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Marò, processati in Italia o in India??

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Era il 15 febbraio 2012, quando una nave mercantile battente bandiera italiana nei pressi dell’india apriva il fuoco con raffiche di mitra su un peschereccio indiando.

Dopo molti anni dai fatti nessuno ha pagato per l’omicidio di due pescatori e nel giugno del 2019 l’Italia chiede alla corte ordinaria permanente dell’AJA la competenza per il processo a carico dei due marò che si sono macchiati di omicidio, diremmo un processo farsa se dovesse svolgersi in Italia, in quanto per lo stato Italiano i due uomini sarebbero protetti da immunità, l’udienza si è aperta con le parole dell’ambasciatore Francesco Azzarello secondo cui i marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone “sono funzionari dello Stato italiano“, impegnati nell’esercizio delle loro funzioni “a bordo di una nave battente bandiera italiana” e “in acque internazionali”, e pertanto “immuni dalla giustizia straniera”.

 

“L’Italia, secondo le autorità indiane, ha infranto la sovranità indiana nella sua zona economica esclusiva” con i due marò che hanno “sparato con armi automatiche contro un peschereccio indiano, il St. Antony, che aveva pieno diritto a operare in quell’area senza” il timore di “essere fermato, essere oggetto di spari e avere due dei suoi membri dell’equipaggio uccisi”.

Il 10 settembre 2019, il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, dopo aver incontrato i due fucilieri ha scritto un post su Twitter in cui “esprime la vicinanza del governo e di tutto il Paese”, auspicando che “tutte le forze, politiche e civili, siano unite intorno ai nostri due marò”.

Per anni i due militari, per il reato a loro imputato, non hanno mai fatto carcere, hanno usufruito per ben due volte di permessi per rientrare in Italia, il primo permesso fu concesso per festeggiare con le famiglie le feste natalizie ed il secondo per le elezioni, restando comunque con l’obbligo di firma mentre erano in India, quindi in semilibertà per un reato di omicidio. Il ritorno dei due militari “definitivo “in Italia è avvenuto nel 2014, a causa di un ictus per Latorre, che ottiene dalle autorità indiane l’autorizzazione a tornare in Italia. Girone, invece, fu rimandato in Italia nel maggio 2016 quando gli viene concesso il rimpatrio per “ragioni umanitarie”. In questo momento entrambi sono tornati in servizio, Massimiliano Latorre presta servizio a Roma mentre Salvatore Girone alla capitaneria di porto di Bari, ad entrambi rimane però l’obbligo di firma e il divieto di lasciare l’Italia.

Si dovrà quindi aspettare la sentenza della corte ordinaria permanente dell’AJA per iniziare il processo ai due militari che si sono macchiati del duplice omicidio di due pescatori Indiani.

 

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