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Tav e compensazioni, Foietta si scalda. Benvenuto in Valsusa!

Foietta appare quantomeno infastidito dal dover constatare che ancora oggi, nonostante  l’avvio dei lavori per il Tav, ci siano sindaci che non sono disposti ad abbracciare la proposta (peraltro non nuova) delle compensazioni. Se da un lato può contare su alcuni sindaci del PD favorevoli al progetto e di conseguenza d’accordo sulle compensazioni, dall’altra si è trovato a fari i conti con la determinazione del Comune di Bussoleno (anche questa non nuova…), che si pone in netto contrasto con quanto sperato da Foietta.

Nell’intervista si nota un certo nervosismo: il Commissario parla di democrazia, di Bussoleno come di una Stalingrado dei No Tav e sottolinea come ci siano comuni che paiono sotto tutela degli oppositori all’opera, dimenticando che della democrazia di cui parla in Val di Susa se n’è vista ben poca. Anzi, pare proprio che sia la democrazia realizzata dal e nel movimento a spaventare l’architetto. Questo è il vero concetto: la democrazia in Val di Susa si fonda sulla partecipazione effettiva dei cittadini/e.

Inutile ritornare sulla questione dei dati di un’opera inutile, quelli che i vari governi succedutisi fino ad oggi non hanno mai preso realmente in considerazione, decidendo a priori che l’opera andava fatta, dimenticando la volontà non solo di una Valle ma di una parte maggioritaria del paese. In quel territorio risiedono una volontà e una determinazione che il sottosegretario finge di non comprendere, faticando a rendersi conto che l’aria che tira da quelle parti non è la solita. Dimenticando che molti sono i sindaci che si sono dichiarati contrari a quest’opera, scegliendo di rappresentare le volontà dei propri cittadini e prendendo decisioni importanti, davvero vicine ai bisogni dei loro territori. Sostenuti, questo sì, da una valle che ha sempre dichiarato l’insostenibilità del Tav.

E’ riduttiva l’immagine di avere una sola Stalingrado, così come abusata l’accusa di Foietta che la Valle sia vittima di un’opposizione di minoranze contrarie al Tav. Certamente gente disposta a vendersi per quattro soldi e una poltrona chissà dove la troverà di sicuro, ma dovrà fare i conti anche con la maggioranza che invece la Tav non l’ha mai voluta. Se poi il governo o i politici locali insieme al tecnico Virano l’hanno preso in giro facendogli credere che avrebbe trovato altro, allora la colpa non è né dei sindaci contrari né tantomeno del movimento. Nell’intervista Foietta afferma che la Val di Susa non è una libera repubblica, dimenticando che i valsusini una libera repubblica l’hanno sempre portata dentro al proprio cuore fin dalla resistenza, arrivando fino ai giorni del 2011, quando ha trovato attuazione nell’esperienza della libera repubblica della Maddalena. Anche allora la democrazia di cui parla Faietta si è mostrata per come viene intesa nel territorio valsusino.

Su una cosa però non sbaglia il Commissario: “La delibera di ieri è un pretesto del Movimento No Tav per ribadire che in realtà non si deve fare niente. D’altronde si chiama Movimento No Tav, e non ‘Movimento facciamo meglio la Tav'”.

Faietta, benvenuto in Val di Susa. Una Valle piena di teste pensanti, che da almeno 25 anni lottano contro quest’opera inutile, partecipando attivamente e mettendo in gioco tutto quello che hanno.

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