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13 anni di Storie in Movimento, il 26 e 27 novembre l’Assemblea generale a Bologna

1) Come nasce l’esperienza di Zapruder e dell’Associazione Storie in Movimento?

Il progetto Storie in Movimento (Sim) nasce sull’onda delle giornate di protesta di Genova del 2001 con la diffusione di un appello pubblico, seguito da un percorso assembleare capace di coinvolgere centinaia di attiviste/i, in prevalenza storiche e storici, che è culminato, nel 2002, nel lancio di una rivista quadrimestrale di storia della “conflittualità sociale”, Zapruder appunto. L’idea di base era quella di riconoscere l’ambito storico come arena di conflitto e, conseguentemente, di individuare nelle pratiche di antagonismo sociale e politico la domanda di una storia che valicasse definitivamente i confini tra narrazione militante e pratica scientifica.

Uno degli obiettivi di Sim, infatti, è sempre stato quello di portare la riflessione storica fuori dalle fortezze accademiche, affiancando ai contributi di storiche e storici autorevoli le analisi e le riflessioni di giovani ricercatrici e ricercatori, studenti e studentesse, militanti e attiviste che utilizzano la storia come mezzo di critica e resistenza all’avanzata del pensiero unico liberal-liberista. Per queste ragioni il progetto Sim nasce come un laboratorio che sta dentro i movimenti e si confronta con il presente, promuovendo al contempo un più ampio dibattito sulla conflittualità sociale e ponendo l’accento su tutte quelle storie (spesso marginalizzate), fonti e analisi rimosse dall’ordine del discorso storico ormai egemonico, svelandone la parzialità.

2) C’è un modo (o dei modi) di fare storia che contraddistingue Zapruder?

Lo scopo di un progetto come Zapruder è quello di offrire spunti critici di riflessione sul passato a un pubblico più ampio di quello cui fanno riferimento la maggior parte delle riviste scientifiche nate all’interno degli ambienti universitari. Per far ciò, fin dall’inizio si è optato per un taglio fortemente innovativo, capace di comunicare in modi molto diversi dai normali format in circolazione: dai più canonici saggi fino alle interviste, passando per le raccolte di immagini fotografiche. I temi d’indagine e gli approcci metodologici sono molteplici e variegati, proprio come eterogenee sono le posizioni di chi anima il progetto.

Dal principio si è posto l’accento sull’uso pubblico della storia dedicando una particolare attenzione a temi come la strumentalizzazione del passato, i conflitti sociali e generazionali, le avanguardie culturali, le culture subalterne, il colonialismo, i movimenti femministi, l’analisi delle note dicotomie capitale/lavoro, fascismo/antifascismo e razzismo/antirazzismo, la storia orale, ma anche i movimenti ereticali, i populismi e tutto ciò che concerne le marginalità conflittuali. E l’elenco potrebbe continuare. Seppur “schierati”, però, cerchiamo di analizzare tutti questi temi utilizzando un approccio rigoroso che dia forza al nostro modo di fare storia.

Tutto questo in un periodo nel quale il compito di riflettere sul passato è quasi del tutto delegato a una schiera di pennivendoli il cui obiettivo è palesemente quello di creare una narrazione omogenea, funzionale a un sistema egemonico di potere politico e culturale oggi più che mai insopportabile e invasivo. Invertire i canoni di questa narrazione dando, o ridando, centralità ad aspetti e/o elementi apparentemente marginali o devianti rappresenta uno dei principali obiettivi di un progetto come il nostro.

3) Si può dire che dopo 13 anni anche Zapruder abbia una sua storia…

Con 41 numeri alle spalle si può dire sicuramente che Zapruder abbia una sua propria storia. Un percorso che nel corso degli anni è andato anche diversificandosi e che ha visto la nascita, nel 2014, della rivista digitale Zapruder World in lingua inglese. Questo nuovo progetto, che si avvale di una vasta rete di storici e attivisti sociali diffusa attraverso più continenti, mira ad esplorare le molte e diverse forme di conflitto sociale a livello globale, guardando alla dinamica delle lotte piuttosto che alla loro risoluzione allo scopo di creare un collegamento interdisciplinare tra i contemporanei cicli di protesta a livello transnazionale e le nostre conoscenze.

Nonostante il progetto Zapruder World sia nato all’interno dell’esperienza di Sim, il suo scopo non è quello di proiettare a livello internazionale il “modello” Sim, ma piuttosto quello di creare un nuovo soggetto collettivo che si basi saldamente sulla costruzione di una rete di ricercatori e attivisti che abbiano adottato approcci e metodologie in sintonia con lo spirito “zapruderiano”. Allo stesso tempo, per affrontare al meglio le tante sfide proposte da un quotidiano e continuo confronto con il presente, stiamo cercando di far crescere in qualità e funzionalità il sito web, trasformandolo in un contenitore capace di dare risalto a tutto quello che non è possibile inserire nella rivista cartacea.

4) Dentro il vostro percorso, si può partecipare in tanti modi…

Sim e Zapruder sono progetti, anzi laboratori, aperti a tutte e tutti. Ci sono tanti modi per partecipare ed entrare in contatto con noi. Si possono prendere contatti con i gruppi locali dell’associazione che rappresentano gli organismi di base dell’intero progetto, per collaborare alla presentazione dei numeri della rivista e alle altre attività di “agitazione culturale” promosse da Sim a livello territoriale. Si possono, poi, presentare delle proposte di articoli o saggi per la rivista cartacea o per il sito web, anche al di là dei temi scelti per i singoli numeri, purché abbiano come oggetto una riflessione critica sul passato. All’interno dell’Assemblea annuale, poi, si possono presentare le proposte per l’indirizzo tematico dei successivi numeri delle riviste.

Allo stesso tempo, sempre in Assemblea, ci si può candidare ad entrare all’interno delle diverse redazioni (Zapruder, Zapruder World, Sito Web), o all’interno del Comitato di Coordinamento, la struttura collettiva di gestione dell’associazione tra un’Assemblea generale e l’altra. Sempre in ambito assembleare ci si può proporre come relatori/rici o coordinatori/rici di un dialogo del SIMposio annuale di Sim. Il SIMposio, arrivato quest’anno alla sua dodicesima edizione, ha rappresentato una vera e propria scommessa per l’associazione.

Si tratta, infatti, di un momento di riflessione e dibattito collettivo che punta sul carattere conviviale e informale all’interno del quale promuovere la discussione storica e lo sviluppo di nuove interpretazioni. La dimensione residenziale, grazie anche alla splendida cornice dell’Isola Polvese sul Lago Trasimeno, consente di trasformare i singoli dialoghi in momenti di confronto e condivisione di saperi ed esperienze, che rendono il SIMposio un’esperienza davvero unica nel suo genere.

5) Cosa bolle in pentola in questa assemblea bolognese?

L’assemblea generale rappresenta per noi un momento importante e imprescindibile di discussione interna. In questa occasione si rinnovano le strutture associative – le redazioni, il Comitato di Coordinamento, il gruppo che si occupa dell’organizzazione del SIMposio, ecc. – e si discutono e decidono le proposte tematiche per i successivi numeri delle riviste e i possibili nuovi progetti. L’assemblea è, ovviamente, pubblica e aperta a tutti/e ed è un’ottima occasione per entrare a far parte dell’Associazione conoscendo di persona i soci e chi anima i gruppi locali.

Quest’anno approfitteremo dell’ospitalità dei compagni e delle compagne del Vag61 di Bologna, dove dal 26 al 27 di novembre terremo la nostra assemblea. L’invito che rivolgiamo a chiunque sia interessato al progetto è quello di partecipare, conoscerci e portare nuove proposte che rappresentano la linfa vitale di un progetto orizzontale come il nostro.

 

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