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Sardegna. Riparte la lotta contro i radar

Ma già nella stessa nota dell’avvocato dello Stato che annunciava la rinuncia alla costruzione dei radar, comunicava la possibilità di installare in futuro altri radar in altri siti ritenuti indispensabili considerata l’instabilità politica in nord africa. Così ora lo Stato torna all’attacco: la marina militare (corpo della guardia costiera) intende piazzare tre nuovi radar della rete VTS sulle coste sarde. i siti selezionati:

 – Isola dell’Asinara (Porto Torres)
– Isola della Bocca (Olbia)
– Capo Sandalo (Carloforte)

Il numero dei radar a quanto pare si è ridotto da circa 12 a 3 solo a causa dei tagli della spending review, ma il progetto complessivo non è annullato. La costruzione dei restanti 9 radar è stata semplicemente rimandata.
Da Capo Sandalo riprende la mobilitazione No Radar oggi con un Sit-in e una passeggiata popolare.

 

da Arrèxini

Riprendono le mobilitazioni dei cittadini contrari all’installazione di radar nelle coste sarde, dopo che la riunione del 24 aprile tra la Conservatoria delle Coste, la Guardia Costiera e le associazioni ambientaliste Italia Nostra, WWF, GRIG e Legambiente, ha messo in luce i futuri sviluppi del progetto riguardante la rete di radar di sorveglianza costiera VTS, che prevedono il congelamento per motivi economici di 9 installazioni delle 12 previste, la priorità assoluta per la costruzione del radar dell’Asinara e successivamente di quelli di Capo Sandalo (Carloforte) e Isola della Bocca (Olbia).
Il comitato “No Radar Capo Sandalo” ha indetto per il pomeriggio di domani [25 maggio] un sit-in nel luogo prescelto per l’installazione, paradiso naturalistico nel versante occidentale dell’isola di San Pietro, “Oasi permanente di protezione faunistica” della Lipu in cui nidifica il Falco della Regina (Falco eleonorae, in omaggio a Eleonora d’Arborea).
La partecipazione della comunità all’iniziativa si prospetta elevata, visto che già nel dicembre 2011 tutto il consiglio comunale di Carloforte, in una partecipata seduta, si era espresso in modo deciso contro il radar, per la potenziale pericolosità delle onde elettromagnetiche emesse, sia per la salute umana che per l’ambiente.
Nonostante infatti, come ricorda in una nota informativa l’associazione Italia Nostra Sardegna, non sia mai stata fornita la documentazione tecnica riguardante le apparecchiature che la Guardia Costiera intenderebbe installare in Sardegna, secondo la valutazione di incidenza presentata dalla ditta produttrice Selex per l’installazione di Capo San Marco – per il momento sospesa – fornita dal Comando Generale della Guardia Costiera di Roma, in un’area di circa un ettaro attorno al radar saranno sicuramente superati i limiti di emissione previsti dalla legge.

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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