Il decreto su Equitalia e la truffa di Renzi
In questi giorni stanno facendo molto discutere gli annunci del Governo Renzi sull’abolizione di Equitalia. Molti cittadini, com’è comprensibile, ne sono entusiasti, perché sperano che la vera e propria persecuzione che quest’ente ha messo in atto ai loro danni possa finire. Tutti i media plaudono all’iniziativa del Governo, che il premier è andato a pubblicizzare ovunque.
I malevoli sottolineano come la mossa di Renzi sia stato il classico coniglio tirato fuori dal cilindro in vista del Referendum del 4 dicembre. In altri termini, Renzi, in difficoltà per i sondaggi che danno stabilmente in vantaggio il NO alla riforma costituzionale, avrebbe pensato una mossa di carattere populista, per raccogliere consenso in maniera trasversale, da destra a sinistra. Chi infatti non ha avuto problemi con Equitalia?Â
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Il messaggio che il Governo vuole lanciare è chiaro: “votate SI per farci lavorare che stiamo facendo bene”. E questa mossa sembra aver avuto davvero qualche effetto: i sondaggi sottolineano come negli ultimi giorni il SI abbia recuperato qualche punticino sul NO…Â
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Ma le cose stanno proprio come racconta Renzi?
Davvero stiamo andando verso una maggiore equità? I ceti più popolari potranno finalmente stare tranquilli? Cosa è scritto in questo decreto? E cosa accadrà dopo?
Non è che siamo vittime inconsapevoli dell’ennesimo annuncio del Governo, e quella che si sta preparando è l’ennesima truffa ai nostri danni?
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A noi qualche sospetto, soprattutto dopo aver visto Padoan farfugliare in televisione (leggi La truffa della rottamazione di Equitalia), ci è venuto. Siccome a noi non piace farci abbindolare, e siccome non abbiamo trovato un articolo decente che spiegasse che sta succedendo, abbiamo fatto quello che la maggior parte dei commentatori di questo paese ha smesso di fare: abbiamo tentato di leggere le carte e fatto due conti.Â
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Premettiamo però che al momento non è disponibile il testo del decreto (a proposito di democrazia e trasparenza!). Infatti con Renzi siamo arrivati all’assurdo e per sapere cosa c’è scritto in una norma bisogna fare un lavoro filologico basato sulle indiscrezioni degli organi di stampa.Â
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Inoltre è difficile prevedere gli sviluppi della situazione visto che potrebbero intervenire anche altri attori come gli enti locali. Però siamo riusciti a recuperare abbastanza informazioni per poterci fare un’idea, e scoprire che ancora una volta questo Governo ci sta ingannando.Â
Andiamo con ordine. Partiamo dai numeri per due motivi. Il primo è che non si può prescindere da questi nel valutare un decreto fiscale; il secondo è che al momento sono l’unica cosa certa.
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Ora, i crediti che Equitalia ha con i cittadini italiani ammontano a ben 1.058 miliardi di euro. Di questi, solo 52 miliardi sono effettivamente recuperabili, a detta della stessa Equitalia (qui potete leggere perché). Ora, il Governo dice di incassare, con la rottamazione delle cartelle, appena 2 miliardi. Ovvero il 3,8% dei crediti recuperabili. Quindi non siamo noi ma i numeri a dire che la rottamazione delle cartelle è una bufala!
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A quanto ci è dato sapere, sono rottamabili le cartelle notificate tra il 2000 e il 2015, ad eccezione di quelle relative all’IVA per l’importazione, alle multe e ai tributi locali. Quindi su multe e tributi locali (che sono il grosso dei crediti effettivamente esigibili da Equitalia, e sono quelle che più affliggono i semplici cittadini) si pagherà tutto, compresi sanzione, aggio e spese di notifica… ad eccezione dei soli interessi di mora.
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Dunque si tratta di una “limatina” alla cartella che però in molti casi non intacca per nulla il grosso dell’importo dovuto soprattutto se si tratta di cartelle relativamente recenti!Â
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Inoltre la rateizzazione sarà possibile farla al massimo in 4 tranche nell’arco di un solo anno. Ciò vuol dire che ad usufruirne non sarà chi è realmente in difficoltà ma chi i soldi ce li ha e non ha pagato perché stava lì in attesa della sanatoria che era stata ampiamente preannunciata almeno dal 2014. Quindi davvero non c’è nessun regalo da parte di Renzi!
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Quella di Renzi è quindi bieca propaganda tesa ad attirarsi in vista del referendum del 4 dicembre innanzitutto le simpatie del “Partito degli evasori”, orfano di Berlusconi, ma anche di quei soggetti popolari realmente in difficoltà che spesso, a prescindere dalla propria volontà, sono finiti nel vortice delle cartelle e da cui sperano invano di uscirne.
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Insomma, siamo al classico trucco! Non solo la tassa di rifiuti o quella di circolazione che non abbiamo pagato e che hanno generato il debito nei confronti dell’ente di riscossione non verranno “rottamate”, ma la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare perché per il 2017 ci sarebbe stato comunque l’azzeramento di Equitalia a livello locale a causa della scadenza della proroga della convenzione e i comuni invece di operare in proprio, potranno affidare, come già successo in alcuni casi, il servizio di riscossione a società private il cui aggio è tra il 15% e il 20% mentre con Equitalia la forbice era tra il 3% e il 6%!
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Sia chiaro: noi non abbiamo nessuna simpatia per coloro che, pur avendo la possibilità di pagare le tasse, non le pagano. E infatti diciamo da sempre che uno dei problemi principali in Italia è l’evasione fiscale.
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L’Italia ha un debito pubblico di 2.200 miliardi, un’evasione media che ottimisticamente si aggira attorno ai 120 miliardi e non a caso la ricchezza privata maggiore d’Europa che, solo per il dichiarato, ammonta a 8.500 miliardi. È evidente che questa ricchezza è frutto dell’evasione e che a causa di ciò si è generato l’enorme debito pubblico che grava su chi le tasse le paga e le ha sempre pagate.
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Che vuol dire? Che la borghesia non paga le tasse (che finanziano i servizi: strade, scuola, sanità etc), e si mette quei soldi in tasca per farsi ville, auto di lusso, yacht etc. Se non arrivano le tasse, ma lo Stato deve comunque garantire i servizi e pagare le spese, è costretto a contrarre debito pubblico. Quando poi non può più chiedere i soldi in prestito, perché viene giudicato inaffidabile, è costretto a tagliare sui servizi. Perciò in Italia i servizi fanno più schifo che in Francia, in Germania o in Inghilterra, dove c’è molta meno evasione, ma allo stesso tempo abbiamo la borghesia più ricca d’Europa!Â
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Fatta questa precisazione, come funzionano nella realtà l’Agenzia delle Entrate ed in particolare Equitalia? Il loro motto è: “forte con i deboli e debole con i forti”. Basta vedere i casi dei Vip che sono stati colti con le mani nel sacco e che hanno chiuso la loro posizione andando a transazione pagando un decimo del dovuto mentre a pensionati e lavoratori si fa pagare il triplo…Â
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Equitalia è stata pensata come una società privata ai cui dipendenti vengono dati dei budget da raggiungere e in caso di raggiungimento vengono erogati dei premi. Questo ha determinato che l’ente si concentrasse sistematicamente sui soggetti più deboli da cui è più facile essere pagati. D’altronde è più facile far pagare un imprenditore truffatore di professione, magari titolare di una SRL con capitale sociale di 10.000 euro che risulta nullatenente ed è assistito da bravissimi commercialisti e avvocati, oppure un operaio?Â
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Così Equitalia insegue chi sa che pagherà, tipo il pensionato che è stato ricoverato e non ha versato la tassa dei rifiuti, il cassaintegrato che ha preso una multa e non la poteva oggettivamente pagare, oppure il giovane avvocato o il piccolo commerciante titolare di ditta individuale che rispondono direttamente con il loro patrimonio…Â
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Pressati dai dirigenti, pur di far risultato, i dipendenti di Equitalia commettono anche innumerevoli errori che determinano il fatto che almeno un terzo delle cartelle sono errate e presentano importi superiori a quanto dovuto! A causa di ciò, chi ha risorse e può permettersi le consulenze di professionisti non paga, mentre i “piccoli” che non hanno le possibilità e gli strumenti pur di non vedersi pignorati casa e stipendio corrispondono alla fine più di quanto dovrebbero.
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Insomma si tratta di un fisco ingiusto che come al solito premia i ricchi e i potenti mentre svantaggia i ceti popolari!
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La questione della fiscalità è centrale, perché attiene al tema della redistribuzione della ricchezza che è il vero nodo di quest’epoca di crisi, e non possiamo certo demandarla a Renzi che risponde a ben altri interessi. Di questo dovrebbero parlare i giornali in Italia!
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Occorre mettere al centro del dibattito politico questi temi, svelare la vera natura di provvedimenti come il Decreto Fiscale appena varato e soprattutto cominciare a pensare insieme ad un altro modello fiscale realmente equo e che risponda agli interessi del popolo.Â
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Invitiamo tutti: forze politiche, giornalisti, commentatori, a farlo!
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Per un po’ di storia di Equitalia e delle lotte che si sono sviluppate in questi anni:Â La sottile linea rossa nell’affaire Equitalia, Clash City Workers, 2012
da: jesopazzo.org
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