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Scene di ordinaria resistenza No Muos

Come ogni giorno manifestanti e attivisti del movimento hanno effettuato oggi un blocco dei mezzi che accedono alla base sotto mentite spoglie per il proseguio dei lavori. Proprio così, perchè va avanti la farsa che si addice a dei scolaretti non certo a delle deprecabili certo, ma pur sempre istituzioni, che vorrebbe prendersi gioco degli attivisti del blocco, facendo passare degli operai camuffati da militari. Ma non appena dal blocco si chiede di render nota l’identità di questi, la polizia, in ingenti forze e con una camionetta e diverse volanti alle spalle sposta brutalmente con trascinamenti e spintoni i manifestanti interpostisi e sedutisi per terra. Una donna, colpita sviene, mentre polizia e operai sfilano verso la base.

Inutile sprecare improperi nei confronti di chi difende interessi, militari ed economici, distanti anni luce dalle ragioni di chi invece vuole preservare coraggiosamente il proprio territorio e la qualità della propria vita in barba ai signori della guerra. Nessuna giustificazione, solo ribrezzo per la polizia italiana quindi, pronta a tutto in nome degli “americani”.

Ma neppure nessuna fiducia nelle istituzioni e nello stato italiano, che come i nostri lettori ricorderanno, lo scorso 20 Aprile depositò al Tar un ricorso contro la revoca dei lavori dell’impianto che circa un mese prima il governo regionale aveva deliberato. A parte una grassa risata per il ridicolo botta e risposta tra ente locale e governo centrale, che denota lo stato pericolante del comando istituzionale in cui si contrappongono interessi diversi (quelli di dover render conto ad un movimento popolare, per il governo regionale, e quelli invece di dover sottostare agli interessi statunitensi, per il governo nazionale) alla luce di tutto ciò, ancor più insignificante diventa il teatrino condotto da Crocetta e dalla sua giunta. Se infatti consideriamo che la sentenza del Tar verrà deliberata giorno 10 Maggio, mentre i dati scientifici e sanitari della Commissione Ambiente & Territorio (sull’impatto delle onde elettromagnetiche emesse dal sistema di rilevazione satellitare sulla popolazione) in attesa delle quali vennero appunto revocate le autorizzazioni per la costruzione del Muos si avranno invece solo a fine mese, ci rendiamo conto della sceneggiata.

Ma anche se dopo la tornata elettorale, per i media e gli organi di stampa la questione Muos è caduta nel dimenticatoio, la lotta della popolazione continua e lo sdegno lascia sempre più posto alla rabbia.

 

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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