InfoAut
Immagine di copertina per il post

Il partito del cemento brinda, grazie al M5Stelle

||||

Nei giorni scorsi alcuni titoli hanno festeggiato la fine dell’estate in borsa. In particolare quelli delle costruzioni, su tutti Webuild (il nuovo nome di Salini finanziato dal risparmio postale degli italiani) & Astaldi (salvata dal fallimento sempre a spese di Cassa Depositi e Prestiti).

Non è stato il cambio climatico il motivo della festa. Anzi, la colonna sonora delle celebrazioni di Piazza Affari sono stati tuoni e fulmini, trombe d’aria e grandine formato uova di gallina. Ma l’ennesimo ciclone abbattutosi sulle terre più martoriate da Covid-19 non ha turbato l’euforia dei più accesi sostenitori del “nuovo” capo degli industriali italiani Carlo Bonomi. Un’euforia dovuta all’emendamento sblocca Grandi Opere proposto dalle esponenti del M5Stelle Sabrina Ricciardi e Margherita Corrado e approvato a larga maggioranza (e con il voto del Movimento) in Commissione Affari costituzionali del Senato la notte del 28 agosto. Così i noti “anticomunisti” di Assolombarda (quelli che da decenni fanno affari importando carabattole e virus da Wuhan a Orio al Serio) si son trovati per una volta a braccetto con gli odiati Cinquestelle (quelli che dovevano moralizzare l’Italia).

L’emendamento, presentato e approvato in sede di conversione del “decreto semplificazioni” (https://volerelaluna.it/controcanto/2020/07/13/conte-e-il-decreto-semplificazione-il-vecchio-che-avanza/ e https://volerelaluna.it/commenti/2020/07/11/grandi-opere-piccole-idee/) prevede che «in considerazione dell’emergenza sanitaria Covid-19 e delle conseguenti esigenze di accelerazione dell’iter autorizzativo di grandi oper infrastrutturali [sic!], sino al 31 dicembre 2023 le Regioni […] possono autorizzare la deroga alla procedura di dibattito pubblico, consentendo alle amministrazioni aggiudicatarie di procedere direttamente agli studi di prefattibilità tecnico economica nonché alle successive fasi progettuali». Tradotto in termini ancora più espliciti: fino al 31 dicembre 2023, superstrade, svincoli stradali, termovalorizzatori e quant’altro (magari comprendendo anche pezzi di TAV) potranno essere autorizzati senza necessità di previa sottoposizione al dibattito pubblico previsto dalla legge (consistente in incontri di informazione, approfondimento, discussione e gestione dei conflitti nonché nella raccolta di proposte e posizioni di cittadini e associazioni dei territori interessati). Quando si dice coerenza con i princìpi di trasparenza e partecipazione sostenuti dal M5Stelle! Naturalmente il “partito del cemento e del tondino” festeggia.

Un commento è d’obbligo, anche con riferimento al contesto.
Il Fatto quotidiano del 30 agosto stende un pietoso quanto inopportuno velo sulle “imprese” del partito di Di Maio & Casaleggio ma pubblica un’intervista, a firma di Marco Pasciutti, a Massimo Galli (professore del Sacco e della Statale di Milano) in tema di interventi contro Covid-19. Vi si legge tra l’altro:

Crisanti (direttore della Microbiologia dell’Università di Padova, ndr) ha presentato al ministero un piano in cui si parla di 250-300mila test al giorno (per individuare gli asintomatici, ndr). Per farli, dice, servono 20 laboratori, uno per Regione, più altre 20 unità mobili per raggiungere i focolai sui territori. Il tutto al costo di 40 milioni. Lo ritiene fattibile?
È una spesa che dovrebbe essere sostenuta. Credo che al momento un potenziamento di questo genere non sia evitabile. Dobbiamo adeguare la nostra capacità diagnostica a quella di Paesi vicini per cultura e composizione sociale come Francia e Spagna. Il mestiere di Crisanti è quello di garantire questo servizio per un’intera Regione (il virtuoso Veneto sui cui successi, nella fase acuta della pandemia, si è pavoneggiato Zaia, ndr) e credo che i conti li abbia fatti giusti.

Ora, se ho capito qualcosa delle bandiere (a mezz’asta) strenuamente difese dalla pattuglia acrobatica dei ragazzi di Grillo e delle graziose concessioni di Merkel & Macron a Conte, l’Italia, ancorché pubblicamente indebitata fin dai tempi dei Savoia, ha ottenuto dall’Europa – tra contributi a fondo perduto e MES opzionabile al prossimo compromesso – alcune decine di miliardi, una parte dei quali destinati esplicitamente a rimettere in piedi la sanità di territorio sacrificata per anni a vantaggio degli amici di Formigoni & C.

Ma cosa rappresenterebbero i 40 milioni proposti da Crisanti (persino se domani si rivelassero un po’ sottostimati)? Più o meno l’8 per mille degli “aiuti” già stanziati per le imprese che, invece di concorrere agli appalti a dignitoso ma ridotto margine (quale il riassetto idrogeologico di un Paese colabrodo), dettano l’agenda delle gare al minimo ribasso per le più grandi tra le Grandi Opere dell’elenco del Ministero delle infrastrutture promosso 30 anni fa dall’ecumenico Ercole Incalza e continuamente implementato dai successori, da Paolo Emilio Signorini (centrodestra) a Ennio Cascetta (centrosinistra). A ciò si aggiunge oggi l’allegra accelerazione delle opere infrastrutturali voluta dai 5Stelle.

Può darsi – come dice un mio amico – che Travaglio si sia rassegnato a difendere questo Governo perché qualunque altro sarebbe peggiore (e la comica finale Briatore-prostatite-Santanché, rappresentata all’anfiteatro meneghino del San Raffaele ne dà la misura). Ma non è per caso – anche se né LancetNature lo hanno ancora autorevolmente pubblicato – che la pandemia si sia così diffusa non tanto e non solo perché sul pianeta siamo oggettivamente in troppi ma soprattutto perché siamo troppo stupidi?

 

di: Claudio Giorno da Volere la luna

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

grandi opere inutilimovimento 5 stelle

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Uragano a Mayotte: un’isola devastata e le miserie della politica coloniale francese

A Mayotte, Dominio d’Oltremare (DOM) francese nell’Oceano Indiano, si contano già diverse decine di migliaia di morti, dopo il passaggio del devastante ciclone Chido.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Quattro mega-bacini, tra cui quello di Sainte-Soline, sono stati dichiarati illegali dalla giustizia: è tempo di festeggiare in Francia

Il 18 dicembre il tribunale di Bordeaux ha dichiarato illegali quattro bacini, tra cui quello di Sainte-Soline.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Buon 8 dicembre No Tav! (Video)

Riceviamo e pubblichiamo. da notav.info Contro ogni devastazione, contro politiche corrotte e incapaci di guardare ai bisogni delle persone e dell’ambiente, a fianco dei popoli in lotta e per chi si trova privato della libertà per aver difeso la sua valle! Avanti No Tav!

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Torino: Extinction Rebellion scarica sacchi anti allagamento in Consiglio Regionale

Extinction Rebellion scarica sacchi anti allagamento all’ingresso del Consiglio Regionale del Piemonte, poco prima della discussione sul Piano di Qualità dell’Aria.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

8 dicembre 2024, marcia popolare No Tav: una data di cui non smetteremo mai di raccontare

Nel pomeriggio di ieri, più di 5000 No Tav si sono riversati per le strade di Susa per la tradizionale manifestazione popolare in occasione dell’ 8 dicembre.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Operaio contaminato dal plutonio a Casaccia: per i responsabili diventa garanzia di sicurezza.

Al centro nucleare della Casaccia alle porte di Roma un operaio è stato contaminato dal plutonio presente nel sito; a renderlo noto è stata l’Agenzia di stampa per l’energia e le infrastrutture (Ageei) lo scorso venerdì.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Perù: Annunciata giornata nazionale contro l’attività mineraria

Gli indigeni dell’Amazzonia si mobiliteranno per chiedere l’implementazione di 15 azioni concrete contro l’attività mineraria aurifera che avanza nei loro territori. Con una giornata nazionale di azione che includerà mobilitazioni a Lima e nei territori indigeni, diversi popoli dell’Amazzonia questo 2 e 3 dicembre esprimeranno il loro rifiuto dell’attività mineraria aurifera. Stanchi di promesse, chiederanno […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Crisi idrica in Basilicata

In questi giorni la Basilicata, in particolare la rete di 29 comuni in provincia di Potenza, è rimasta senz’acqua: sono ancora in corso i razionamenti e questa crisi idrica senza precedenti lascia a secco più di 140mila persone.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

8 DICEMBRE 2024: MANIFESTAZIONE POPOLARE NO TAV – ORE 14 PIAZZA D’ARMI, SUSA

A quasi vent’anni dall’8 dicembre 2005, il Movimento No Tav attraverserà di nuovo le strade ed i sentieri della Valsusa che con determinazione e coraggio difende da tanto tempo. Con un occhio al passato, per custodire ciò che la lotta insegna, ed un occhio al presente, per rafforzare le ragioni e la pratica che da […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Sardegna: sgomberato il presidio “La rivolta degli ulivi”

Sgombero di polizia in corso questa mattina a Selargius, nel Cagliaritano, del presidio permanente “La rivolta degli ulivi” sorto per contestare il cavidotto elettrico “Tyrrhenian Link” tra Sardegna e Sicilia. 

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Ciao TAV: necrologio di un progetto nato morto

A cura dei tecnici No Tav da notav.info Del progetto TAV Torino – Lione, dopo oltre trent’anni, abbiamo migliaia di chilometri di parole scritte sulla carta e nemmeno un centimetro di binari realizzati. Qual è il destino della grande opera più inutile d’Europa? È tutto scritto in un numero magico, diffuso ieri dall’Unione Europea. In […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Fermiamoli ora: mobilitazione nazionale contro il nuovo disegno di legge sicurezza che criminalizza le lotte sociali

Inasprimento delle pene, da 2 a 7 anni,  per le occupazioni abitative ma anche per chi resiste allo sfratto e chi partecipa ai picchetti; pene draconiane da 7 a 20 anni per detenzione e diffusione di materiale che incita a impedire la realizzazione di opere ritenute strategiche; aumento delle pene per i reati di imbrattamento per colpire le pratiche di soggetti ambientalisti. 

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

No Tav: sabato 15 giugno manifestazione popolare contro Grandi Opere Inutili e mafie

Che le grandi opere siano terreno fertile per le mafie non è una sorpresa. L’enorme scritta che ormai da 15 anni compare sul fianco del Musinè “TAV= MAFIA”, ne è una testimonianza concreta.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Francia, A69, bacini: azioni seriali di disarmo contro le aziende ecocide

Macchine incendiate nel cantiere della A69, un bacino scoperchiato nella Vienne

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Fino a 25 anni di carcere a chi manifesta per “impedire di realizzare un’opera pubblica”

Con un emendamento presentato al ddl sicurezza dal deputato Igor Iezzi, attualmente in discussione in commissione Affari Costituzionali, la Lega propone l’inserimento di una nuova aggravante dei reati contro la pubblica incolumità che sembra ritagliata sulla variegata rete di attivisti che da anni protestano contro le grandi opere.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

“Il Ponte sullo Stretto è uno specchietto per allodole”. Calabria e Sicilia si preparano alla manifestazione popolare

Il ponte sullo Stretto” tra la Calabria e la Sicilia è uno “specchietto per le allodole.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Messina: l’inganno del ponte

Mark Twain ha detto un giorno che «è molto più facile ingannare la gente, che convincerla che è stata ingannata».

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Resistenza, repressione e lotta contro il Mountain Valley Pipeline a sei anni di distanza in Appalachia

Da oltre sei anni, gli abitanti degli Appalachi conducono una campagna non-stop di azioni dirette per fermare la costruzione dell’oleodotto Mountain Valley Pipeline (MVP), il cui progetto è in ritardo “di sei anni sulla tabella di marcia e di circa mezzo miliardo di dollari sul budget”.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

TAV: il punto sui lavori preliminari

Dicembre 2023: già per i lavori preliminari continua l’accumulo di consistenti ritardi sui cronoprogrammi

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

La Montagna non è un parco divertimenti e la nostra vita non è un gioco

Appello per una settimana di mobilitazioni diffuse nei diversi territori per denunciare l’insostenibilità ambientale, economica e sociale delle Olimpiadi 2026 nonché l’essere paradigmatiche di un modello di sfruttamento turistico delle Terre Alte altrettanto insostenibile per ecosistemi e popolazioni montante