InfoAut
Immagine di copertina per il post

Una piccola Chernobyl già c’è stata

Gli indizi principali che portano a questa conclusione sono due: la presenza di acqua altamente contaminata (100.000 volte sopra gli standard) nell’unità 2 e la rilevazione di Plutonio in un area distante dai reattori.

Contaminazione dell’acqua

L’altissimo livello di contaminazione dell’acqua non può che far pensare che questa provenga direttamente dall’interno del vessel (cioè a contatto del combustibile danneggiato). Conseguentemente è possibile fare due ipotesi: 1) è sopravvenuta una rottura nel circuito principale di alimento dell’acqua di raffreddamento del nocciolo e/o lo stesso vessel di acciaio che contiene il nocciolo ha subito una fessurazione; 2) dato che la vasca di soppressione del reattore n.2 era andata distrutta, la Tepco ha tentato di raffreddarne il nocciolo ricircolando il vapore prodotto direttamente al condensatore della turbina, ma ciò ha provocato il danneggiamento del condensatore con conseguente fuoriuscita dell’acqua contaminata e ciò ne spiegherebbe la presenza nell’edificio turbina.

Presenza di Plutonio

Le prime rilevazioni di Plutonio al suolo sono state fatte il 21 e 22 marzo a distanze comprese tra 500 e 1000 metri dalla unità 1 (presa a riferimento). La considerevole distanza unita al fatto che il Plutonio è un elemento pesante che si trova in forma di particelle solide (quindi non si libera come gas) non può che far pensare ad una esplosione violenta che ha coinvolto il combustibile. Escludendo che una tale esplosione sia avvenuta in uno dei noccioli delle unità 1;2 e 3, perché altrimenti ciò avrebbe significato la distruzione del vessel e del contenitore di calcestruzzo, non resta che individuare l’origine della diffusione del Plutonio nelle due esplosioni (15 marzo unità 4 e 21 marzo unità 3) che hanno coinvolto le piscine del combustibile irraggiato della unità 3 e 4 che contenevano rispettivamente 50 e 135 tonnellate circa di combustibile MOX cioè al Plutonio. E’ sconcertante che su questi due episodi cali il silenzio dei tecnici e degli “scienziati”: date le dimensioni delle piscine e pur tenendo conto della diversa quantità di combustibile presente, la piscina del reattore 4 non avrebbe potuto svuotarsi, solo per effetto del calore, prima di 10-12 giorni e quella del reattore 3 avrebbe richiesto qualche mese. Quindi non può che essersi verificata una perdita (conseguente al terremoto) nella struttura delle due piscine. Ma non c’è nessuno che voglia prendere in considerazione questa ipotesi.

Le responsabilità dell’Aiea

In questo contesto emergono enormi responsabilità della IAEA, delle autorità giapponesi e degli altri paesi nuclearizzati. Yukiya Amano, capo dell’IAEA e giapponese, ha derubricato il ruolo del massimo organo di controllo internazionale ad una sorta di ufficio stampa della Tepco, minimizzando la gravità dell’incidente che, a distanza di tre settimane, è ben lungi dal risolversi. I governi e le autorità di sicurezza dei paesi nuclearizzati nascondono ai propri cittadini ogni informazione in proposito, comprese quelle riguardanti la nube radioattiva nonostante sia stata rilevata contaminazione significativa in Cina, Korea e Stati Uniti. La NISA (Agenzia per la sicurezza giapponese) non ha autorità alcuna sulla gestione dell’incidente quasi quanta mostra di averne il premier Naoto Kan sulla Tepco che con il suo operato ha aggravato le già tragiche conseguenze del disastro di Fukushima: ha disinformato sulle reali condizioni degli impianti dopo il terremoto; ha occultato i risultati delle misurazioni per giorni (il Plutonio e prima ancora il Bario, Cobalto, Tellurio, Tecnezio sono stati rilevati tra il 15 e il 21 marzo, ma se ne è data notizia solo il 28 marzo); ha impiegato operai delle ditte appaltatrici senza le dovute tutele (come i tre contaminati dall’acqua radioattiva che avevano ai piedi buste di plastica!); ha pompato acqua di mare nei reattori inducendo una corrosione accelerata delle guaine a causa della presenza di cloruro di sodio; ha praticato (probabilmente) lo stoccaggio addensato del combustibile in piscina senza le dovute precauzioni richieste dalla presenza di Plutonio.

Il silenzio che la lobby nucleare sta calando su Fukushima è intollerabile. Occorre denunciare l’operato della IAEA e delle altre autorità di sicurezza; occorre incalzare le istituzioni politiche a prendere provvedimenti concreti per una revisione generale nell’impiego dell’energia nucleare e il primo atto concreto da richiedere in sede di Comunità europea è la messa al bando del combustibile MOX e quindi delle tecniche di ritrattamento volte a recuperare il plutonio che, per chi l’avesse dimenticato, contribuiscono in modo determinante alla proliferazione degli armamenti nucleari.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

giorgio ferrarino nuke

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Cu cu, cu cu, le reti vanno giù!

Sull’iniziativa di domenica in Val Susa, presso i terreni del presidio di San Giuliano, riprendiamo queste riflessioni pubblicate su notav.info

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

L’inganno della Torino – Lione

Continuare a parlare di Alta Velocità tra Torino Lione vuol dire continuare a ingannare i cittadini.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

“I boss lo chiamavano generale”: scoppia il bubbone del sodalizio tra ndrangheta e CO.GE.FA nei cantieri del tav

Nuova tegola sul raddoppio della Torino-Lione. Il colosso delle costruzioni COGEFA ha ricevuto un’interdittiva anti mafia per i rapporti tra il suo fondatore e diversi membri di spicco delle ‘ndrine operanti in Piemonte.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Ecologia, marxismo e decrescita: spunti di riflessione

Ecologia, marxismo e decrescita: quali convergenze e prospettive? Questa è la domanda da cui parte la giornata di approfondimento che si terrà a Torino presso il Campus Luigi Einaudi organizzata a partire dalla sezione monografica dei Quaderni della decrescita a. 1, dal titolo “Marxismo e decrescita”.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Manifestazione di Soulèvements de la Terre contro il collegamento ferroviario ad alta velocità LGV Sud-Ouest tra Bordeaux e Tolosa

Più di 1.500 persone hanno risposto all’appello dei collettivi LGV NON MERCI (TAV NO GRAZIE) e Soulèvements de la Terre contro il progetto della linea ad alta velocità nel Sud-Ovest.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

In migliaia in marcia per le vie di Susa

Sabato pomeriggio le vie di Susa sono state attraversate da migliaia di No Tav nuovamente in marcia per esprimere il proprio dissenso contro un’opera ecocida e devastante.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

San Giuliano, conferenza stampa: mobilitazione permanente e manifestazione popolare sabato 12 ottobre

La Valle che Resiste risponde con una mobilitazione permanente che proseguirà fino alla fine delle procedure di esproprio e che prevede un appuntamento quotidiano alle 18.30 al gazebo informativo a Susa (in Regione Priorale 24) e una grande manifestazione popolare per le vie della cittadina sabato 12 ottobre alle ore 15 con partenza dalla stazione di Susa.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Contro il vostro progresso la nostra rabbia!

Pubblichiamo di seguito l’appello degli studentə dei collettivi autonomi romani per la mobilitazione che si terrà a Roma venerdì 11 ottobre.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Giù le mani dalla nostra terra! Assemblea e passeggiata verso San Giuliano

Questa sera si è svolta a Susa una partecipata assemblea No Tav, chiamata dal Movimento nelle ore centrali della giornata per iniziare a dare una prima risposta collettiva allo sgombero del presidio di San Giuliano avvenuto nella scorsa notte.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il boomerang della transizione energetica mette l’Europa in panne

Una politica climatica temeraria, incurante delle contraddizioni reali derivanti dai cambiamenti occorsi sulla scena mondiale, ha finito per scontentare sia la classe imprenditoriale che i ceti sociali più esposti alle conseguenze della transizione energetica.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Cosa è di destra o di sinistra nell’era della transizione?

Pochi giorni fa, con due atti delegati, la Commissione europea ha deciso di estendere la produzione di idrogeno ad altre fonti di energia – oltre le rinnovabili – che non implichino l’uso di combustibili fossili: in pratica al nucleare.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il coraggio della paura: UE e guerra nucleare

L’Unione europea si predispone alla guerra nucleare. Non è un modo di dire, ma un dato di fatto. Ieri, 6 aprile 2022, a mezzo di un contorto comunicato stampa, la Commissione europea ha reso noto di aver attivato “riserve strategiche per 540,5 milioni di euro destinati a fronteggiare le minacce chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Deposito nazionale: le mille e una scoria – seconda parte

Qui la seconda parte di Le mille e una scoria di Giorgio Ferrari. Il seguente articolo è stato pubblicato a puntate da La bottega del Barbieri. Per comodità di lettura abbiamo accorpato le prime quattro puntate in un unico articolo (a questo link), sotto potete leggere le seguenti quattro. Buona lettura! 5- Il mistero delle […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Ritorna l’incubo del deposito di scorie. La situazione in Piemonte

L’annuncio del megaprogetto del deposito di scorie nucleari ha portato ad immediate reazioni da Nord a Sud. Qui condividiamo alcune considerazioni sui siti candidati nel torinese e l’intervista di Radio Onda d’Urto a Claudio, compagno di Rise Up 4 Climate Justice di Alessandria, provincia in cui sono state individuate ben sei aree. Nella notte tra […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Fukushima, punto di non ritorno

L’anniversario del disastro di Fukushima che ricorreva ieri ha portato sotto gli occhi di tutti e tutte quello che vuol dire un disastro nucleare e di conseguenza la sua portata infinita. E’ stato un incidente che ha surclassato quello di Chernobyl (1986), a lungo definito «il più grave di sempre». Ma se in quella che […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Francia: irruzione No Nuke alla centrale di Tricastin, 21 fermati

La centrale di Tricastin è da tempo stata individuata come una delle più pericolose tra quelle francesi; è di proprietà del gruppo EDF (il più grande produttore e distributore di energia del paese) e fa parte del più ampio sito nucleare di Tricastin che comprende anche un centro di ricerca per l’armamento nucleare e delle […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Notte No Nuke, manifestanti spinti fuori dalla stazione (video)

Il treno è infatti rimasto fermo nella stazione di Vercelli fino a ieri, quando è arrivata notizia che nella notte si sarebbe mosso per arrivare oltralpe. In breve decine di attivsti/e No Nuke si sono dati appuntamento alla stazione di Avigliana per contrastare il passaggio delle scorie e dalle 21 hanno presidiato le banchine in […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il treno delle scorie nucleari fa marcia indietro

Lunedì 11/martedì 12 marzo. Era tutto pronto. Le barre con le scorie, trasportate su gomma dal deposito Sogin di Saluggia allo stabilimento di logistica Sifte Berti nella notte tra il 10 e l’11 marzo, erano state caricate sul Castor sin dalle prime ore del mattino. Il treno, presidiato dalla polizia, è rimasto sui binari del […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Sayonara nucleare. In migliaia manifestano in Giappone e in Europa

A due anni di distanza rimangono ancora impresse nella mente dei cittadini e delle cittadine giapponesi quelle giornate di terrore che l’incidente nucleare nella centrale di Fukushima produsse. A dimostrazione di ciò, ieri in Giappone e in Europa, hanno manifestato decine di migliaia di persone che sono scese in strada per chiedere la chiusura immediata […]