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Lione, il calcio e le tensioni sociali


 

La regione di Lione è il luogo da cui è partita la marcia per l’uguaglianza e contro il razzismo nel 1983. Non è un caso. C’è stata poi la sommossa di Vaulx-en-Velin in seguito alla morte di Thomas Claudio nel 1990. Ed è in questa continuità di eventi, dalle rivolte del 2005 a Venisieux e in tutta la regione lionese, così come a margine delle manifestazioni del 2010, che lo stato d’emergenza e il coprifuoco sono stati applicati e che dei nuovi mezzi sono stati disposti per impedire alle popolazioni dei quartieri di raggiungere il centro città. Sono per queste stesse ragioni che le partite dell’Algeria hanno suscitato delle reazioni e delle azioni più marcate che altrove.

 

La violenza che accompagna un evento sportivo non è legata solamente al calcio, è una costante mondiale. Ciò che è accaduto nella regione lionese in seguito alle partite della squadra dell’Algeria con l’intervento delle forze dell’ordine non si tratta di una violenza straordinaria. In compenso il trattamento mediatico e i metodi di “mantenimento dell’ordine” hanno rivelato delle tensioni profonde. Il sintomo più evidente di queste tensioni è la risposta dei gruppi di destra radicali che hanno messo in scena un’opposizione tra ciò che considerano essere la Francia da una parte e i colonizzati dall’altra. Le fanfaronate “anti gentaglia” lanciate sulle loro reti sociali vengono riprese da parte dei maggiori media ma non sono poi seguite dai fatti. Si tratta piuttosto di creare un clima di diffidenza verso gli abitanti dei quartieri che di cercare di ridurre la violenza reale.
Se il loro discorso passa bene, è perché la stampa ha già associato i supporters algerini a dei vandali violenti e a degli invasori.

 

Dopo la sera della prima partita, il centro città era stato chiuso a qualsiasi circolazione proveniente dall’esterno, e la polizia era disposta tutto intorno la Guillottière (quartiere multietnico di Lione) come per circoscriverla militarmente. Dopo la seconda partita le cose sono degenerate quando i tifosi manifestavano la loro gioia in piazza. La polizia è stata in questa occasione più che “severa” e delle inchieste sono state aperte in seguito alle violenze da parte delle forze dell’ordine. I media hanno trasmesso due aspetti di questi eventi: tifosi algerini violenti e vittime delle violenze della polizia. La giustizia è stata netta per le persone arrestate: un anno di prigione per un cassonetto incendiato.

 

Per alcune persone gli eventi non sono così semplici. Se in seguito ai match vi sono violenze, non è a causa del contesto sociale e storico ma a causa di gruppi che agiscono nell’ombra. Prima cosa che emerge in questi discorsi riguarda un’ipotetica presenza di gruppi musulmani politicizzati che premerebbero i giovani verso un confronto per dividere la comunità algerina e i/le musulmani/e dal resto della popolazione stimolando l’odio attraverso dei comportamenti eccessivi.

 

La stessa tesi era emersa in seguito agli incidenti che hanno macchiato le celebrazioni della vittoria per il campionato 2012-2013 del Paris Saint Germain. Dei gruppi “musulmani” utilizzerebbero la loro influenza per generare una guerra civile e quindi consolidarsi. Quando ci si domanda chi ha la capacità di fare una tale cosa, nessuno è in grado di rispondere. Tanto su scala locale quanto su quella nazionale, non c’è nessun movimento conosciuto che possa realizzare una cosa del genere. Questa voce rivela soprattutto la paura di vedere il proprio vicino trasformarsi in folle furioso sanguinario. La barbarie esiste nella testa di colui che ci crede. La durezza della repressione delle forze dell’ordine e il consenso che trova nella società conferma che il fantasma del nemico interno musulmano genera dei comportamenti barbari tra i “francesi buoni”.

 

L’altra voce trasmessa su internet è quella di un estrema sinistra pagata dalle potenze mondiali che agirebbero per nuocere agli immigrati. In questo caso, si impara di più sulle persone che diffonderanno questi rumori piuttosto che su quelli che sono i fatti reali. Si possono associare molte cose all’estrema sinistra, ma sicuramente non il fatto di voler nuocere alle classi popolari e all’immigrazione provocando degli incidenti. I soldi offerti da dei generosi donatori è una calunnia pura e semplice; sarebbe sufficiente comparare il tenore di vita delle varie organizzazioni politiche: l’estrema sinistra ha dei livelli ben inferiori rispetto ad altri movimenti politici. Basta guardare i mezzi di informazione utilizzati per rendersene conto.

In compenso, è chiaro che i/le militanti di estrema sinistra e di sinistra possono opporsi alla polizia in caso in cui questa si comporti in modo violento. È una costante storica e questa sfera politica non ha bisogno di essere pagata per far ciò. Questo rumore non è neutro e serve a macchiare quei militanti appartenenti a dei gruppi politici che non sono i soli a mobilitarsi contro le violenze delle forze dell’ordine.

 

Nel momento in cui tutto è andato bene a Lione in seguito all’eliminazione dell’Algeria da parte della Germania, tutti i rumori si sono spenti. Questi verranno tirati fuori per spiegare in maniera complicata ciò che è un’evidenza: la Francia è un paese che non assume il suo passato coloniale, il suo razzismo attuale, la sua violenza sociale e il suo disprezzo verso le classi popolari.

 

 

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