Milazzo dice no agli inceneritori e alla devastazione del territorio
Dal concentramento alle 15 a piazza San Papino, dopo una serie di interventi al microfono, più di mille persone si sono mosse lungo le strade del centro della cittadina del messinese per gridare il proprio forte contrasto alla costruzione dell’ennesima opera a danno del territorio siciliano: un mega inceneritore al CSS in un territorio, quello della Valle del Mela, già devastato da anni dalla presenza della Raffineria di Milazzo. Un territorio sì devastato, ma che resiste : sono infatti decine i piccoli comitati dei comuni della Valle del Mela che hanno scelto da che parte stare, e che portano avanti da tempo un percorso di lotta sul territorio per impedirne la devastazione. Lo scorso settembre una grande manifestazione aveva dato il La a quello che oggi è un movimento che coinvolge sindaci, associazioni, comitati, studenti. Movimento che, in un’ottica di legittimazione della propria lotta, ha indetto un referendum popolare appena qualche mese fa, nei comuni di San filippo del Mela e Gualtieri, e il 6 marzo a Pace del Mela. In entrambi, una ampia partecipazione e un grande consenso: il 95% dei votanti ha difatti confermato il proprio NO all’inceneritore, dotandosi quindi di un’ulteriore dimostrazione del dissenso della popolazione di questa Valle. Un corteo partecipato, vissuto, non solo da chi vive questo territorio ma anche da parte di altri comitati di lotta territoriali presenti in Sicilia, come i No Triv e i No Muos. Ancora una volta a dimostrazione della mutualità delle lotte presenti sul territorio siciliano, un territorio in balìa di decisioni arbitrarie sulla salute di chi qui ci abita e vuole rimanere, lottando quotidianamente. “Decidiamo noi” parola d’ordine del corteo di oggi e filone comune di un popolo, quello siciliano, stanco di promesse, che non perde occasione per rivendicare il proprio diritto all’autodeterminazione, in netto contrasto alle politiche affariste del burattino Crocetta e del burattinaio Renzi, i quali a suon di devastazione ambientale credono di poter fare profitto su una terra che vive di sfruttamento da decenni. Anche questo dunque si pone come momento fondamentale e come ulteriore passaggio verso la marcia popolare del 30 marzo a Palermo contro il governo di Rosario Crocetta.
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