In galera chi contesta il Pdl e gli altri partiti
E così, approda nell’aula del Transatlantico la proposta di una norma composta da un solo articolo, da introdurre nel codice penale. «Chiunque con qualsiasi mezzo impedisce o turba una riunione politica, sia pubblica che privata, è punito con la reclusione da uno a tre anni e con la multa da 1.000 a 2.500 euro; se la riunione è di propaganda elettorale la multa è raddoppiata». Così recita il testo presentato da Ignazio Abrignani. Ma c’è di più: la norma, se approvata, prevedrà un’aggravante, con la «reclusione da due a cinque anni» di carcere, se il contestatore è un pubblico ufficiale.
Non si può certo dire che il partito dei berluscones non si applichi a dovere quando c’è da difendere il suo capo. L’obiettivo, già annunciato il mese scorso, è chiaro: si tratta di scoraggiare tutti quelli che in futuro abbiano intenzione di manifestare o di disturbare le iniziative politiche del Pdl e di Berlusconi, come del resto anche delle altre forze politiche. Insomma, un nuovo giro di vite sui pericolosi contestatori che, ad esempio, a Brescia urlavano “buffone” all’indirizzo dell’ex premier, mentre arringava la folla dei fedelissimi contro – a suo dire – le ingiuste pretese dei giudici milanesi, colpevoli di voler applicare la legge anche nei suoi confronti.
da PopOff
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