InfoAut
Immagine di copertina per il post

Rifiuti in Calabria: l’incubo che fa da risveglio?

Riportiamo qui un altro contributo scritto sulle mobilitazioni contro la discarica di Celico di questi giorni. Dopo la giornata di sabato che ha visto il blocco dei camion pieni di riifuti in entrata a Celico, nella giornata di ieri si sono verificati altri blocchi. La popolazione della presila non sembra arrendersi, e anche questa mattina si è mobilitata per ostacolare l’accesso ai camion. Presente in forze anche la polizia che ha caricato i cittadini e le cittadine che si trovavano lì, come racconta l’audio a seguire.

{mp3remote}http://www.infoaut.org/images/mp3/celico_10marzo.mp3{/mp3remote}

“E intorno a noi il timore e la complicità di un popolo. Quel popolo che disprezzato da regi funzionari ed infidi piemontesi sentiva forte sulla pelle che a noi era negato ogni diritto, anche la dignità di uomini. E chi poteva vendicarli se non noi, accomunati dallo stesso destino? Cafoni anche noi, non più disposti a chinare il capo. Calpestati, come l’erba dagli zoccoli dei cavalli, calpestati ci vendicammo. Molti, molti si illusero di poterci usare per le rivoluzioni. Le loro rivoluzioni. Ma libertà non è cambiare padrone. Non è parola vana ed astratta. È dire senza timore, È MIO, e sentire forte il possesso di qualcosa, a cominciare dall’anima. È vivere di ciò che si ama. Vento forte ed impetuoso, in ogni generazione rinasce. Così è stato, e così sempre sarà…”

Carmine Crocco

A Celico, sulle montagne presilane, continuano ad arrivare minacce di diverso tipo.

Il tempo, ormai da settimane, minaccia nevicate pesanti, freddo, e lo fa con pioggia fitta, nebbia e nuvole che sovrastano il cielo; nel mentre altre minacce arrivano dall’ormai perenne emergenza rifiuti in Calabra, nel più generale inquinamento e avvelenamento dei territori. Minacce, tuttavia, rispedite al mittente, davanti alla sbarra che separa la zona di scarico dei rifiuti dalla vecchia strada che sale su per le montagne silane. Al presidio, che ormai da settimane sorveglia il territorio, ci sono i cittadini delle aree montane cosentine che resistono all’ennesimo tentativo di deturpamento del proprio territorio e delle proprie vite.

Qui, infatti, La partita politica in gioco va ben oltre la semplice difesa ambientalista di un territorio immediatamente a ridosso del parco nazionale della Sila, ma da subito parla il linguaggio di una forte contrapposizione di bisogni ed di interessi, o meglio ancora, una contrapposizione tra bisogni ed interessi.

I primi sono quelli delle popolazioni che vivono questi territori e parlano di diritto alla salute e pratiche di opposizione sociale al biopotere neoliberista che non si accontenta della semplice distruzione della terra, ma vuole anche estirpare da essa tutte quelle pratiche sociali di resistenza, lontane dalla direzione dello sviluppo e di auto-governo dei luoghi.
I secondi sono gli intrecci affaristici, votati al profitto privato della politica e di tutto il sistema clientelare che governa lo sversamento dei rifiuti in questa regione.

Nelle ultime settimane le contraddizioni tra questi bisogni e quegli interessi si sono acutizzate; ne è stata espressione anche l’assemblea pomeridiana del sabato scorso, dopo la prima mattina in cui si è bloccato lo sverso di rifiuti: le persone dicevano che si sono sentite e si sentono minacciate dalle forze dell’ordine che intimidiscono la loro volontà di opporsi allo sversamento dei rifiuti. Oltre alle pressioni delle forze dell’ordine vanno aggiunte anche le intimidazioni che sono state fatte  dagli autisti dei camion auto-compattatori. Questi, arrivati in tre per ogni camion (cosa insolita, visto che solitamente in discarica arriva un solo guidatore per mezzo) ai bordi del presidio, a blocco concluso, mentre i mezzi stavano per andare via, hanno aggredito uno dei membri del Comitato Ambientale Presilano. A queste minacce – come con il fuoco sempre acceso al presidio della lotta presilana si risponde alla minaccia del freddo – quelle persone stanno rispondendo urlando “La Presila paura non ne ha!”.

A Celico si è cercato e si sta cercando di lanciare un messaggio sincero di consapevolezza del fatto che, in questi acidi tempi di crisi tardo-capitalista, ci si sta scuotendo per riprendere voce.  Una serie di minacciosi ‘incubi’ fanno da sveglia: mentre il presidio era schierato per impedire che i camion potessero sversare, e mentre le forze dell’ordine a loro volta erano militarmente in fila, una donna, con un cappello di lana viola e una sciarpa dello stesso colore, dagli occhi chiari e un viso vivo, davanti al corteo e davanti alle forze dell’ordine, e rivolgendosi a loro, continuava a ripetere sonoramente ma con voce bassa: “io ce l’ho già il tumore, ora cosa volete farmi, volete cacciarmi anche da qua?”.

Il terreno delicato dei rifiuti di questa società a produzione capitalista s’intreccia inevitabilmente con quello delle malattie e della salute; laddove verrà dettato, nei prossimi giorni, non ci sarà verso: l’incubo dovrà continuare! Insieme all’emergenza sanitaria, perché i rifiuti, secondo le istituzioni e le ditte, anche in vista dell’imminente fiera di “San Giuseppe”, nella vicina Cosenza, dovranno essere sversati.

Quella  donna  che sembrava essere un tutt’uno con quel luogo ha provocato la reazione verbale delle forze dell’ordine: “questo ci dispiace e molto”. Lei non ha risposto, li ha solo guardati intensamente, mentre qualcun altro, che era lì a fianco, gli ha detto: “Questo non basta, dispiacersi non basta, e in ogni caso se vi dispiacesse per davvero potreste resistere anche voi, cambiare rotta, c’è sempre questa opzione, per tutti”.

I rifiuti e le malattie, il rischio e le minacce ambientali, sono questioni che sui territori, in particolare  al Sud, si stanno costituendo come un nucleo di lotta sociale contro questo sistema di gestione pubblica completamente asservita agli interessi di profitto privati.

Queste forme embrionali di contropotere che si riversano davanti alle discariche, tramite le pratiche di lotta per i propri bisogni, possono modificare e resistere alle alienanti forme di aggressione sui beni comuni. Sono queste le “società resistenti” che possono innescare profondi processi di riscoperta e valorizzazione del territorio che si abita e delle vite che lo attraversano.

Questo meccanismo di (ri)conoscimento  e (ri)composizione nelle e per le lotte, permette di andare oltre la vertenzialità, che ingabbia ‘scientificamente’ le questioni (malattia, inquinamento, ecc.), producendo piuttosto nelle pratiche collettive di lotta delle forme di legittima resistenza e di alternative di vita al modello imposto dall’alto. Modello voluto da quelle istituzioni e strutture di potere che continuano a giocare sul tavolo della finzione: fingendo di volere la reale partecipazione alla ‘politica’ dei cittadini, in realtà sopravvivono dentro il dominio della delega delle democrazie rappresentative.

Quella donna, nelle sue parole, esprime il senso e la direzione di questo auspicabile ricongiungimento con i territori in movimento e in lotta.

“Volete anche togliermi da qua?” La risposta è: si, per scaricare rifiuti!

E se rimani ‘in zona’, non è il tumore l’unica minaccia!

Il rischio più grande è che, direttamente e indirettamente – per disoccupazione, degrado, abbandono, o per la sensazione di impotenza e precarietà strutturale – si vadano a riversare i ‘propri’ sogni e passioni su un altro territorio in una terra immaginata lontana. Mentre questa continua ad essere narrata come immersa nell’arretratezza, una terra  in cui ‘non si può fare nulla’. Narrazione  buona soltanto a quella retorica sottosviluppista e da subalterni, estranea a chi vive il proprio territorio nella materialità del conflitto.

A Celico gli incubi si sta cercando, in un risveglio collettivo, di scacciarli, di esorcizzarli, attorno ad un fuoco che ben presto si spegnerà, ma soltanto perché sta arrivando – inesorabilmente – la Primavera!

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

calabriacelicono discaricarifiuti

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Uragano a Mayotte: un’isola devastata e le miserie della politica coloniale francese

A Mayotte, Dominio d’Oltremare (DOM) francese nell’Oceano Indiano, si contano già diverse decine di migliaia di morti, dopo il passaggio del devastante ciclone Chido.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Quattro mega-bacini, tra cui quello di Sainte-Soline, sono stati dichiarati illegali dalla giustizia: è tempo di festeggiare in Francia

Il 18 dicembre il tribunale di Bordeaux ha dichiarato illegali quattro bacini, tra cui quello di Sainte-Soline.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Buon 8 dicembre No Tav! (Video)

Riceviamo e pubblichiamo. da notav.info Contro ogni devastazione, contro politiche corrotte e incapaci di guardare ai bisogni delle persone e dell’ambiente, a fianco dei popoli in lotta e per chi si trova privato della libertà per aver difeso la sua valle! Avanti No Tav!

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Torino: Extinction Rebellion scarica sacchi anti allagamento in Consiglio Regionale

Extinction Rebellion scarica sacchi anti allagamento all’ingresso del Consiglio Regionale del Piemonte, poco prima della discussione sul Piano di Qualità dell’Aria.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

8 dicembre 2024, marcia popolare No Tav: una data di cui non smetteremo mai di raccontare

Nel pomeriggio di ieri, più di 5000 No Tav si sono riversati per le strade di Susa per la tradizionale manifestazione popolare in occasione dell’ 8 dicembre.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Operaio contaminato dal plutonio a Casaccia: per i responsabili diventa garanzia di sicurezza.

Al centro nucleare della Casaccia alle porte di Roma un operaio è stato contaminato dal plutonio presente nel sito; a renderlo noto è stata l’Agenzia di stampa per l’energia e le infrastrutture (Ageei) lo scorso venerdì.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Perù: Annunciata giornata nazionale contro l’attività mineraria

Gli indigeni dell’Amazzonia si mobiliteranno per chiedere l’implementazione di 15 azioni concrete contro l’attività mineraria aurifera che avanza nei loro territori. Con una giornata nazionale di azione che includerà mobilitazioni a Lima e nei territori indigeni, diversi popoli dell’Amazzonia questo 2 e 3 dicembre esprimeranno il loro rifiuto dell’attività mineraria aurifera. Stanchi di promesse, chiederanno […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Crisi idrica in Basilicata

In questi giorni la Basilicata, in particolare la rete di 29 comuni in provincia di Potenza, è rimasta senz’acqua: sono ancora in corso i razionamenti e questa crisi idrica senza precedenti lascia a secco più di 140mila persone.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

8 DICEMBRE 2024: MANIFESTAZIONE POPOLARE NO TAV – ORE 14 PIAZZA D’ARMI, SUSA

A quasi vent’anni dall’8 dicembre 2005, il Movimento No Tav attraverserà di nuovo le strade ed i sentieri della Valsusa che con determinazione e coraggio difende da tanto tempo. Con un occhio al passato, per custodire ciò che la lotta insegna, ed un occhio al presente, per rafforzare le ragioni e la pratica che da […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Sardegna: sgomberato il presidio “La rivolta degli ulivi”

Sgombero di polizia in corso questa mattina a Selargius, nel Cagliaritano, del presidio permanente “La rivolta degli ulivi” sorto per contestare il cavidotto elettrico “Tyrrhenian Link” tra Sardegna e Sicilia. 

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Criminale è chi nega la crisi climatica, non chi la denuncia!

L’alluvione che lo scorso 20 ottobre ha colpito la piana di Lamezia ha mostrato, ancora una volta, tutta la fragilità idrogeologica del nostro territorio.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Non abbandoniamo i paesi interni!

Sono anni che sentiamo da più parti (specialmente negli ambienti politici), il richiamo alla necessità di ripopolare i paesi dell’entroterra calabrese.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Cosentine in lotta per il diritto alla salute

Il collettivo Fem.In Cosentine in lotta nasce nel 2019 e da allora si occupa del tema dell’accesso alla sanità pubblica, del diritto alla salute, con uno sguardo di genere.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Inauguriamo una nuova stagione di lotte al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori della Next Elettronica di Piano Lago!

Il sogno e la lotta sono due facce della stessa medaglia. Scaturiscono da una percezione della realtà come stato delle cose da modificare profondamente e da una volontà di cambiare radicalmente ed eversivamente lo status quo.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Radura 2.10: Tra i rifiuti

Con Francesco parliamo del ciclo dei rifiuti in Pianura Padana e delle lotte che negli anni hanno attraversato un territorio segnato da questo genere di business come il basso Garda.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

“Il Ponte sullo Stretto è uno specchietto per allodole”. Calabria e Sicilia si preparano alla manifestazione popolare

Il ponte sullo Stretto” tra la Calabria e la Sicilia è uno “specchietto per le allodole.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Agricoltori calabresi in rivolta, un’analisi

Ancora sulle proteste degli agricoltori, pubblichiamo questa interessante analisi sulle mobilitazioni in Calabria apparse originariamente su Addùnati il 24 gennaio.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Calabria e Campania tra le prime quattro regioni povere dell’UE

I dati ponderati dell’Eurostat Regional Yearbook: disoccupazione, povertà digitale, basso potere d’acquisto. I tristi record del Mezzogiorno

Immagine di copertina per il post
Bisogni

2.5 Radura || La prima cosa. Lotte per la salute in Calabria

La salute è un indicatore delle disuguaglianze sociali tra i più chiari. L’ambiente in cui viviamo, ciò di cui ci nutriamo, lo stile di vita a cui abbiamo accesso, le condizioni di lavoro, l’accesso alla cura sono una tessitura che influisce sul nostro stato di salute.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il piromane. Anatomia di un mostro siciliano

Riecheggia ricorrente e nessuno può più ignorare questa evidenza: in Sicilia prolifera una specie molto precisa di criminale, il piromane. Onnipresente nelle dichiarazioni dei politici, il piromane è – da che abbiamo memoria – il protagonista assoluto dei comunicati sugli incendi in Sicilia, tornato puntuale anche oggi agli onori della cronaca.