L’assemblea popolare di Giaglione, l’inizio del campeggio
Tutti concordi sul fatto che quest’estate, andando anche oltre le più rosee aspettative, il movimento è riuscito a mantenere un buon livello di mobilitazione, esercitando pressione sul fortino delle forze dell’ordine e continuando ad informare e raccogliere solidarietà attorno a sé. Dal giorno dello sgombero alla Maddalena sono state infatti migliaia le persone che, provenienti da tutta Italia, hanno fatto tappa in Val di Susa, portando la propria solidarietà e rendendosi parte integrante della lotta.
L’estate appena passata ci lascia un segnale chiaro: nonostante la mobilitazione continui da mesi a ritmi elevati e l’enorme dispiego di forze da parte dello stato per provare a spezzarne la resistenza, il movimento c’è ed è vivo!
Quello No Tav è un popolo nella sua maggioranza consapevole e in grado di capire che la battaglia avrà probabilmente tempi lunghissimi, e che per quanto ogni giorno sia oramai un giorno di lotta in Val di Susa, esso dovrà essere in grado di guardare sempre oltre e non farsi immobilizzare nel qui ed ora. Ingenuo sarebbe concentrarsi unicamente su discorsi repressivi , sui dispetti e le pressioni che le forze dell’ordine continuano a fare in quei luoghi dove la vicinanza tra militanti e fortino si gioca in pochi metri. La lotta No Tav necessita di strategia, a breve e a lungo termine e solo l’azione portata avanti dalla soggettività, che in questa lotta è cresciuta, è in grado di dare oggi la giusta chiave di lettura: non mollare la presa, costruire continuamente iniziative,sia di disturbo sia informative, in valle e fuori.
Sappiamo bene che prima o poi molleranno la presa, perché 90.000 euro al giorno per proteggere 4 reti sono proprio tanti e, alla luce della pesante crisi che investe il nostro paese e l’Europa intera, quei 4,7 miliardi che l’Italia si è presa l’impegno di versare appaiono davvero una cifra spropositata e del tutto inopportuna. Sebbene infatti il governo tenti di mantenere la barra dritta e non accenni a questa contraddizione, il movimento è ben consapevole che in un clima come questo un’eventuale seria cantierizzazione o, addirittura, un’ufficiale militarizzazione della Valle (magari ventennale) sarebbe una spesa e un impegno che nessuno può permettersi, se non a parole.
Esiste la consapevolezza dello scontento che c’è oramai in ogni dove e la Valle in questi mesi ha avuto modo di ascoltare tante testimonianze, di lotte più o meno collettive, che raccontano di un popolo che non ci sta più a giocare secondo queste regole. Nessuno ha la sfera di cristallo ovviamente, ma il vaso è quasi colmo è la grande opera della Val di Susa è l’emblema del fallimento, della falsità e dell’incapacità di questo governo.
Ci si è detti come l’apparato mediatico sia oramai uno strumento in mano ai poteri che la Tav la vogliono fare e dai tentativi di strumentalizzazione e criminalizzazione dobbiamo essere in grado di ripartire, continuando a fare ciò che è sempre stato il punto forte di questa mobilitazione: informare e mantenere forte la rete di solidarietà che si è creata.
Sarà infatti importante continuare a stringere rapporti con tutte quelle realtà che in questi anni ci hanno espresso la loro vicinanza e che non hanno mai esitato schierarsi dalla nostra parte, nella consapevolezza che non riceveremo supporto dai partiti o dai grandi sindacati (esclusi ovviamente la Fiom e quelli di base) poiché loro si muovono spinti dagli stessi interessi di quelli che dicono essere la loro controparte politica.
Durante l’assemblea si è inoltre sottolineato come la Clarea continuerà ad essere centrale per il movimento, perché proprio lì dovremo essere quando proveranno nuovamente ad allargare le reti: il campeggio con base anche a Giaglione è un ulteriore passo verso questa direzione.
Tantissime sono state poi le proposte, portate dai vari comitati di valle e accolti dall’assemblea. Ci aspettano mesi di intenso lavoro, nel frattempo oggi tutti a Chiomonte per una giornata di interessanti iniziative!
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