblico”, e quindi di giustificazione del danno ambientale causato. Due decisioni diametralmente opposte.

Cosa è successo in tre mesi? La lobby a favore dell’autostrada – sì, esiste – ha organizzato una grande manifestazione che ha riunito numerosi politici socialisti. E i rappresentanti eletti della regione del Tarn, ferventi sostenitori del progetto, hanno fatto approvare in commissione al Senato un disegno di legge per rendere nuovamente legale l’opera. Si trattava di un modo per aggirare una sentenza del tribunale, convalidando retroattivamente gli ordini annullati dal tribunale.

L’appello “d’emergenza”, che consente il riavvio del progetto, non è una decisione definitiva. Si attende una decisione sul “merito” del caso da parte dei tribunali per risolvere la questione una volta per tutte. Ma questo processo non avrà luogo prima del… 2026. L’autostrada sarà quindi completata, anche se sarà dichiarata illegale. Atosca, la società che costruisce l’A69, si vantava già a novembre che “il 100% dei lavori di sbancamento era stato avviato e il 45% completato”. A Strasburgo, i tribunali hanno dato ragione agli oppositori della “tangenziale ovest”, anche se l’autostrada era stata costruita al 90%, rendendo impossibile la sospensione dei lavori.

Non c’è quindi nulla da aspettarsi dalle istituzioni. Prendiamo l’esempio dell’aeroporto di Notre-Dame-des-Landes 15 anni fa: se avessimo dovuto aspettare che i tribunali invalidassero il progetto, l’intero territorio vicino a Nantes sarebbe stato cementificato prima che i ricorsi fossero conclusi. È stata la lotta determinata, sul terreno e dietro le barricate, a salvare quest’area.

Nel sud-ovest della Francia, gli oppositori dell’autostrada sono allarmati. Scrivono: “Dopo la gioia per l’interruzione dei lavori il 27 febbraio, molti di noi sono sbalorditi in un momento in cui stiamo lottando così duramente e in cui le autorità pubbliche – dalle bonifiche ai pesticidi – calpestano tutte le misure ecologiche e portano avanti la distruzione accelerata dei nostri ambienti di vita”.

Sta circolando un appello a riunirsi questo mercoledì sera davanti alla prefettura a partire dalle 18.30. La coalizione di gruppi anti-A69 ha già indetto altre manifestazioni per il 4, 5 e 6 luglio.

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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