Inizia il processo per i 4 No Tav, centinaia in presidio fuori dall’aula bunker
L’udienza, come disposto nelle scorse settimane, si è tenuta all’interno dell’aula bunker del carcere delle Vallette, così come avviene già da tempo anche per il maxi-processo No Tav. Una mossa prevedibile da parte della Procura torinese, che in questi mesi ha fatto di tutto per creare un clima di allarmismo attorno alle udienze che vedono coinvolto il movimento, arrivando a disporre che i giudici che compongono la giuria che giudicherà i quattro arrivassero in aula a bordo di un pullmino scortato… E a conferma di tutto ciò, i giudici stessi hanno poi impedito di essere ripresi per tutta la durata dell’udienza.
A fare da contraltare alle pretese ridicole dei due pm con l’elmetto e ai tentativi di far aprire il processo in un clima pesante, c’erano ancora una volta la determinazione e la serenità del movimento No Tav: fin dalle 9 di questa mattina, infatti, alcune centinaia di persone (diverse arrivate anche da altre città quando non addirittura da altri paesi) si sono riunite in presidio all’esterno dell’aula bunker per portare il proprio saluto e la solidarietà a Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò. Presente anche il compressore, unico vero “ferito” di quell’attacco al Cantiere, che nel corso del presidio è stato mandato ironicamente in fumo.
Nonostante le provocazioni della polizia schierata, che rallentava l’ingresso dei presenti facendo entrare piccoli gruppi di persone (molti meno di quanto la capienza dell’aula avrebbe potuto effettivamente accogliere), tanti No Tav – previa identificazione – sono riusciti ad accedere all’udienza e a salutare i quattro compagni, riferendo che stavano bene ed erano sereni. Una notizia positiva (anche se da confermare) sembra essere inoltre la decisione dei giudici di trasferire nuovamente tutti e quattro i No Tav nel carcere torinese delle Vallette fino al mese di Luglio, in modo da evitare lunghi spostamenti in occasione delle prossime udienze. Chi ha partecipato all’udienza di oggi ha inoltre riferito di un clima meno teso rispetto a quello che regna nel maxi-processo e di giudici almeno per ora apparentemente meno succubi delle decisioni della Procura.
Durante l’udienza di questa mattina gli avvocati della difesa No Tav hanno smontato pezzo per pezzo le tesi dell’accusa, contenstando anche la presenza in aula e il coinvolgimento come parti civili di personaggi come il segretario generale del Sap (quello dell’applauso agli assassini di Aldrovandi…) o di Ltf, che pretenderebbe un risarcimento per il danneggiamento del compressore.
La prossima udienza è stata fissata per il 6 giugno, data in cui la Corte d’Assise scioglierà la riserva sulle numerose eccezioni sollevate dagli avvocati difensori.
Nel frattempo, il presidio di questa mattina ha rappresentato un nuovo e importante momento di solidarietà per continuare a chiedere la liberazione di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò e di tutti gli altri No Tav.
Liber* tutt*!
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