Catania: Renzi fa chiudere anche lo stadio. Movimenti Domenica in piazza
Giovedì 8 settembre 2016 – Il premier e segretario del Pd Matteo Renzi è atteso domenica 11 settembre alla Festa nazionale del Partito aCatania. Per la sua visita sotto l’Etna si blocca tutto. Anche lo stadio Massimino dove in teoria si sarebbe dovuta giocare la partita di Lega-Pro, la vecchia Serie C, fra i rosso-azzurri e la neopromossa Fondi. Tutto questo, naturalmente, per impedire le contestazioni che si annunciano particolarmente radicali e partecipate: in piazza un ampio ventaglio di realtà sociali e di movimento da tutta la Sicilia, raccolte nel cartello “Cacciamo Renzi e tutta la cricca”.
Da Catania abbiamo sentito Simone, compagno di Casa x Tutti e di Cacciamo Renzi. Ascolta o scarica.
Di seguito riportiamo l’appello per la manifestazione dei movimenti a Catania domenica 11 settembre:
Un malcontento capillarmente diffuso e profondo si è sviluppato negli ultimi due anni verso un governo sempre più sfiduciato dalla popolazione, che ha trovato davanti ad ogni manovra un’opposizione radicata e radicale. Un governo dal sapore elettoralistico e lontano da ogni bisogno e rivendicazione di chi è costretto ogni giorno a pagare i costi della crisi e del malgoverno. Nulla di nuovo stiamo dicendo su questo governo, il segreto di Pulcinella è stato svelato ormai tempo fa, è chiaro a tutti cos’è e cosa vuole: gli interessi di Renzi e del PD ruotano infatti tutti intorno alla possibilità di poter, dietro ogni nuova manovra e riforma, costruire affari e consensi elettorali, riuscire ad essere un Partito Nazione che annulli ogni tipo di controparte, opposizione e contestazione, che miri alla pacificazione sociale e ad un unico grande fronte che metta insieme tutti, dalla sinistra vagamente più moderata alla destra di Alfano, che possa essere un partito che accentra ogni tipo di interesse privato e speculativo.
Ci è stato facile smascherare chi, nonostante annunci e dichiarazioni pubbliche dicano come il governo Renzi abbia aumentato l’occupazione e accelerato il processo di ammodernamento del sistema statale, è stato responsabile di tutti gli attacchi che subiamo e combattiamo dal basso: è iniziata con la Buona Scuola, primo decreto legge del mandato renziano, che ha sin da subito decretato la linea politica del governo. Una riforma che, immediatamente collegata alla legge sul lavoro, il Jobs Act, ha decretato la flessibilità e la precarizzazione sul posto di lavoro, il freejob, lo sfruttamento e chi più ne ha più ne metta, creando un ampio solco sociale tra la classe dirigente presente e futura e chi è e rimarrà sfruttato e precarizzato. La mobilità, la flessibilità e il sacrificio, queste le parole chiave delle richieste del governo alla popolazione. Ha continuato la sua escalation riformista e “rottamatrice” grazie al Piano Cassa di Lupi che ha nell’Art.5 la massima espressione dell’attacco che il governo fa ai poveri e agli ultimi, andando a ledere ancora una volta la dignità di chi è rimasto più indietro e lì indietro deve restare. Vengono negate le residenze, e quindi l’allaccio di acqua e luce e la possibilità di iscriversi a scuola o di accedere a qualunque bando pubblico, achiunque viva all’interno di un’occupazione abusiva, senza tener conto dello stato d’emergenza abitativa in cui molte famiglie ad oggi versano. Lo “Sblocca Italia”, di cui sono figli l’uso massiccio di dispositivi emergenziali su ogni territorio, le manovre di commissariamento e controllo di territori,che avrebbe dovuto sbloccare tutte quelle “Grandi Opere”, di cui in realtà i nostri territori non hanno bisogno: la TAV che viene ancora vista dal Governo Renzi come un importante simbolo di ammodernamento ed evoluzione, come emerge dalle ultime dichiarazioni di Del Rio, e che però è una delle tante opere inutili e costose, figlia tanto dello Stato quando dell’’ndrangheta (come dimostrano le ultime indagini relative al tunnel del
Terzo Valico). Il MUOS (Mobile User Objective System), strumento di guerra globale e devastazione,
di Renzi e dei suoi incontri con Obama e che nient’altro è se non uno strumento di guerra e potere globale, che devasta un territorio, su cui Renzi non si è fatto scrupolo ad intavolare discussioni guerrafondaie con Obama, incuranti delle varie sentenze che lo tacciano di essere unicamente uno strumento dannoso per il territorio e per la popolazione dei paesi limitrofi, strumento di attacco più che di difesa, e quindi illegittimo.
E ancora in giro per tutto il Meridione discariche, gasdotti, il commissariamento di Bagnoli, i rigassificatori, le raffinerie, le trivelle, il definanziamento dei trasporti (solo 1,2% dei fondi è destinato al Mezzogiorno): sembra un Risiko perverso di devastazioni territoriali quello che il governo porta avanti.
In un contesto propagandistico improntato a mere esigenze di campagna elettorale, riteniamo sia necessario continuare a smascherare chi pensa di potersi prendere gioco di un intero paese: Renzi e la sua cricca hanno visto nella città di Catania un punto d’orgoglio e una tappa fondamentale del tour elettorale. La giunta Bianco accoglie con ansia e gioia la prima festa nazionale del PD al Sud Italia.
La stessa giunta che, dando esecuzione locale alle direttive nazionali del proprio partito, applica la logica del debito ai servizi sociali: aumentando le tasse, tagliando trasporti, servizi, sussidi, progettando di privatizzare e svendere beni pubblici.
E’ il meridione che ha però voglia di contestare e sfiduciare chi, tra un Patto per il Sud e l’altro, danneggia e saccheggia i territori.
E’ oggi necessario e fondamentale creare un opposizione politica reale e massificata che difenda i nostri territori e li preservi dalle manovre future: se l’obiettivo di questo governo è quello di riempirsi la bocca di progetti di riqualifica del Mezzogiorno unicamente per recuperare consensi, schiacciare le ipotesi di opposizione sociale e riabilitare l’iniziativa dell’esecutivo nel Mezzogiorno, pensandolo nelle mani dei poteri forti e docile ad ogni forma di sfruttamento, non troverà in questo Sud voti, consenso né tantomeno una buona accoglienza.
Per questo lanciamo una mobilitazione regionale massificata e condivisa che dia continuità all’opposizione sociale che Renzi ha sin ad ora incontrato nei nostri territori, e che possa dare una risposta politica dal basso che metta in chiaro che chi pensa di potere sfruttare e devastare i nostri territori, in quegli stessi territori troverà una calorosa accoglienza e un caloroso invito a non presentarsi più, lui insieme a tutta la sua larga cricca di politici e politicanti.
Invitiamo quindi tutti e tutte, singoli cittadini\e, comitati, associazioni, collettivi, ma anche chi in altre città e regioni lotta giornalmente a difesa dei propri territori e contro le devastazioni, per mettere in campo un’altra voce, contraria ad un modello di sviluppo fallimentare nel Meridione e ovunque.
IN PIAZZA per una GRANDE GIORNATA contro Renzi e tutta la cricca!
DOMENICA 11 SETTEMBRE – ORE 17 PIAZZA IOLANDA
da: radiondadurto
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