InfoAut
Immagine di copertina per il post

Eibar, la dignità non va mai in serie B

L’avventura dell’Eibar, squadra basca sostenuta dall’azionariato popolare, nella massima divisione iberica

Non sempre i miracoli riescono. Di miracolo si sarebbe trattato se l’Eibar avesse raggiunto la salvezza. E invece il 3 a 0 rifilato sabato al Cordoba nell’ultima giornata di Liga non è bastato alla piccola squadra basca per rimanere nella massima serie.

Eppure le premesse erano delle migliori: 27 punti nel solo girone di andata, squadra essenziale e ben messa in campo, poche sbavature. La classica “squadra operaia”, fondata più sulla tenacia e il buon impegno dei suoi giocatori che su colpi di classe e giocate da fenomeni. Del resto è la vicenda stessa dell’Eibar a spiegare come una squadra così modesta potesse presentarsi al cospetto di un campionato dominato da plurititolate come Barcellona e Real Madrid.

Eibar è una cittadina di circa 25mila abitanti, situata a metà strada tra San Sebastian e Bilbao, nei Paesi Baschi spagnoli. La sua squadra calcistica vanta una lunga e dignitosa militanza nelle serie minori senza la minima ambizione di palcoscenici stellari. Già pareva troppo essersi avvicinati nel 2005 alla promozione dalla Segunda alla Primera division. Già era più che un vanto quel pareggio casalingo in Copa del rey ottenuto nel 2003 contro il Real Madrid: e poco importava se allo stadio Bernabeu i blancos ripristinarono le gerarchie con un 2-0. Per l’Eibar il pareggio dell’andata era già tanto.

Fatto sta che l’anno scorso dopo una stagione al di sopra di ogni aspettativa laSociedad Deportiva Eibar otteneva la promozione per giocare la Liga nella stagione 2014/2015. L’esplosione di felicità nel piccolo centro basco però durò poco perché una assurda regola metteva il bastone tra le ruote dei rossoblu: per una legge spagnola tanto assurda quanto incomprensibile l’Eibar – pena la retrocessione in Segunda B – era costretta a portare il suo capitale sociale a oltre 2 milioni di euro, cifra impensabile per una squadra che già faceva fatica a tirare avanti con 400mila euro. Così la società decise di lanciare l’azionariato popolare, emettendo quote societarie dal valore di 50 euro ciascuna, e con un limite massimo di quote acquistabili. «Così Eibar non diventa preda di qualche sceicco arabo» disse il presidente Aranzabal.

In alcune settimane il passaparola e il crowdfunding portarono alla cifra richiesta. Giunsero soldi da 50 paesi nel mondo, e oltre un terzo delle quote vennero acquistate da cittadini residenti ad Eibar. Così la squadra poté iscriversi alla Liga alla pari di Barcellona e Real Madrid, che vantano un bilancio 35 volte superiore rispetto a quello della piccola neopromossa.

L’Eibar messa in piedi dall’azionariato popolare formò la sua squadra, piena zeppa di giocatori ottenuti con la formula del prestito e di ragazzi pescati dalle serie minori e mantenendo l’ossatura della formazione che conquistò il campionato di seconda divisione nell’anno precedente. Dall’Italia giunse anche Piovaccari, attaccante che ha girato mezze squadre di serie B con alterne fortune. L’acquisto più dispendioso – l’attaccante esterno destro Dani Nieto – costò 75mila euro, una vera nullità in confronto ai 94milioni con cui poche settimane prima il Barcellona acquistò dal Liverpool il centravanti Luis Suarez.

Ma nel calcio, a volte, la dignità e la serenità di chi non ha nulla da perdere possono fare cose grandi. E infatti nella prima metà del campionato l’Eibar ha stupito tutti, vincendo le partite che doveva vincere, avvicinando la zona Europa, e rendendo il minuscolo stadio Ipurua (6000 posti a sedere e partite visibili anche dai palazzi vicini) un mini-fortino. E poco importarono i tre gol subiti dal Barcellona ad inizio campionato: non erano quelle le partite da vincere, e comunque già era tanto sfidare gli azulgrana.

Pure un exploit di Gaizka Garitano, l’allenatore delle due promozioni consecutive, contribuì a inorgoglire i tifosi della piccola città basca: durante una conferenza stampa Garitano, stizzito per le lamentele di alcuni giornalisti, precisò che come consuetudine alle domande poste dai cronisti in lingua basca avrebbe risposto in lingua basca, mentre a quelle poste in spagnolo avrebbe risposto in spagnolo. Il conseguente brusio infastidito di alcuni giornalisti fece alzare Garitano dalla sedia interrompendo la conferenza stampa. Gesto che fu apprezzatissimo dai tifosi dell’Eibar e non solo e che fece tornare a discutere dell’eterna questione linguistica e culturale sempre di attualità nelle città di Euskal Herria.

A lungo andare però la piccola formazione basca ha finito la benzina, e l’entusiasmo dei tifosi fu soppiantato dal timore della retrocessione. Mentre il Barcellona volava avvicinandosi ai 100 punti stagionali l’Eibar non riusciva a metterne assieme più di 8 nel girone di ritorno. Mentre Cristiano Ronaldo si apprestava a vincere il Trofeo Pichichi (così è chiamata la classifica marcatori in memoria del bomber bilbaino degli anni ’20) con 48 gol realizzati, l’Eibar chiudeva la stagione con soli 34 gol segnati complessivamente. Nove dei quali messi a segno da Arruabarrena, lungagnone col numero 10 che in Primera division prima di quest’anno non aveva mai giocato, e che nelle serie minori se la cavava meglio che poteva.

La retrocessione è giunta sabato all’ultima giornata, e la debolezza di un organico decisamente modesto per affrontare la Liga di certo ha pesato molto. Gaizka Garitano, dichiarando di aver mancato l’obiettivo, ha rassegnato le dimissioni dopo l’ultima partita. Ma se l’Eibar non è andato oltre il terzultimo posto finale, sicuramente merita una menzione importante nel non contemplato torneo della dignità.

di Enrico Baldin – da Pop Off

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Culture

Al mio popolo

Lo scorso 25 settembre è deceduta a Cuba Assata Shakur, importante membro delle Pantere Nere prima, della Black Liberation Army poi.

Immagine di copertina per il post
Culture

Sport e dintorni – A proposito di Italia-Israele di calcio e della neutralità dello sport

La retorica dello sport come ambito da mantenersi separato dal resto della realtà presuppone che quanti lo praticano o lo seguono operino una sorta di momentanea sospensione dal mondo a cui pure appartengono, sospensione che riappacifica, durante le gare, le conflittualità e le brutalità quotidiane.

Immagine di copertina per il post
Culture

Palestina, dove si uccide anche la cultura

Come archeologi impegnati nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale del nostro Paese, sentiamo l’esigenza e il dovere di esprimerci su quanto accade nella Striscia di Gaza e nel resto della Palestina.

Immagine di copertina per il post
Culture

Lo schianto di un imperialismo straccione

Una rivoluzione che, se aveva fatto scrivere ad una importate testata giornalistica britannica che: «Il capitalismo è morto in Portogallo», aveva avuto però i suoi effetti più sconvolgenti e duraturi in Africa, nei territori un tempo facenti parte dell’”impero” portoghese: Angola, Mozambico, Guinea Bissau e Capo Verde.

Immagine di copertina per il post
Culture

Respirando Gaza

Respiro i miei pensieri, non sono io, è un verso di Blessing Calciati, l’ho letto ieri sera ed è perciò che stanotte mi sono svegliato respirando male.

Immagine di copertina per il post
Culture

“Questo libro è illegale”

Come i testi clandestini nei sistemi autoritari, questo glossario serve per resistere alla repressione e per non piegarsi a una logica da Stato di polizia che criminalizza il dissenso e assoggetta i diritti alla paura.

Immagine di copertina per il post
Culture

“The Ashes of Moria”: che cosa rimane del campo profughi più grande d’Europa?

A cinque dall’incendio che lo ha distrutto, il documentario porta nel cuore del campo, tra odori, rumori, paure e violenze. Allo stesso tempo offre le coordinate per capire i meccanismi attuali delle brutali politiche europee.

Immagine di copertina per il post
Culture

Diritto all’abitare, diritto alla città

Il tema dell’abitare ha assunto una centralità paragonabile al tema lavoro, nella definizione delle gerarchie sociali e dei destini individuali, dentro le metropoli tardocapitaliste.

Immagine di copertina per il post
Culture

XXXIII Festa di Radio Onda d’Urto. 6-23 agosto 2025: tutto il programma!

La Festa di Radio Onda d’Urto si tiene da mercoledì 6 a sabato 23 agosto 2025 in via Serenissima a Brescia! Quella 2025 è un’edizione – la numero XXXIII – speciale perché coincide con i primi 40 anni (1985-2025) di Radio Onda d’Urto!

Immagine di copertina per il post
Culture

Vita e morte di Raffaele Fiore, quando la classe operaia scese in via Fani

Raffaele Fiore ha incarnato l’antropologia ribelle, l’irriducibile insubordinazione di quella nuova classe operaia

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Comunicato delle realtà palestinesi italiane

Roma, 4 ottobre 2025, un milione in piazza per la Palestina libera e la sua Resistenza.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Alcune riflessioni a caldo su “Blocchiamo tutto”

E’ quasi impossibile fare un bilancio organico di queste giornate incredibili. Il movimento “Blocchiamo tutto” ha rappresentato una vera discontinuità politica e sociale nella storia italiana.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Hamas accetta parte dell’accordo. Trump chiede a Israele il cessate il fuoco

Hamas ha risposto al piano del presidente Usa Donald Trump sul futuro di Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: 473 i componenti della Global Sumud Flotilla rapiti. Continua il viaggio della Thousand Madleens to Gaza

Sono 473 i componenti degli equipaggi della Global Sumud Flotilla rapiti in acque internazionali dalle forze occupanti dell’esercito israeliano dopo l’assalto alle imbarcazioni iniziato la sera di mercoledì 1 ottobre 2025 a meno di 70 miglia da Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Argentina: Feroce repressione sui pensionati davanti al Congresso ha fatto 20 feriti

I manifestanti stavano sul marciapiede quando le forze di sicurezza federali sono passate all’attacco. Denunciano l’uso di un nuovo gas irritante, più potente di quelli precedenti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bloccando tutto – E’ sciopero generale

Oltre 100 manifestazioni in tutta Italia. Nonostante le intimidazioni del governo le piazze si sono riempite ovunque. Superati ampiamente i numeri del 22 ottobre in molte città.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Giorni di protesta in Marocco

Dal 25 settembre sono in corso una serie di mobilitazioni nelle città più grandi del Marocco, da Tangeri fino ad Agadir.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Comunicato di solidarietà all3 compagn3 fermate il 22 settembre a Milano: Ettore e Mina liber3 subito!

Ripubblichiamo il comunicato di solidarietà nei confronti di Ettore e Mina, ora agli arresti domiciliari a Milano scritto e pubblicato dal coordinamento cittadino Torino per Gaza