InfoAut
Immagine di copertina per il post

Vi siete messi nella cacca… [il Sap, i gabinetti e il cantiere Tav]

Pochi giorni fa il segretario generale del Sap Tonelli e il suo portavoce Montebove sono andati a far visita al cantiere di Chiomonte. Sono usciti dal cantiere turbati, pieni di dubbi, di ansie e di indignazione. Hanno scritto un vibrante editoriale per denunciare la situazione di quel cantiere.

Innanzitutto i gabinetti. Latrine che traboccano di escrementi. Bagni in cui le forze dell’ordine sono costrette a espletare i loro bisogni anche a -10 o -20 gradi (!), col rischio di rimanere con le chiappe incollate alla gelida asse (non stiamo esagerando lo scrive proprio Tonelli!).

Poi la prese di coscienza, non sarà che sto cantiere spende un mucchio di soldi inutilmente? “Cifre iperboliche vengono spese per questa opera avveniristica, ma non si trovano quattro spiccioli per dare dignità alle nostre esigenze fisiologiche, fornendo un gabinetto degno di questo nome”. Ma quale Tav, ciò che serve all’Italia e agli italiani sono Vespasiani dignitosi!

E infine l’illuminazione, sto Tav è una presa in giro! “Pensavo, parlando di alta velocità, di trovarmi di fronte, per quanto di nostra competenza, ad un concentrato di tecnologia e di un distillato di super logistica in un cantiere all’insegna di perfezione e confort, ma mi sbagliavo.
 I colleghi sono stati posizionati nella zona peggiore, in pieno cantiere e nel piazzale ove transitano e manovrano i mezzi d’opera in mezzo a rumore e polvere.

Rumore, polvere, montagne di quattrini, persino il capo del Sap se si ferma a pensare qualche minuto può convergere sulle posizioni dei no tav. Però a noi che Tonelli denunci la situazione del cantiere di Chiomonte fa scappare più di una risata.

Già, perchè il sindacato di polizia che applaudì agli assassini di Federico Aldrovandi, in Valle si è distinto per le posizioni di totale aderenza ai fautori dell’opera e di attacco continuo e personale contro il movimento e gli attivisti no tav.

Il Sap arrivò addirittura a richiedere la militarizzazione dei nostri paesi: “serve il pugno duro, la valle va militarizzata” giunsero a dire.

Ma è il loro portavoce, lo stesso che denuncia la polvere, il rumore e le condizioni del cantiere, che più di ogni altro si è distinto in tempi recenti nell’attacco contro il movimento no tav. Un breve florilegio dei suoi tweet rende bene l’idea.

Le manifestazioni dei no tav sono per lui “inutili”:

L’azione di protesta e di controllo di ciò che capita nel cantiere viene messa da lui in relazione con la disoccupazione e con chi muore per la crisi:

I no tav sono dei senza cervello

E addirittura bisognerebbe sciogliere i no tav. E, a parte l’ideologia diversamente democratica che traspare e il paragone incredibile con il fascismo, fatichiamo a capire come sciogliere decine di migliaia di persone. Montebove sicuramente ha qualche idea.

Mon7

Viceversa la “lucidità” sta nei si tav (questo deve essere capitato prima dell’illuminazione avuta dentro un bagno chimico)

Mon4

Gli attivisti no tav che partecipano a una discussione in un programma televisivo sono addirittura “fomentatori di odio e violenza”, e chi li ospita è un criminale. Stiamo parlando di un talk show!

Mon3

E allora bisognerebbe che lo Stato lasciasse mano libera a Montebove e compagnia, loro si che avrebbero i metodi adeguati per risolvere una volta per tutte il problema dell’opposizione alla linea ad alta velocità.

Mon5

Mon11

E poi ricordate l’aggressione inventata dall’autista del pm Rinaudo? Quella che poi si rivelò una bufala? Ecco il sempre misurato commento del sempre sobrio e garantista portavoce del Sap:

Mon8

Mon10

Naturalmente l’idea che a sostenere la causa dei no tav ci possano essere giuristi e avvocati appare sconvolgente a Montebove.

Mon9

L’attività di monitoraggio del cantiere da parte dei valsusini? Quella che ha portato a denunciare ditte senza la certificazione antimafia? Per Montebove è roba da fascisti (meglio occuparsi dei gabinetti del cantiere che della ‘ndrangheta che prende appalti).

Mon12

 

A essere buoni possiamo dire che il Sap, Tonelli e Montebove, non hanno proprio il background adeguato per denunciare la condizione ambientale/sanitaria del cantiere Tav, dato che fino a due giorni fa hanno attaccato e detto peste e corna di chi quella situazione denuncia da anni.

A essere cattivi viene da pensare che determinati personaggi vivono e prosperano solo con il polverone mediatico che riescono a sollevare. E allora vale tutto. La denuncia delle situazione nel cantiere, l’attacco ai no tav, la richiesta di briglia sciolta contro gli oppositori. E vale persino l’applauso a chi ha ammazzato un ragazzo che potevamo essere tutt* quant* noi.

da Spinta dal Bass

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

cantiere tavnotavsapval susa

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

COP30: Extinction Rebellion scarica 30 tavoli davanti alla Regione Piemonte. “Tutte le occasioni mancate”

Nei giorni conclusivi della conferenza sui cambiamenti climatici che si tiene a Belém, il movimento denuncia gli impegni disattesi da Governo e Regione

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

San Giuliano: Telt prende possesso delle case, ma la valle non si arrende

Ieri mattina Telt è entrata ufficialmente in possesso delle abitazioni di San Giuliano di Susa che verranno abbattute per far spazio al cantiere della stazione internazionale del Tav Torino-Lione.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Confluenza: 22 e 23 novembre insieme nel Mugello per la difesa dell’Appennino

Mentre a livello globale e nazionale l’aggressione estrattivista dei territori si fa sempre maggiore, in Italia continua il percorso di Confluenza, affiancata dalla coalizione TESS.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Brasile. La Marcia Mondiale per il Clima riunisce 70.000 persone a Belém e chiede giustizia climatica: «Noi siamo la risposta»

Un incontro storico dà voce ai popoli che non sono stati ascoltati negli spazi ufficiali della COP30.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

COP30: gli indigeni dell’Amazzonia si invitano al vertice sul clima

Gli indigeni della tribù Kayapó, sostenuti da centinaia di manifestanti, hanno organizzato un’azione di protesta all’interno della “zona verde” della COP30.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il Sud unito contro il ponte. Vogliamo casa, lavoro, ambiente e sanità

La mobilitazione contro il ponte sullo Stretto è, oggi, uno spazio politico cruciale per la resistenza e il riscatto del Sud.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

III e IV giorno dell’Incontro Internazionale delle Comunità Danneggiate dalle Dighe, dalla Crisi Climatica e dai Sistemi Energetici

Sotto il sole amazzonico, un gruppo composto da militanti di 45 paesi ha intrapreso questa domenica (9/11) una traversata simbolica attraverso le acque della Baía do Guajará, a Belém (PA).

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Mineria responsable? Cuento miserable!

Con una compagna del Frente Nacional Antiminero parliamo di estrattivismo in Ecuador.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

COP30: Cosa aspettarsi dal vertice mondiale sui cambiamenti climatici

Con il ritiro degli Stati Uniti e la cautela della Cina, la conferenza in Brasile metterà alla prova la capacità del mondo di rispettare l’Accordo di Parigi e gli obiettivi finanziari

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Da Mompantero a Susa, vent’anni dopo: la fiaccolata del movimento No Tav illumina ancora la valle

Vent’anni dopo la battaglia del Seghino, la Valsusa torna a camminare insieme, fiaccola alla mano, per ribadire che la lotta non è mai finita.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Giorni di trivelle in Val Susa

Lunedì scorso è stata avvistata una prima trivella in località Isolabella, a Bussoleno. Immediatamente è partito il monitoraggio sul territorio da parte del popolo valsusino.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Campeggio studentesco No Tav: giorni di lotta, formazione e resistenza in Val di Susa

Si è concluso sabato al presidio di Venaus il campeggio studentesco che, per diversi giorni, ha visto la partecipazione di decine di studenti e studentesse provenienti da tutta Italia.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Campeggio studentesco a Venaus dal 2 al 7 settembre: uniamoci contro chi ci vuole in guerra

Lanciamo un grande e allargato momento di confronto e lotta nei territori liberati di Venaus dal 2 al 7 settembre!

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Sul tentativo di discredito del Movimento No Tav in seguito alla marcia del 26 luglio: la parola al Comitato di Susa

Si é appena conclusa la 9a edizione del Festival Alta Felicità.

Un’edizione ricchissima, giovane (nel corpo e nello spirito), colorata, consapevole, affamata di verità, coinvolgente, inclusiva.

Immagine di copertina per il post
Culture

Alta Felicità 2025: tre giorni di lotta, cultura e partecipazione popolare!

Un’occasione in cui la musica, l’approfondimento politico e la convivialità si intrecciano per dare spazio a pratiche di resistenza, solidarietà e immaginare alternative concrete.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Raccolta solidale per spese legali maxi-processo No Tav

Nel 2011 la popolazione valsusina fu in grado di costruire una mobilitazione territoriale e nazionale contro l’apertura del cantiere dell’alta velocità a Chiomonte.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Bentornata Nicoletta!

Nella giornata di ieri è stata scarcerata Nicoletta Dosio, dopo più un anno di detenzione domiciliare scontato presso la propria abitazione di Bussoleno finalmente è libera!

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Zone di sacrificio e territori in lotta: intervista a Paola Imperatore (II PARTE)

I primi due cantieri stanno cominciando a mostrare le loro conseguenze disastrose sul nostro territorio, un terzo sta per essere installato e sarà potenzialmente il più impattante su tutto l’eco-sistema (ambientale, economico e sociale) valsusino.