InfoAut
Immagine di copertina per il post

Dal We Can al We Can’t

(In attesa di una riflessione più approfondita e articolata, proponiamo l’intervista che alcuni nostri compagni hanno ralizzato ieri con Raffaele Sciortino ai microfoni di Radio Blackout)

All’indomani del voto statunitense le analisi si sono concentrate molto sugli “errori” democratici e sull’incapacità dei media di cogliere il terremoto che stava arrivando. Sul versante degli schieramenti politici, se a Destra ovvia è stata l’esaltazione per un modello e dei risultati che si vorrebbero replicare in Europa (Orban, Salvini, Le Pen), a Sinistra si è oscillati tra mea culpa e terrore panico per il “nuovo fascismo che avanza”. Se non in pochi hanno gioito per un risultato che rappresentava (almeno) il rovesciamento di un tavolo già apparecchiato, qualcuno è arrivato addirittura a vedere in Trump un improbabile alleato di classe.

Qualcun’altro, più pacatamente, ha provato a suggerire che il risultato americano altro non è che l’ennesimo sintomo di una frattura, un “cleavage” (scollamento) tra pezzi di elettorato e partiti di riferimento; più in profondità: tra blocchi sociali e la propria identità di classe e/o ruolo sociale (operai, middle class, razza, genere). L’ennesimo colpo dopo la BrExit, l’affermarsi del Movimento 5Stelle in Italia, la pesante ventata xenofoba che soffia in tante parti di Europa ma anche, sull’altro versante, l’affermarsi improvviso di Syriza in Grecia e Podemos in Spagna. Se l’accostamento di schieramenti opposti appare una bestemmia, non si può non cogliere  – senza nulla concedere alla retorica sistemica degli “opposti estremismi” – un dato comune non eleudubile: l’accelerarsi di processi che sfuggono alle previsioni e alla compatibilità su cui si sono retti decenni di pace (e conflitto) in Occidente.

Qualcosa sta cambiando, certo ci sono direzioni contrapposte ed esiti non scontati (e al momento piuttosto cupi). Ma quello che è evidente è che le vecchie appartenenze stanno saltando perché alle nostre latitudini Democrazia e Capitalismo  – che bene o male sono andati a braccetto per un bel po’, rappresentando per i più la forma meno detestabile con cui esser governati, (sfruttati) e partecipare – non sono più in grado di mantenere le promesse o anche solo una soglia gestibile di amministrazione delle msierie quotidiane… che aumentano.

Per Raffaele Sciortino, provocatoriamente, Trump è l’erede di Obama, a cui ha strappato la bandiera del “Change”. Un Change però cambiato di segno, dove la disperazione ha preso il posto della speranza. Entrambi si sono trovati di fronte l’annosa domanda che si staglia davanti alla declinante potenza a stelle e strisce: “Come uscire dalla crisi dell’Impero?“.

Dopo anni di balle consapevoli del media mainstream e auto-incantamenti di una certa sinistra, oggi nessuno è più disposto a credere alla favoletta della ripresa  USA favorita dall’uso illuminato del Quantitative easing. Restano sul terreno, brutti da vedere, bad jobs e un raddoppio pericolosissimo del debito pubblico. Se il nodo politico basso – l’unico che vede la stampa ordinaria – è la fluidità dello spostamento di voti nel ventre della società , più in alto si sta consumando uno scontro nell’establishment americano per rispondere alla perigliosa domanda di cui sopra. Domanda che chiede in risposta un duplice “che fare”: sul fronte esterno e su quello interno.

Di questo e altro abbiamo parlato  qui con Raffaele Sciortino

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Culture

Al mio popolo

Lo scorso 25 settembre è deceduta a Cuba Assata Shakur, importante membro delle Pantere Nere prima, della Black Liberation Army poi.

Immagine di copertina per il post
Culture

Sport e dintorni – A proposito di Italia-Israele di calcio e della neutralità dello sport

La retorica dello sport come ambito da mantenersi separato dal resto della realtà presuppone che quanti lo praticano o lo seguono operino una sorta di momentanea sospensione dal mondo a cui pure appartengono, sospensione che riappacifica, durante le gare, le conflittualità e le brutalità quotidiane.

Immagine di copertina per il post
Culture

Palestina, dove si uccide anche la cultura

Come archeologi impegnati nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale del nostro Paese, sentiamo l’esigenza e il dovere di esprimerci su quanto accade nella Striscia di Gaza e nel resto della Palestina.

Immagine di copertina per il post
Culture

Lo schianto di un imperialismo straccione

Una rivoluzione che, se aveva fatto scrivere ad una importate testata giornalistica britannica che: «Il capitalismo è morto in Portogallo», aveva avuto però i suoi effetti più sconvolgenti e duraturi in Africa, nei territori un tempo facenti parte dell’”impero” portoghese: Angola, Mozambico, Guinea Bissau e Capo Verde.

Immagine di copertina per il post
Culture

Respirando Gaza

Respiro i miei pensieri, non sono io, è un verso di Blessing Calciati, l’ho letto ieri sera ed è perciò che stanotte mi sono svegliato respirando male.

Immagine di copertina per il post
Culture

“Questo libro è illegale”

Come i testi clandestini nei sistemi autoritari, questo glossario serve per resistere alla repressione e per non piegarsi a una logica da Stato di polizia che criminalizza il dissenso e assoggetta i diritti alla paura.

Immagine di copertina per il post
Culture

“The Ashes of Moria”: che cosa rimane del campo profughi più grande d’Europa?

A cinque dall’incendio che lo ha distrutto, il documentario porta nel cuore del campo, tra odori, rumori, paure e violenze. Allo stesso tempo offre le coordinate per capire i meccanismi attuali delle brutali politiche europee.

Immagine di copertina per il post
Culture

Diritto all’abitare, diritto alla città

Il tema dell’abitare ha assunto una centralità paragonabile al tema lavoro, nella definizione delle gerarchie sociali e dei destini individuali, dentro le metropoli tardocapitaliste.

Immagine di copertina per il post
Culture

XXXIII Festa di Radio Onda d’Urto. 6-23 agosto 2025: tutto il programma!

La Festa di Radio Onda d’Urto si tiene da mercoledì 6 a sabato 23 agosto 2025 in via Serenissima a Brescia! Quella 2025 è un’edizione – la numero XXXIII – speciale perché coincide con i primi 40 anni (1985-2025) di Radio Onda d’Urto!

Immagine di copertina per il post
Culture

Vita e morte di Raffaele Fiore, quando la classe operaia scese in via Fani

Raffaele Fiore ha incarnato l’antropologia ribelle, l’irriducibile insubordinazione di quella nuova classe operaia

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Comunicato delle realtà palestinesi italiane

Roma, 4 ottobre 2025, un milione in piazza per la Palestina libera e la sua Resistenza.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Alcune riflessioni a caldo su “Blocchiamo tutto”

E’ quasi impossibile fare un bilancio organico di queste giornate incredibili. Il movimento “Blocchiamo tutto” ha rappresentato una vera discontinuità politica e sociale nella storia italiana.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Hamas accetta parte dell’accordo. Trump chiede a Israele il cessate il fuoco

Hamas ha risposto al piano del presidente Usa Donald Trump sul futuro di Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: 473 i componenti della Global Sumud Flotilla rapiti. Continua il viaggio della Thousand Madleens to Gaza

Sono 473 i componenti degli equipaggi della Global Sumud Flotilla rapiti in acque internazionali dalle forze occupanti dell’esercito israeliano dopo l’assalto alle imbarcazioni iniziato la sera di mercoledì 1 ottobre 2025 a meno di 70 miglia da Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Argentina: Feroce repressione sui pensionati davanti al Congresso ha fatto 20 feriti

I manifestanti stavano sul marciapiede quando le forze di sicurezza federali sono passate all’attacco. Denunciano l’uso di un nuovo gas irritante, più potente di quelli precedenti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bloccando tutto – E’ sciopero generale

Oltre 100 manifestazioni in tutta Italia. Nonostante le intimidazioni del governo le piazze si sono riempite ovunque. Superati ampiamente i numeri del 22 ottobre in molte città.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Giorni di protesta in Marocco

Dal 25 settembre sono in corso una serie di mobilitazioni nelle città più grandi del Marocco, da Tangeri fino ad Agadir.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Comunicato di solidarietà all3 compagn3 fermate il 22 settembre a Milano: Ettore e Mina liber3 subito!

Ripubblichiamo il comunicato di solidarietà nei confronti di Ettore e Mina, ora agli arresti domiciliari a Milano scritto e pubblicato dal coordinamento cittadino Torino per Gaza