InfoAut
Immagine di copertina per il post

Ancora proteste nel carcere di Ivrea

 

Noi sottoscritti vorremmo esporre alcuni problemi significativi all’interno della Casa Circondariale di Ivrea per cercare di far capire le condizioni di vita in cui siamo costretti a sottostare, premettendo che è giusto pagare i propri errori, ma non è giusto perdere la propria dignità, essere neutralizzati e non poter accedere a nessun programma riabilitativo.

La situazione è grave, tanto che negli ultimi venti giorni, si sono verificati tre tentativi d’impiccagioni, che ovviamente nessuno sa, perché in questo Istituto viene messo tutto a tacere. Senza contare i fatti di autolesionismo “gravi” per cercare in tutti i modi di essere trasferiti. La vita qui è usurante per il corpo e per la mente, porterebbe qualsiasi persona umana alla depressione  e al suicidio.

Posto questo, vorremmo fare alcuni esempi facilmente comprensibili, sintetizzando il più possibile.

Il carrello del vitto non è a norma, perché non segue le normative HACCP giacché ogni alimento è lasciato raffreddare a temperatura ambiente (salmonellosi, sighellosi- dissenteria bacillare-).

Materassi scaduti, pieni di muffa, sporchi e fradici, avendo già esposto la normativa esistente e abrogata (per motivi di salute, in questo caso la vista). Le grate all’interno delle finestre di ogni singola cella, la mancata visita sanitaria del dentista, che avviene ogni anno bisestile, la mancata apertura dell’area educativa. Le celle hanno una metratura calpestabile fuori norma. I materassi non vengono cambiati dal 2010, mentre la normativa parla di tre e/o al massimo quattro anni. La fornitura mensile per le pulizie si basa su due rotoli di carta igienica e due bottiglie di detersivo, ciliegina sulla torta: una spugnetta.

Come per le buste paga, o meglio lo sfruttamento delle paghe mensili che variano dal porta tutto a chi pulisce le sezioni, lo scopino, con una media che è pari alla fame; accade ancheper i lavoratori della cucina dove per 10 ore al giorno di lavoro guadagnano 230 euro al mese.
Sappiamo che non ci sono linee comunicanti con l’esterno, discutendo tra detenuti abbiamo capito che sono presenti solo due linee telefoniche per l’intero istituto.

Non vi sono uscite di sicurezza in caso di incidenti notturni, finestroni al quale non sono presenti aperture per l’usata dei fumi tossici (la scorsa settimana ci sono stati incendi al primo destro e abbiamo corso tutti il rischio di essere intossicati, come successo al Lo Russo e Cotugno di Torino nella sezione femminile). 

Il vitto lascia molto a desiderare, o meglio non si è in grado di comporre ciò che arriva. Sarebbe anche da riguardare il l’elenco dei medicinali ed alcuni dei dottori presenti. Per qualsiasi cosa vengono prescritti: Brufen, Tachipirina e riposo – “su in cella!”. 
Esiste anche il problema della posta in entrata, il sabato non si riceve, senza alcuna spiegazione logica. 
Essere ricevuti dal direttore del carcere o dal comandante equivale ad una fortuna tipo super enalotto!

La responsabile del progetto per il reinserimento dell’aera educativa dice di avere le mani legate, si giustifica dicendo che non ci sono fondi, mentre noi siamo a conoscenza delle borse lavoro. Lo abbiamo saputo dai volontari e dal cappellano.
Un altro punto sono i prezzi del sopravvitto, che noi acquistiamo tutte le settimane, uno sproposito su ogni singolo prodotto.  Bisognerebbe fare una verifica tra i prezzi interni e quelli esterni. 

Forti ripercussioni su chi intende manifestare per le condizioni in relazione a detenzione, struttura e gestione.

Andrebbe rivisto anche il momento delle visite. Se un familiare arriva da lontano e desidera effettuare quattro o cinque ore di colloquio, non puntualmente questo si realizza con una pausa di un’ora nel mezzo, dove i parenti vengono fatti uscire poiché le guardie hanno la pausa pranzo. Sarebbe molto più logico avere un cambio per le guardie, in questo modo si eviterebbe di lasciare anziani e bambini ad aspettare all’aperto nel periodo invernale, dove può anche esserci la neve. 

Si chiede un serio e imminente intervento, ma questa volta con prospettive di sviluppo, e non con restrizioni a causa della segnalazione fornita.

Vi ringraziamo per i vostro impegno e sperando che il nostro grido di aiuto venga ascoltato da qualcuno, vi salutiamo e con stima vi ringraziamo ancora.

37 detenuti di diverse nazionalità del carcere di Ivrea. 

I loro nomi non verranno pubblicati per evitare ritorsioni.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Culture

Alta Felicità 2025: tre giorni di lotta, cultura e partecipazione popolare!

Un’occasione in cui la musica, l’approfondimento politico e la convivialità si intrecciano per dare spazio a pratiche di resistenza, solidarietà e immaginare alternative concrete.

Immagine di copertina per il post
Culture

Leggere la Cina è capire il mondo

Non è semplice, in un periodo di attacco agli atenei e al pensiero non mainstream, trovare studi sulla Cina sottratti al paradigma “noi e loro”.

Immagine di copertina per il post
Culture

«Banditi» per necessità ovvero la Resistenza così come fu

«Una nuova retorica patriottarda o pseudo-liberale non venga ad esaltare la formazione dei purissimi eroi: siamo quel che siamo: […] gli uomini sono uomini»

Immagine di copertina per il post
Culture

Combattere per poter combattere. Storia del pugilato femminile

Nel mondo sportivo attuale la differenza tra ambito maschile e ambito femminile è ancora accentuata sotto molti punti di vista.

Immagine di copertina per il post
Culture

Blackout Fest 2025!

Dal 13 al 15 Giugno a Manituana (Torino)
Torna la festa dell’unica radio libera dell’etere torinese, qui il programma da Radio Blackout.

Immagine di copertina per il post
Culture

L’Eternauta: neve letale su Javier Milei

C’era molta attesa per l’uscita della serie Netflix tratta da L’Eternauta, il capolavoro del fumetto di fantascienza scritto da Héctor Oesterheld, disegnato da Francisco Solano López, e pubblicato sul periodico argentino Hora Cero Suplemento Semanal dal 1957 al 1959, poi ristampato nel 1961 su testata omonima.

Immagine di copertina per il post
Culture

Alcune riflessioni sulla natura e sulla guerra dei contadini tedeschi

Nel 1525 gran parte dell’Europa centrale è stata infiammata da una rivolta sociale: i contadini si sollevarono contro coloro che governavano le loro vite.

Immagine di copertina per il post
Culture

Il nuovo Papa: perché chiamarsi Leone?

Son stati scritti fiumi di parole sull’esito inatteso del conclave e anche sulla ripresa di un nome desueto da oltre un secolo Leone, dicendo troppe banalità.

Immagine di copertina per il post
Culture

L’Eternauta

Fu durante le feste di Natale del ’77 che mio padre, due miei zii e un loro amico si misero d’accordo per vedersi tutti i sabati di gennaio, dopo cena, per giocare a poker.

Immagine di copertina per il post
Culture

Il gruppo rap nordirlandese Kneecap è indagato dall’antiterrorismo inglese per il sostegno alla Palestina

In Irlanda del Nord i Kneecap, gruppo rap di Belfast, sono indagati dall’antiterrorismo britannico per il loro sostegno alla Palestina. Tutto è iniziato quando il trio hip-hop nordirlandese si è esibito sul palco del Coachella, festival annuale seguitissimo negli Stati Uniti. “Israel is committing genocide against the Palestinian people… It is being enabled by the […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Robert Ferro – Dove va l’Europa? Crisi e riarmo nel cuore dell’Unione

Dal welfare al warfare, dall’automotive al carroarmato, dall’«Inno alla gioia» di Beethoven alla «Marcia imperiale» di Dart Fener. Nel cambio di tema che fa da sfondo all’Europa, l’imperialismo colpisce ancora. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Verso l’assemblea nazionale “Guerra alla guerra” di domenica 27 luglio a Venaus

Ripubblichiamo due contributi radiofonici che hanno il pregio di illustrare le caratteristiche che si propone di avere l’assemblea nazionale “Guerra alla guerra” di domenica 27 luglio alle ore 12.30 a Venaus, durante il Festival Alta Felicità.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Georges Ibrahim Abdallah uscirà di prigione il 25 luglio, dopo 41 anni di reclusione

Abbiamo tradotto questo testo apparso su ContreAttaque in seguito alla notizia della decisione di fare uscire dal carcere Georges Ibrahim Abdallah dopo 41 anni di reclusione ingiusta, simbolo della persecuzione e dell’attacco da parte di Stati Uniti e Israele in primis e, di conseguenza della totale complicità di uno Stato europeo come la Francia, nei confronti di un militante anti-imperialista, rivoluzionario marxista libanese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: il bilancio degli scontri settari a Sweida sale ad almeno 250 morti. Israele bombarda anche Damasco

Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani il bilancio delle vittime degli scontri settari intorno alla città meridionale a maggioranza drusa di Sweida è di almeno 250 morti.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Campeggio di lotta No Tav

Dal 18 al 21 luglio ci troveremo in Val di Susa per un campeggio di lotta giovanile per ribadire la nostra opposizione trentennale a un progetto inutile e dannoso che oggi si va configurando sempre più nella sua brutalità.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

La transizione ecologica va in guerra: il ritorno del falso mito del nucleare 

Domenica 27 luglio alle ore 10 a Venaus in occasione del Festival Alta Felicità terremo un dibattito come progetto Confluenza per approfondire il tema del nucleare e le implicazioni di esso nella complessa fase attuale, fatta di guerra e riarmo. La transizione ecologica si è rivelata  essere una nuova opportunità di profitto per i soliti […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Prosegue l’attacco al movimento No Tav: altre 10 condanne per chi resiste alla devastazione ambientale

Ieri, 14 luglio, il Tribunale di Torino ha emesso pesanti condanne che vanno dagli 11 mesi ai due anni, oltre alla richiesta di risarcimento per le parti civili e per la violazione della zona rossa, per dieci attivisti del movimento No TAV per la giornata di lotta del 24 luglio 2020.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Google ha aiutato Israele a diffondere propaganda di guerra a 45 milioni di europei

Uno studio ha rilevato che, da quando ha colpito l’Iran il 13 giugno, l’Agenzia Pubblicitaria del Governo Israeliano ha speso decine di milioni in annunci pubblicitari solo su YouTube.