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I treni ad alta velocità e quelli ad alta mortalità

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Ieri mattina un treno pendolari della Trenord, l’azienda che gestisce il trasporto ferroviario in Lombardia, con partenza da Cremona e destinazione Milano Porta Garibaldi è deragliato verso le 7.00. I vagoni erano molto affollati (a bordo c’erano circa 350 persone, per la maggior parte studenti e lavoratori e lavoratrici pendolari) e a seguito dell’incidente hanno perso la vita 3 persone, 46 sono rimaste ferite.

La causa del disastro è il cedimento di un pezzo di rotaia con conseguente mancanza di copertura di circa 23 centimetri del tracciato.

La possibilità di un incidente era ampiamente prevista: a giorni si sarebbero dovuti svolgere i lavori di sostituzione dei binari, che versano in uno stato di grave usura. La stessa tratta Cremona – Milano è stata recentemente individuata come una tra le peggiori del suolo italiano. Consapevoli della tragedia che le famiglie delle vittime stanno vivendo, vogliamo esprimere due considerazioni in merito al fatto.

Incidenti come questo sono largamente prevedibili e la loro causa risiede in una mala gestione del trasporto pubblico ferroviario, che a partire dall’avvio della grande speculazione imprenditoriale dell’alta velocità ha visto ridurre la qualità, già profondamente scarsa nel territorio nostrano, e la manutenzione delle altre linee. In particolare quelle regionali e del trasporto pendolare sono state ridotte in favore di grossi investimenti sui treni ad alta velocità, che comportano maggiori margini di guadagno a partire dalla costruzione delle linee fino al trasporto vero e proprio.

Poco importa ai vari politicanti e manager se a causa di queste scelte migliaia di persone quotidianamente rischiano la propria vita. Negli ultimi anni numerosi sono stati gli incidenti su queste “linee minori”, tra i più gravi quello avvenuto in Puglia nel luglio 2016 in cui hanno perso la vita 23 persone.

Nonostante tutto questo, tutte le forze politiche continuano a strillare in favore della costruzione di grandi opere di trasporto, senza risolvere invece l’enorme sfacelo che è il trasporto ferroviario regolare.

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