InfoAut
Immagine di copertina per il post

Francia: le loro armi, i loro profitti, i nostri morti

Più di 4.000 persone hanno manifestato e portato avanti delle azioni contro l’Air Show di Parigi, il commercio della morte e a sostegno della Palestina.

Comunicato stampa della coalizione Guerre à la Guerre e dell’inter-organizzazione Stop Bourget.

Le loro armi, i loro profitti, i nostri morti.

Sabato 21 giugno, una manifestazione che ha percorso per le strade di Drancy e Bobigny si è opposta all’impunità assassina di uno dei più grandi saloni d’armi del mondo.

Più di 4000 persone di tutti i tipi hanno risposto all’appello della coalizione Guerre à la guerre e della piattaforma «STOP Bourget» che riunisce collettivi in sostegno alla Palestina, organizzazioni sindacali, politiche, associazioni cittadine, gruppi decolonialistii, femministi ed ecologisti. Tutti e tutte hanno gridato la loro indignazione per lo svolgimento del Salon du Bourget con forza, fumogeni, slogan e prese di parole determinate. I manifestanti hanno denunciato la presenza a Le Bourget delle multinazionali e degli Stati attori o complici del genocidio a Gaza, le guerre sempre più numerose e mortali per servire interessi coloniali ed estrattivisti, la repressione sempre più violenta sui migranti, donne e minoranze di genere, musulmani e lotte sociali. Questa mobilitazione segna il rifiuto dell’imperialismo e l’opposizione a una militarizzazione che viene fatta sulle spalle dei lavoratori. Sotto il rumore degli aerei da guerra, il nostro corteo ha ricevuto ovunque il sostegno degli abitanti di Bobigny, di Drancy e del Bourget.

La mattina, la prefettura aveva tentato un attacco inedito alla Bourse du Travail di Bobigny con un centinaio di agenti che si sono introdotti nell’esplanade dell’edificio. I militanti riuniti per i workshop hanno protestato contro l’ingresso dei CRS in un luogo necessario alle lotte e al movimento sociale. Sono riusciti a fermarli.

Le forze dell’ordine hanno tuttavia proceduto a diversi arresti e portato una persona in stato di fermo. Si sono poi impegnate a bucare uno per uno i palloncini con i colori della Palestina e a sequestrare tutti gli striscioni che potevano trovare. Questi palloncini e striscioni erano destinati a un corteo fluttuante sopra la manifestazione per protestare contro l’occupazione del cielo da parte del salone del Bourget. Ad ogni edizione, il cielo di Seine-Saint-Denis è infatti occupato dalle dimostrazioni dei voli degli aerei destinati a lanciare bombe sui civili ed espellere i migranti. E come abbiamo sentito oggi, questi furti infliggono un disturbo sonoro agli abitanti del 93. Nonostante questo tentativo di intimidazione muscolosa, rappresentativo della crescente repressione dei movimenti sociali, migliaia di persone hanno partecipato all’incontro di partenza della manifestazione in Place de la Libération.

In risonanza con questa manifestazione, abbiamo potuto constatare che diversi collettivi hanno condotto azioni di perturbazione del salone e visibilizzazione dei suoi attori.

Abbiamo appreso tramite comunicato che un gruppo di Extinction Rebellion si è introdotto nel Bourget e ha denunciato «l’industria della morte» con un «die-in» che simboleggia le morti del genocidio in corso proprio in mezzo agli stand esterni. Questa mattina, il CAMM (Collectif Anti Marchands de Morts) ha dipinto la facciata del raggruppamento delle industrie aeronautiche e spaziali francesi (GIFAS). Questa lobby, che è anche l’organizzatore della fiera, è stata ricoperta con «l’unico colore che meritano: rosso sangue» e un tag «Mercanti di morte». Più tardi nella giornata, è alla stazione di Le Bourget che il rosso sangue si è sparso, una ventina di attivisti lo ha versato sul sentiero percorso dalle visitatrici e visitatori del salone, coprendo i pannelli che conducono al salone con numerosi tag. L’azione è stata rivendicata dal collettivo di lotta e autodifesa antirazzista Tapages. A pochi chilometri dalla manifestazione, 123 palloncini sono volati nel cielo del Bourget, in omaggio alle 80 vittime palestinesi uccise dagli attacchi del 21 giugno e ai 43 uccisi negli attacchi del giorno prima.

Dopo una fine di manifestazione a poche centinaia di metri dal salone del Bourget durante la quale i poliziotti hanno proceduto a nuovi arresti (11 in tutto oggi), centinaia di persone si sono nuovamente radunate per il proseguimento del week-end di mobilitazione. Ci ritroviamo stasera per un concerto contro i mercanti di morte davanti alla Bourse du Travail di Bobigny. Questa domenica, il villaggio anti-guerra continua con numerosi dibattiti volti a riattivare l’eredità antimilitarista delle lotte operaie, anticoloniali, femministe ed ecologiste e ad aprire nuovi fronti. Ci raduneremo sempre più numerosi davanti agli altri saloni della morte. Ostacoleremo le industrie complici del genocidio in Palestina! E sosterremo la resistenza dei popoli nella lotta contro l’imperialismo e la colonizzazione!

È probabile che vengano indette manifestazioni a sostegno dei compagni arrestati. Rimanete informati sui social network della coalizione Guerre à la Guerre!

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

ASSEDIO DI GAZAFranciagenocidioguerraguerre à la guerreiranpalestinaRIARMO

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Continuano le piazze per la Palestina e nella notte nuovo abbordaggio della Flottilla

Ieri, 7 ottobre, in particolare in due città italiane, Torino e Bologna, si sono tenuti appuntamenti per continuare la mobilitazione in solidarietà alla Palestina. Entrambe le piazze sono state vietate dalle rispettive questure in quanto considerate “inopportune”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Salvini contestato a Livorno per il suo sostegno allo stato sionista

Dopo due settimane di mobilitazioni, in una data simbolica come quella del 7 ottobre, Salvini è arrivato a Livorno.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Aria frizzante. Un punto di vista dalla provincia sulla marea del «Blocchiamo tutto»

Riprendiamo questo ricco contributo di Kamo Modena, in attesa dell’incontro di questo weekend a partire dalla presentazione del documento «La lunga frattura»

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La voce di Jose Nivoi, di ritorno da Gaza

Imbarcato sulla Global Sumud Flotilla per il CALP e l’USB, José Nivoi è rientrato in Italia dopo essere stato sequestrato e incarcerato dalle forze d’occupazione israeliane.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Réflexions à chaud sur le mouvement « Bloquons tout »

Traduzione in francese dell’editoriale “Riflessioni a caldo sul movimento Blocchiamo tutto”. Il est presque impossible de dresser un bilan organique de ces journées incroyables. Le mouvement « Bloquons tout » a représenté une véritable rupture politique et sociale dans l’histoire italienne.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

11 nuove barche della Freedom Flotilla cariche di medicine stanno navigando nel Mediterraneo, ormai prossime alle coste di Gaza, decise a rompere l’assedio israeliano.

Novanta medici,infermieri, operatori sanitari, tra cui sei italiani, sono a bordo di quello che loro stessi hanno definito “un ospedale galleggiante pieno di farmaci”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Leonardo ammette l’export di armi in Israele e fa cadere la maschera del governo

Riprendiamo questo articolo di Duccio Facchini, direttore di Altraeconomia apparso originariamente sulla rivista medesima e poi ripreso da osservatoriorepressione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia: Lecornu si dimette, il suo è il mandato più breve della storia

A un mese dalla nomina del nuovo primo ministro, e a poche ore dalla nascita nel nuovo esecutivo, il governo di Sebastien Lecornu è già finito.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Comunicato de* medic* in formazione specialistica dell’Università di Torino contro il genocidio del popolo palestinese

Noi sottoscritt* medic* specializzand* dell’Università di Torino riteniamo necessario prendere insieme una posizione pubblica in merito al genocidio del popolo palestinese e alla situazione umanitaria nella Striscia di Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Comunicato delle realtà palestinesi italiane

Roma, 4 ottobre 2025, un milione in piazza per la Palestina libera e la sua Resistenza.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Anan Yaeesh in sciopero della fame

Riprendiamo il comunicato pubblicato dalla campagna Free Anan e ci uniamo alla solidarietà ad Anan Yaeesh.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Alcune riflessioni a caldo su “Blocchiamo tutto”

E’ quasi impossibile fare un bilancio organico di queste giornate incredibili. Il movimento “Blocchiamo tutto” ha rappresentato una vera discontinuità politica e sociale nella storia italiana.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Hamas accetta parte dell’accordo. Trump chiede a Israele il cessate il fuoco

Hamas ha risposto al piano del presidente Usa Donald Trump sul futuro di Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: 473 i componenti della Global Sumud Flotilla rapiti. Continua il viaggio della Thousand Madleens to Gaza

Sono 473 i componenti degli equipaggi della Global Sumud Flotilla rapiti in acque internazionali dalle forze occupanti dell’esercito israeliano dopo l’assalto alle imbarcazioni iniziato la sera di mercoledì 1 ottobre 2025 a meno di 70 miglia da Gaza.