InfoAut
Immagine di copertina per il post

Avola: Giovane si toglie la vita dopo una notte di violenze in questura

C’erano tantissimi giovani ai funerali di Sebastiano Caruso, 27 anni, celebrati giovedì 23 giugno nel Chiesa di San Giovanni. Lacrime e applausi per dare l’addio a Sebastiano, un ragazzo benvoluto da tutti. E che era morto in modo tragico.

Si era impiccato il 18 giugno secondo alcuni per una delusione d’amore, in quanto era stato lasciato dalla fidanzata; secondo altri perchè la ditta di Noto in cui lavorava lo aveva licenziato. Ma il vero motivo che aveva spinto il ragazzo a togliersi la vita è un altro. E lo descrive lui stesso in due lettere che ha lasciato ai genitori e al fratello. In quelle missive, Sebastiano esprime anche un desiderio. O meglio una sua ultima volontà . Ha chiesto ai genitori di impedire l’ingresso in chiesa durante il funerale agli agenti della Polizia di Stato.

Come mai tanto odio verso gli operatori delle forze dell’ordine? Alla domanda risponde l’avvocato Paolo Signorello, che nei prossimi giorni presenterà alla Stazione dei Carabinieri e negli uffici della Procura della Repubblica una denuncia contro un poliziotto in particolar modo, accusato di aver picchiato, ammanettato senza alcun motivo Sebastiano Caruso e di averlo umiliato in quanto, per togliergli le manette, avrebbe preteso che il ragazzo chiedesse scusa a lui e a tutti i suoi colleghi in servizio al Commissariato della Polizia di Stato di Avola.

Lo hanno trattenuto tutta la notte al Commissariato ma non è stato redatto alcun verbale. Nelle due lettere Sebastiano Caruso scrive nome e cognome del poliziotto e anche lo pseudonimo: Lupin. In quelle due lettere il giovane avolese ha raccontato lo scontro verbale e fisico con alcuni poliziotti del Commissariato della Polizia di Stato di Avola, avvenuto sabato 11 giugno Dopo aver terminato di scrivere le missive, Sebastiano è uscito di casa e si è recato in contrada Bocchini, dove si è arrampicato sopra un albero, si è stretto attorno al collo un cappio ricavato da un cavo elettrico e si è lasciato cadere nel vuoto, morendo asfissiato.

Nelle missive Sebastiano Caruso racconta che sabato 11 giugno si trovava in compagnia della fidanzata, quando all’improvviso è stato colto da un impellente stimolo di dover fare la pipì. Nella strada in cui si trova a transitare non ci sono locali pubblici, per cui, per non farsela addosso, decide di appartarsi in un punto sperando di non essere visto da alcuno. Mentre sta orinando sopraggiunge un’auto civetta della Polizia, e uno dei due componenti dell’equipaggio si avvicina a Sebastiano e lo redarguisce. Il giovane, ritenendo eccessivamente pesanti le frasi del poliziotto, risponde per le rime. Il poliziotto non avrebbe gradito la reazione di Sebastiano Caruso e, dinanzi agli occhi della sua fidanzata, lo avrebbe malmenato.

Il ragazzo è stato condotto in Commissariato con le manette ai polsi, e trattenuto senza un valido motivo al posto di Polizia. Su richiesta di Sebastiano, i poliziotti lo hanno accompagnato anche al Pronto Soccorso dell’ospedale Di Maria, dove i medici di turno gli hanno riscontrato una contusione alla mano destra e delle ferite lacero contuse.

Durante la visita medica, i poliziotti non hanno tolto le manette dai polsi di Sebastiano Caruso. Lui si è sfogato con i sanitari facendo nome e cognome del suo aggressore, ma i medici non hanno riportato nella cartella clinica il nome del poliziotto che avrebbe picchiato il giovane, ma si sono limitati a scrivere “aggredito da persona a lui nota”. Poi alle 5 di mattina, il ragazzo è stato rilasciato, ma prima ha dovuto chiedere umilmente scusa a tutti i poliziotti che si trovavano nel Commissariato e soprattutto all’agente che lo aveva malmenato. Ritornato a casa Sebastiano Caruso ha raccontato ai genitori e al fratello Giuseppe, 34 anni, il disumano trattamento cui era stato sottoposto al posto di Polizia.

L’indomani tutta la famiglia si è recata nella sede del Commissariato per chiedere conto e soddisfazione. Ma, anzichè ottenere le spiegazioni che speravano di avere, la situazione è ben presto degenerata. E dal Commissariato i fratelli Giuseppe e Sebastiano Caruso sono usciti con una denuncia a piede libero per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Ritenendo di essere stato vittima di soprusi da parte degli operatori di polizia, Sebastiano Caruso si è recato nello studio dell’avvocato Paolo Signorello, cui ha manifestato l’intenzione di voler sporgere querela contro gli agenti e in particolar modo nei confronti del poliziotto che a suo dire lo aveva picchiato e ammanettato senza un valido motivo. L’indomani però ha cambiato idea e ha telefonato al legale per chiedergli di annullare tutto. Sembrava avesse smaltito l’ira contro l’agente Lupin, ma non era così.

Nella tarda serata tra venerdì 11 e sabato 12 giugno, Sebastiano Caruso ha scritto le due lettere, poi nel cuore della notte è uscito e si è recato in contrada Bocchini dove si è impiccato. Sul posto di sono recati i Carabinieri che hanno immediatamente informato il Pubblico Ministero Giancarlo Longo, il quale ha disposto l’autopsia sul corpo di Sebastiano Caruso, affidando l’incarico al medico legale Franco Coco. Adesso la famiglia di Sebastiano Caruso ha chiesto all’avvocato Paolo Signorello di presentare la querela contro gli agenti del Commissariato di Polizia di Avola

da: osservatoriorepressione.info

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Culture

Un’Anabasi post-sovietica. Storia del Gruppo Wagner

Gli uomini in mimetica camminano soli o a coppie dentro fitti banchi di nebbia, a malapena si intravedono i campi desolati attorno alla lingua di cemento.

Immagine di copertina per il post
Culture

Il primo vertice antiterrorismo internazionale – Roma 1898

Un evento spesso trascurato dalla storiografia italiana, anche da quella che si è occupata del movimento operaio e delle sue lotte, ma che obbliga a riflettere su una serie di nodi ancora tutti da sciogliere

Immagine di copertina per il post
Culture

Frankenstein, quel mostro nato dalle ombre oscure della guerra

Al mostro viene negato un nome e una individualità, esattamente come al proletariato

Immagine di copertina per il post
Culture

“No Comment”: i Kneecap tornano a colpire con Banksy

Dalla Belfast ribelle al cuore dell’establishment londinese, i Kneecap tornano a colpire.

Immagine di copertina per il post
Culture

Israele sull’orlo dell’abisso

Ilan Pappé, La fine di Israele. Il collasso del sionismo e la pace possibile in Palestina, Fazi Editore, Roma 2025, pp. 287

Immagine di copertina per il post
Culture

Se la Cina ha vinto

Se l’obiettivo di un titolo apodittico come “La Cina ha vinto” è convincere il lettore della validità della propria tesi, Alessandro Aresu vi riesce pienamente.

Immagine di copertina per il post
Culture

Mala tempora currunt

Don’t let this shakes go on,It’s time we have a break from itIt’s time we had some leaveWe’ve been livin’ in the flames,We’ve been eatin’ out our brainsOh, please, don’t let these shakes go on(Veteran of the Psychic Wars, 1981 –Testo: Michael Moorcock. Musica: Blue Oyster Cult) di Sandro Moiso, da Carmilla Che per l’Occidente […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Bolivia in fiamme: dentro un ecocidio latinoamericano

Bolivia Burning: Inside a Latin American Ecocide è un documentario di 52 minuti di The Gecko Project che porta gli spettatori all’interno di una delle crisi ambientali più sottovalutate al mondo: la rapida distruzione delle foreste in Bolivia.

Immagine di copertina per il post
Culture

Scolpire il tempo, seminare il vento, creare antagonismo

Siamo la natura che si ribella!, ammonisce con efficace sintesi uno striscione no-tav esprimendo un radicale antagonismo nei confronti del mortifero sfruttamento capitalista patito dall’essere umano e dalla natura, di cui è parte.

Immagine di copertina per il post
Culture

Al mio popolo

Lo scorso 25 settembre è deceduta a Cuba Assata Shakur, importante membro delle Pantere Nere prima, della Black Liberation Army poi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Armi e appalti: l’Italia mantiene aperto il canale con l’industria militare israeliana

Nonostante la campagna di sterminio contro la popolazione palestinese della Striscia di Gaza, Arma dei Carabinieri e Polizia di Stato continuano ad equipaggiare i propri reparti di pronto intervento rifornendosi presso le più importanti aziende israeliane.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Morte di Ramy Elgaml: altri due indagati per falso tra i carabinieri premiati con l’Ambrogino d’Oro

Altri due carabinieri sono stati iscritti nel registro degli indagati con le accuse di aver fornito false informazioni al pubblico ministero e di falso ideologico in atti pubblici nell’ambito dell’indagine sulla morte di Ramy Elgaml

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Genova: corteo operaio sotto la Prefettura. Sfondate le reti della polizia, lacrimogeni sulle tute blu

La rabbia operaia continua a riempire le strade della città ligure contro il (non) piano del governo Meloni sul destino di migliaia di operai ex-Ilva e sul futuro del comparto siderurgico in Italia.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Presidio permanente di San Giuliano: dove abbattono case, noi costruiamo resistenza!

Martedì 2 dicembre, durante l’assemblea popolare, i/le giovani No Tav, hanno fatto un importante annuncio: casa Zuccotti, dopo essere stata espropriata da Telt, torna a nuova vita.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Torino: riflessioni attorno “all’assalto squadrista alla sede della Stampa” e alla libertà di informazione

Il centro sociale Askatasuna di Torino è tornato al centro del dibattito politico nazionale dopo l’azione alla redazione de La Stampa del 28 novembre durante la manifestazione nel giorno dello sciopero generale

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Appello di docenti, ricercatori e ricercatrici universitarie per la liberazione di Mohamed Shahin

Riportiamo l’appello di docenti, ricercatori e ricercatrici per la liberazione di Mohamed Shahin, per firmare a questo link.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Investimenti israeliani sui progetti delle grandi rinnovabili in Italia

Diamo il via all’inchiesta collettiva sugli investimenti israeliani sui progetti delle grandi rinnovabili che abbiamo deciso di iniziare durante la “Due giorni a difesa dell’Appennino” a Villore, di cui qui si può leggere un resoconto e le indicazioni per collaborare a questo lavoro.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Un primo resoconto dell’appuntamento “Due giorni a difesa dell’Appennino”: come continuare a rendere vivi i nostri presidi di resistenza dal basso

Iniziamo a restituire parte della ricchezza della due giorni a difesa dell’Appennino, svoltasi in una cornice incantevole a Villore, piccolo paese inerpicato tra boschi di marronete e corsi d’acqua, alle porte del parco nazionale delle Foreste Casentinesi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bambini sfruttati e affumicati nei campi della California

Molto lontano dai campi di Entre Ríos o Santa Fe, i bambini contadini della California lavorano dagli 11 ai 12 anni, sfruttati, mal pagati, in terreni affumicati con pesticidi e con il terrore di essere deportati insieme alle loro famiglie di migranti.