Una giornata in Val Susa
Noi eravamo a Chiomonte domenica 3 luglio. Eravamo in tanti anche il lunedì precedente, quando abbiamo provato sulla nostra pelle il gas impiegato da centinaia poliziotti contro chi presidiava pacificamente il sito della Maddalena.
Dopo quella esperienza non ci siamo dati per vinti, ma ci siamo attrezzati per resistere. Quindi, come moltissimi altri, abbiamo deciso di andare a Chiomonte con i bambini, gli zaini, scarponi. Qualcuno più previdente ha portato anche la mascherine antigas o i limoni per provare a neutralizzare i lacrimogeni.
A Chiomonte la manifestazione era enorme: un fiume di persone. Famiglie come noi, passeggini, bambini, anziani. Abbiamo visto gli occhi sereni e determinati dei valsusini e con loro abbiamo assediato il fortino militare (ma quanto ci costa!) costruito su un terreno espropriato ai contadini di Chiomonte.
Quando è parso chiaro che nessuno aveva intenzione di allontanarsi da quel fortino, la polizia ci ha bombardato di lacrimogeni, sparati anche ad altezza uomo.
Ma nessuno è scappato via: indietreggiando e avanzando nuovamente tutti assieme abbiamo continuato il nostro assedio.
Li abbiamo assediati perché è inaccettabile la costruzione di un fortino militare nel cuore della montagna strappata via a contadini e coltivatori, perché è intollerabile che una popolazione venga aggredita a casa propria; perché è ormai indubbio che quest’opera sia troppo costosa, dannosa ed inutile.
Li abbiamo assediati perché vorremmo che questi miliardi di euro già spesi o comunque destinati al traforo (che si moltiplicheranno prossimi mesi) siano investiti nelle scuole, negli ospedali, nei servizi sociali, nelle politiche per la casa; abbiamo votato SI ai referendum e questo è, di fatto, un altro referendum per la difesa dei beni comuni.
Li abbiamo assediati perché, nonostante siano stati prodotti documenti, assemblee, interviste, fiaccolate, consultazioni, tutte contro la TAV, i politici non ci ascoltano, ma piuttosto militarizzano il territorio pur di arraffare soldi ed appalti (con i soldi che provengono dalle nostre tasche!). Così hanno fatto per la ricostruzione dell’Abruzzo, per i lavori sulla Salerno- Reggio Calabria, quando hanno assegnato gli appalti per il Ponte di Messina,…dimostrandosi completamente non credibili come gestori trasparenti di un’opera gigantesca i cui lavori si protrarranno per più di vent’anni.
Non ci ascoltano e ci denigrano, trattando la gente come un fastidioso intralcio per i loro traffici. Vogliono fa apparire questa protesta un problema di ordine pubblico e raccontano di uno scontro tra pochi “black block” e la polizia.
Ma la realtà è un’altra, e noi l’abbiamo vista con i nostri occhi. Nessuno può raccontarci o farci credere altro rispetto a quanto abbiamo toccato con mano: domenica c’era tutto il popolo della Val Susa assieme a tutto il movimento No TAV, fatto da gente comune stanca di essere calpestata nei suoi diritti fondamentali. Gente comune che polizia e governo hanno deciso di gasare nei boschi e sulle strade, pensando, forse, di intimidirla o terrorizzarla. E che invece ha resistito ai gas con coraggio, per ore, fino a che aveva fiato.
Il Comitato di Quartiere Vanchiglia è partigiano. Parteggia per la gente della valsusa, che si batte con coraggio per un futuro diverso.
Saremo con loro nei prossimi appuntamenti, continueremo l’assedio cominciato domenica.
Consapevoli che politici e giornalisti continueranno con le menzogne perché hanno troppi interessi economici da preservare per dire la verità.
Consapevoli di voler vincere. Per noi e per il futuro dei nostri figli.
A Sarà Dura!
Comitato di Quartiere Vanchiglia
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