InfoAut
Immagine di copertina per il post

Angelina Romano: fine di una brigantessa

Castellammare del Golfo (TP), 3 gennaio 1862, Romano Angelina, di anni 9, fucilata, accusata di ‘”, questo quanto risulta dall’Archivio Storico Militare, questo e tanto altro ancora la “storia ufficiale”, quella che si studia sui banchi di scuola, non ha mai raccontato.

Ricorreva lo scorso 3 gennaio il 154° anniversario dell’esecuzione della piccola Angelina Romano. Ricordare un crimine di stato compiuto così tanti anni fa forse non ha molto senso ma la storia è “eterna” e questa sanguina ancora. A quanti non sanno o hanno dimenticato, è bene ricordare che l”annessione” della all’Italia, non fu il frutto di una innocente passeggiata che il regio esercito sabaudo decise un giorno di fare nel meridione della penisola e in . Costò tanto sangue e tante vittime innocenti; tanti “briganti” persero la vita: Angelina Romano fu una di queste.

Ma chi era Angelina Romano?

Correva l’anno 1861 ed era il 17 marzo quando ebbe inizio la storia dell’Italia unita, quel giorno il neonato Parlamento Italiano aprì i suoi lavori con la proclamazione del Regno d’Italia, in seguito a questa, la penisola venne riunita in un unico stato sovrano “autonomo ed indipendente” ed il re di Sardegna, Vittorio Emanuele II di Savoia, assunse il titolo di re d’Italia. Ma in realtà si era ancora molto lontani dalla vera “unità” del paese.

Lo sbarco dei Mille non era passato indenne dalle terre siciliane e dalle altre meridionali, ovunque erano state seminate morti e distruzioni. La storia ufficiale narra di civili siciliani morti negli scontri con le milizie borboniche a fianco dei soldati garibaldini, la contro-storia parla di massacri compiuti dai garibaldini a danno della popolazione inerme, certo è che l’annessione alle regioni centrali e settentrionali del Regno delle Due Sicilie costò molte vittime a tutti i protagonisti in campo e che disordini e rivolte non cessarono per lungo tempo.

Il periodo storico, dunque, era quello che era: tanta povertà in giro e tanto bisogno di braccia da lavoro nei campi, sicché, quando all’alba del Regno d’ Italia, vennero varate le leggi sulla leva obbligatoria che portarono via migliaia di braccia all’agricoltura, il malcontento popolare crebbe ancora.

Già a maggio del 1861, il nuovo stato unitario, pressato dall’esigenza di garantire la propria “difesa”, aveva deciso di arruolare un gran numero di uomini da addestrare, nel minor tempo possibile. Così, prendendo a modello il servizio di leva vigente in Prussia, fu indetta  una sorta di “coscrizione generale”. In poco più di un anno, a partire dal maggio del 1861 e fino al luglio del 1862,furono emanate una serie di norme che “obbligarono” alla leva tutti i giovani nati nel 1840 e qualche mese dopo anche quelli nati nel 1842. La leva, inizialmente, sarebbe durata 6 anni ed i primi ad essere “obbligati” furono oltre 56.000 giovani residenti nei territori dell’ex Regno delle due Sicilie.

I fatti che coinvolgono la piccola Angelina risalgono proprio ai primi giorni del 1862.

Il primo giorno dell’anno, la popolazione di Castellammare del Golfo, in provincia di Trapani, era scesa in piazza al grido “abbasso la leva a morte i cutrara“, la protesta era proprio contro la leva obbligatoria imposta dal , i cutrara erano i ricchi, coloro che potevano pagare la loro esenzione alla leva.

Il 2 gennaio 450 giovani siciliani assaltano la sede del Commissariato di Leva e dentro trovano anche il Comandante della Guardia Nazionale, Francesco Borroso. Arrivano, in tutta fretta, i Bersaglieri, un battaglione intero inviato da Palermo, i giovani scappano e si disperdono tutti nelle campagne e sulle pendici dei monti circostanti, ma i militari trovano sei di loro che avevano trovato rifugio in un casolare di contrada Falconiera e li catturano.

Mariano Crociata di 30 anni, Marco Randisi di 45, Anna Catalano di 50, Antonio Corona di 70 e Angelo Calamia di 70 e il Parroco del paese, Don Benedetto Palermo di 43 anni. Tutti e sei, in virtù dei poteri dovuti alla proclamazione dello Stato di Assedio, vengono passati per le armi, prete compreso, sono accusati di essere “LEALISTI”, così vengono definiti coloro i quali hanno rapporti di connivenza con i “briganti”. Il 3 gennaio i sei lealisti vengono fucilati nella piazza di Castellammare del Golfo per ordine del generale sabaudo Pietro Quintino.

Alla fine dell’esecuzione, nel silenzio della strage appena compiuta, si sentono i pianti di una bambina che aveva assistito alla fucilazione. Angelina Romano è una bambina siciliana, una di quelle bambine che, al tempo di cui raccontiamo, vivevano scalze in un paesino del trapanese: occhi scuri, capelli neri, un faccino pulito come può essere quello di una bambina di poco più di 8 anni. Lei aveva visto tutto, nascosta dietro un angolo, aveva visto tutto e non era riuscita a tacere il suo sconforto, la sua paura. Viene presa facilmente Angelina, che resistenza può opporre una bambina così piccina alla legge degli uomini forti?

La forza di quegli “uomini forti” si esprime nei suoi confronti e sentenzia: “Chiunque verrà incontrato per le vie interne o per le campagne con provvigioni alimentari superiori ai propri bisogni o con munizioni di fuoco per ingiustificato uso, sarà fucilato“. Questo cita l’articolo 3 di un editto speciale creato proprio per “reprimere” la resistenza dei lealisti borbonici ed Angelina doveva davvero essere un pericolosissima brigantessa, per essere messa al muro, con il faccino ancora bagnato di pianto e “giustiziata”.

Da TgvalleSusa.it

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Culture

Emilio Quadrelli, un comunista eretico contro la guerra

Non vi può essere alcun dubbio che tutto il percorso intellettuale e politico di Emilio Quadrelli, scomparso nel 2024, si situi interamente nella scia dell’eresia.

Immagine di copertina per il post
Culture

Le guerre del Nord e il futuro degli equilibri geopolitici ed economici mondiali

A ben guardare, però, lo scontro apertosi ormai da anni, per il controllo delle rotte artiche e delle materie prime custodite dal mare di ghiaccio che corrisponde al nome di Artico ricorda per più di un motivo la saga della corsa all’oro del Grande Nord che l’autore americano narrò oppure utilizzò come sfondo in molti dei suoi romanzi e racconti.

Immagine di copertina per il post
Culture

Imparare a lottare: la mia storia tra operaismo e femminismo

Torna disponibile in una nuova edizione ampliata, nella collana Femminismi di ombre corte,  L’arcano della riproduzione di Leopoldina Fortunati, uno dei testi di riferimento nella teoria femminista marxista italiana — e non solo.

Immagine di copertina per il post
Culture

Un’Anabasi post-sovietica. Storia del Gruppo Wagner

Gli uomini in mimetica camminano soli o a coppie dentro fitti banchi di nebbia, a malapena si intravedono i campi desolati attorno alla lingua di cemento.

Immagine di copertina per il post
Culture

Il primo vertice antiterrorismo internazionale – Roma 1898

Un evento spesso trascurato dalla storiografia italiana, anche da quella che si è occupata del movimento operaio e delle sue lotte, ma che obbliga a riflettere su una serie di nodi ancora tutti da sciogliere

Immagine di copertina per il post
Culture

Frankenstein, quel mostro nato dalle ombre oscure della guerra

Al mostro viene negato un nome e una individualità, esattamente come al proletariato

Immagine di copertina per il post
Culture

“No Comment”: i Kneecap tornano a colpire con Banksy

Dalla Belfast ribelle al cuore dell’establishment londinese, i Kneecap tornano a colpire.

Immagine di copertina per il post
Culture

Israele sull’orlo dell’abisso

Ilan Pappé, La fine di Israele. Il collasso del sionismo e la pace possibile in Palestina, Fazi Editore, Roma 2025, pp. 287

Immagine di copertina per il post
Culture

Se la Cina ha vinto

Se l’obiettivo di un titolo apodittico come “La Cina ha vinto” è convincere il lettore della validità della propria tesi, Alessandro Aresu vi riesce pienamente.

Immagine di copertina per il post
Culture

Mala tempora currunt

Don’t let this shakes go on,It’s time we have a break from itIt’s time we had some leaveWe’ve been livin’ in the flames,We’ve been eatin’ out our brainsOh, please, don’t let these shakes go on(Veteran of the Psychic Wars, 1981 –Testo: Michael Moorcock. Musica: Blue Oyster Cult) di Sandro Moiso, da Carmilla Che per l’Occidente […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Viva Askatasuna! Torino e la deindustrializzazione

Una volta chiamavano Torino la città dell’automobile.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Aska è di chi arriva. Chiedi del 47

In questo momento più del solito, ma non è un fenomeno specifico di questi giorni, sembra esserci una gara a mettere etichette su Aska e sulle persone che fanno parte di quella proposta organizzativa.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Sanzioni per lo sciopero generale del 3 ottobre: il governo Meloni prova a vendicarsi

La Commissione di Garanzia sulla legge 146 ha emesso la sua prima sentenza contro gli scioperi dello scorso autunno, facendo partire una prima pesante raffica di sanzioni contro l’agitazione che è stata proclamata senza rispettare i termini di preavviso a causa dell’attacco che stava subendo la Flotilla.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Allevatori ed agricoltori di nuovo in protesta in Belgio e Francia.

Di seguito ripotiamo due articoli che analizzano le proteste degli agricoltori che in questi giorni sono tornate ad attraversare la Francia ed il Belgio.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Torino: “difendere l’Askatasuna per non far spegenere la scintilla di ribellione che Torino ha dentro”

“La grandissima manifestazione di risposta allo sgombero è stata la reazione di Torino che si è riversata nelle strade per difendere quella sua radice ribelle che non si vuole che venga cancellata.”

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

La violenza che non fa notizia

La violenza dello Stato: sgomberi, gas CS, idranti ad altezza persona e una narrazione mediatica che assolve chi colpisce e criminalizza chi resiste.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ha vinto Kast e il Cile si aggiunge all’ondata di ultradestra

È il primo pinochetista a giungere a La Moneda in democrazia.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

È solo imperdonabile ignoranza?

Ecco che afferra l’immagine, la tira, la strappa, se ne impadronisce e con violenza la butta via, in modo che chi è fuori veda che si cancella tutto.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Torino città partigiana: Que viva Askatasuna! 

Ripubblichiamo il comunicato uscito dal centro sociale Askatasuna in merito alla giornata di lotta di ieri. Alleghiamo anche un video racconto della giornata.